Agnese di Poitou: differenze tra le versioni
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Agnese è un personaggio molto controverso nella ricerca storica, sia perché per dieci anni resse una delle maggiori potenze del tempo, nonostante fosse una donna, sia perché, proprio il periodo della sua reggenza fu uno snodo determinante nella riforma della Chiesa e nell'emancipazione del papato dall'Impero.
Agnese fu realmente quale la storiografia spesso la dipinse, una debole reggente, una donna di profonda religiosità che si dovette confrontare con problemi più grandi di lei. Secondo la volontà del marito defunto, [[Enrico III del Sacro Romano Impero|Enrico III]], curò il governo dell'Impero e l'educazione del figlio e futuro imperatore [[Enrico IV del Sacro Romano Impero|Enrico IV]]. Da dove venivano i problemi che dovette affrontare
== Il matrimonio con [[Enrico III del Sacro Romano Impero|Enrico III]] ==
Agnese, figlia del duca [[Guglielmo V di Aquitania|Guglielmo]] d'[[Aquitania]] e [[Poitou]], venne incoronata Regina nel [[1043]] a [[Magonza]]. Nel novembre dello stesso anno sposò Enrico III, a [[Ingelheim]]. Il [[25 dicembre]] [[1046]] a [[Roma]] la coppia ricevete la corona imperiale. Enrico aveva deciso di sposare Agnese dopo che la sua prima moglie [[Gunilde di Danimarca|Gunilde]] era morta di [[malaria]].<br>Il matrimonio, che fu assiduamente perseguito, per conto dell'imperatore, dal vescovo di [[Würzburg]], [[San Bruno di Würzburg|Bruno di Kärnten]] (futuro santo), presentava per Enrico
La giovane coppia imperiale, per via del profondo sentimento religioso di Agnese, non amava lo sfarzo e le gioie della vita di corte: pare che alla festa di nozze non
Enrico, che si appassionò all'idea della
Si ritiene che Agnese sostenesse l'idea di sacralità dell'ufficio imperiale di Enrico
Alla morte del marito,
== Morte di Enrico III - reggenza ==
Alla morte di Enrico III, il [[5 ottobre]] [[1056]] Agnese assunse la reggenza per il figlio Enrico IV, minorenne, ma già incoronato [[Re dei Romani]]. Inizialmente proseguì la politica del marito, aiutata soprattutto da [[Ugo di Cluny]] e da [[papa Vittore II]]. Quest'ultimo fece tutto quanto in suo potere per sostenere la dinastia salica. Come Enrico III, anche l'imperatrice sosteneva la riforma cluniacense
L'imperatrice doveva agire. E poiché la sua autorità non era grande come quella di Enrico, cominciò ben presto cercare l'appoggio della nobiltà, procedendo alla investitura di ducati, cosa che comportava la rinuncia all'autorità diretta. Già nel [[1056]] cedette alla famiglia degli Ezzoni il ducato di Carinzia, che era rimasto infeudato per un anno. L'anno successivo [[Rodolfo di Svevia|Rodolfo di Rheinfelden]] divenne duca di [[Svevia]], oltre ad essere incaricato dell'amministrazione della [[Borgogna]]. [[Berthold I di Zähringen]], che riteneva di avere la precedenza all'investitura a duca, si ritenne svantaggiato
Il conflitto con il regno d'[[Ungheria]] costrinse l'imperatrice a cedere, nel [[1061]], anche la [[Baviera]], l'ultimo importante ducato nella Germania meridionale. Nominò duca il conte sassone [[Ottone di Nordheim|Ottone II di Nordheim]], un esperto guerriero,
Naturalmente non si può rimproverare ad Agnese che proprio questi duchi da lei nominati divenissero, anni più tardi, i più tenaci nemici del figlio, Enrico IV; Agnese agiva in stato di necessità, per attenuare l'ostilità della nobiltà verso la sua persona, anche se la storiografia spesso le imputa di aver fortemente diminuito la base della potenza dell'impero, soprattutto a causa della cessione del ducato di Baviera.
Ottone di Notheim, per il momento, operò a favore della casa Salica. Difese efficacemente l'Impero dalle aggressioni esterne
== La crisi della reggenza (1057 - 1062) ==
Per il momento l'Impero era al sicuro da minacce interne ed esterne. Agnese pareva rispettata. Ottenne persino notevoli concessioni. Per esempio, le fu giurato che, in caso di morte precoce di Enrico IV, si sarebbe proceduto ad una designazione, il che significava che Agnese avrebbe potuto avanzare una proposta vincolante.
Questo giuramento mostra quanto il ruolo di legittima imperatrice le fosse riconosciuto da tutti i partiti dell'Impero; senza il suo accordo i principi non avrebbero nominato un nuovo re.
Per la reggente la svolta venne nel [[1057]], con la morte di papa Vittore II, suo amico e consigliere. Agnese perse il contatto con la riforma della Chiesa. I suoi interessi e quelli dei riformatori iniziarono ad allontanarsi. L'epoca dei papi fedeli all'imperatore volgeva al termine.
Il successore di Vittore II, [[papa Stefano IX]], venne eletto senza consultare l'imperatrice, che ne approvò la nomina successivamente. Alla morte di Stefano IX, l'anno successivo, l'aristocrazia romana, intuendo uno spazio per guadagnare potere, elesse papa [[antipapa Benedetto X
Alcuni consiglieri dell'imperatrice presero a seguire i propri interessi, la qual cosa spinse Agnese ad affidarsi sempre più ai ministeriali, i servi imperiali. Ad uno di loro, Cuno, venne affidata l'educazione del figlio, mentre un altro, Otnand, che era stato fedele servitore di Enrico, assunse
== Il conflitto sull'elezione del papa ==
Nel [[1060]] Agnese chiese a papa Niccolò II il [[pallio]] per il vescovo Siegfried II di [[diocesi di Magonza|Magonza]], ma il papa non acconsentì alla richiesta. I vescovi tedeschi, infuriati, nel corso di un sinodo imperiale dichiararono nulli tutti i decreti del papa.
Alla morte di Niccolò II, il [[19 luglio]] [[1061]], i cardinali, forti della loro nuova autorità, elessero, con il nome di [[papa Alessandro II|Alessandro II]], il [[diocesi di Lucca|vescovo di Lucca]], Anselmo. Questa volta Agnese non volle riconoscere il nuovo papa e propose un proprio candidato, il vescovo Cadalo di [[diocesi di Parma|Parma]]. L'elezione di Cadalo ad [[antipapa]], con il nome di [[antipapa Onorio II|Onorio II]], ebbe luogo il [[28 ottobre]] [[1061]] a [[Basilea]]. Essa doveva documentare la coerente prosecuzione della politica romana di Enrico III da parte dell'imperatrice.
Ma già durante l'elezione, considerando la scarsa partecipazione, l'imperatrice comprese che non avrebbe ottenuto nell'Impero l'appoggio necessario per imporre il proprio candidato e che tentare di farlo avrebbe significato non solo dare il colpo di grazia alla politica di riforma inaugurata da Enrico III, ma anche lo scisma.
La corte imperiale era diventata avversaria del papato riformatore
Il sostegno dato ai nemici della riforma della Chiesa fu causa per la regina di grandi sensi di colpa. Ma non può essere imputato alla sua debolezza l'aver intrapreso una politica ecclesiastica opposta a quella del marito. I tempi erano cambiati. Il papato si era emancipato dalla corte imperiale e ora agiva anche contro gli interessi dell'Impero. Posta di fronte alla necessità di fare una scelta, Agnese decise contro le proprie convinzioni personali,
Forse Agnese non vide altra possibilità che ritirarsi dalla politica, per dare ad altri la possibilità di affrontare in modo nuovo il problema dell'elezione papale, senza l'ipoteca delle sue decisioni. Secondo la ricerca storica più recente, la decisione di Agnese di ritirarsi in convento, che avvenne a [[Spira]], fu la logica conseguenza della nomina del vescovo Enrico d'Augusta a "subreggente" e non va vista come segno di debolezza, quanto come conseguenza dei passi falsi compiuti dalla regina nella politica verso il papato.
== Il "colpo di Stato di Kaiserswerth" ==
Ma questo non avvenne, perché Enrico d'Augusta, il subreggente designato, non venne accettato dalla maggioranza dei principi (che non avevano dato il loro consenso alla nomina): i tentativi di Agnese di limitare i danni precipitarono l'impero nella crisi. Agli inizi di aprile del [[1062]] un gruppo di principi, sia laici che ecclesiastici, guidati dal vescovo [[Annone II di Colonia]], sottrasse il giovane re Enrico IV alla tutela materna e lo condusse a [[Kaiserwerth]]. Questo avvenimento passò alla storia come il "colpo di stato di Kaiserwerth".▼
▲Ma questo non avvenne, perché Enrico d'Augusta, il subreggente designato non venne accettato dalla maggioranza dei principi (che non avevano dato il loro consenso alla nomina): i tentativi di Agnese di limitare i danni precipitarono l'impero nella crisi. Agli inizi di aprile del [[1062]] un gruppo di principi, sia laici che ecclesiastici, guidati dal vescovo [[Annone II di Colonia]], sottrasse il giovane re Enrico IV alla tutela materna e lo condusse a [[Kaiserwerth]]. Questo avvenimento passò alla storia come il "colpo di stato di Kaiserwerth".
Non vi è ancora chiarezza sui motivi di questo gesto. Le fonti sono estremamente contraddittorie. Alcuni contemporanei sostengono che il rapimento avvenne per sottrarre il figlio all'influenza della madre. Altri sostengono che Annone agì per desiderio di potere. Altri sostengono che il "colpo di stato" era necessario, perché non era opportuno che l'Impero fosse governato da una donna. Oggi si è propensi a credere che i motivi principali del rapimento fossero il desiderio di potere dei congiurati (in particolare Annone) e le preoccupazioni per l'educazione di Enrico.
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== Bibliografia ==
* Mechthild Black-Veldtrup
* Marie-Luise Buhlst-Thiele
* Egon Boshof
* [[Wilhelm von Giesebrecht]]
* Wilfried Hartmann
* Hermann Jakobs
* Heinrich Pleticha (Hrsg.)
* Hans K. Schulze
* T. Struve
* T. Struve
* Stefan Weinfurter
== Collegamenti esterni ==
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{{Box successione
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[[Elenco di re e imperatori tedeschi|Reggente del Sacro Romano Impero]]
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