Impronta digitale: differenze tra le versioni

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In questo senso, uno dei primi documenti scientifici riguardante le creste cutanee è stato il ''De externo tactus organo anatomica observatio'', redatto nel [[1665]] dallo scienziato [[Marcello Malpighi]], seguito nel [[1684]] dal [[botanico]] e [[fisico]] [[Regno Unito|inglese]] [[Nehemiah Grew]] che si occupò di uno studio sulla struttura delle creste e dei [[pori]].
Successivamente, nel [[1788]], [[Johann Christoph Andreas Mayer|J. C. A. Mayer]] individuò e descrisse alcune caratteristiche ricorrenti delle impronte papillari, affermando anche la loro unicità da individuo a individuo.
La prima classificazione delle impronte in nove categorie, basate sulla struttura generale delle creste, viene ideata nel 1823 con [[Jan Evangelista Purkyně]], professore di anatomia all'[[Università di Breslavia]] in [[GermaniaPolonia]].
[[File:Oswald´s fingerprints.png|thumb|250px|left|Impronte di [[Lee Harvey Oswald]], prese al Dallas Police Department, Bureau of Identification nel 1963.]]Nel 1880, lo scozzese [[Henry Faulds]], medico e missionario in Giappone, in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica ''Nature'', suggerì l’individualità delle impronte digitali ed un loro possibile utilizzo nell’identificazione dei criminali.
Quasi contemporaneamente, [[William James Herschel]] annunciò di averle già utilizzate per diversi anni in India a fini amministrativi, dimostrando così la praticabilità dell'idea.