Aliprandi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: Standardizzazione stile delle date
Riga 13:
La derivazione da regale stirpe longobarda è attestata da una iscrizione sepolcrale del [[1131]] nella [[Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Monza)|Chiesa di Santa Maria delle Grazie]] in [[Monza]]<ref>Alberto Lembo ''“Gli Aliprandi-Fanzago”'' in ''“Storia Illustrata”'' n° 267 febbraio 1980 Segrate (Milano) Mondadori Editore pag. 123.</ref>, pubblicata da storici illustri quali il Cantù e il Giulini e inoltre venne ammessa come prova di nobiltà per la ricezione nell'[[Ordine di Santo Stefano Papa e Martire|Ordine di Santo Stefano]] e nel nobile Collegio dei Giureconsulti di [[Milano]].<ref>AA.VV. ''"Libro d'Oro della Nobiltà Italiana"'' Collegio Araldico Roma edizione 1973-1976 pag. 588.</ref>.
 
La famiglia, fu anche feudataria dell'omonima località [[Lissone|Aliprandi]], che da comune indipendente, sul finire dell'ottocentoOttocento, venne annessa al vicino comune di [[Lissone]], che dopo l'annessione, vide la zona indicata come frazione istituzionale del grande centro brianzolo.
 
A Milano, la famiglia compare nell'elenco delle casate nobili fatto redigere da [[Ottone Visconti]] nel [[1277]]<ref>[http://www.cnicg.net/matricula.asp Matricula Nobilium di Ottone Visconti]</ref> . ''Giovanni Aliprandi '' ([[1220]]) generò tre figli: ''Arnolfo'', ''Garibaldo'' e ''Bertarino'', avo di ''[[Enrico Aliprandi|Enrico]]'', signore di [[Monza]]; il pronipote di ''Arnolfo'', ''Giovannolo'', venne creato [[vassallo]] immediato (con il rango della nobiltà eminente), [[conte palatino]] e nobile del [[Sacro Romano Impero]] con i fratelli, il nipote e discendenti per diploma dell'Imperatore [[Carlo IV del Sacro Romano Impero]] del [[15 maggio]] [[1355]].<ref>AA.VV. ''"Stemmario Bosisio"'' Milano 2002 pag. 161 e Adalberto Ricotti Bertagnoni ''"Stemmario Italiano delle famiglie nobili e notabili"'' Bassano del Grappa MCMLXX vol. 1º tavola n. 4.</ref>
Riga 52:
==Ramo di Giulio Cesare Aliprandi==
Diramazione che discende da Giulio Cesare Aliprandi ammesso nel [[1584]], con prove di nobiltà, nel Collegio dei Nobili Giureconsulti di [[Milano]], fratello di Luigi Aliprandi ricevuto nel [[1587]], con prove di nobiltà, nell’[[Ordine di Santo Stefano]].<ref>Giovanni Sitoni di Scozia ''"Theatrum genealogicum familiarum illustrium, nobilium et civium inclytae urbis Mediolani (...),"'' Milano 1705.</ref>Nel XVII secolo possedeva una villa e proprietà terriere in Santo Stefano di Corbetta (oggi [[Santo Stefano Ticino]]), in comproprietà con i rami cugini Aliprandi Visconti e Aliprandi Carena conti di Merone estinti nel 1780.<ref>[http://www.comune.merone.co.it/oc/oc_p_elenco_nofoto.php?x=&lang_eg=3 Comune di Merone]</ref>
Nella prima metà del 1900 la famiglia era proprietaria del grande complesso agricolo delle [[Cascine Guascona e Guasconcina]] nel territorio di [[Muggiano]] (Milano)<ref> AA.VV. ''“Il Rile - Muggiano e Dintorni”'' Anno IV Numero 6 Giugnogiugno 2004 pag. 10-11</ref>, di notevole importanza storica.<ref>[http://www.muggiano.it/Cascine/guascona/Guascona.htm cascina Guascona]</ref>. La stessa possedeva inoltre un vasto possedimento terriero sito nei comuni di [[Robecchetto con Induno]] e [[Turbigo]] denominato "Isolone" che comprendeva la Cascina Regina, la Cascina Spagnola e la Cascina Palazzo in [[Motta Visconti]].
Fu tra i benefattori che nel [[1910]] contribuirono, con somme di denaro, alla fondazione della parrocchia di Santa Marcellina in [[Muggiano]] ([[Milano]]), nel [[1942]] ricostruì la sacrestia e nel [[1954]] donò alla stessa una campana in bronzo, dedicata a [[San Carlo Borromeo]], che riporta lo stemma gentilizio degli Aliprandi accompagnato dalla scritta "Carolus et Regina Aliprandi".<ref>Elio Signorini ''"Sanctae Marcellinae Virginis Loci Muggiani"'' Settimo Milanese (MI) 2006 pag.112</ref>