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Tillie Olsen muore l'1 Gennaio 2007, lasciandoci una vasta produzione artistica.
== The
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Il titolo è un chiaro richiamo al testo di Rebecca Harding Davis "Life in the
"The Iron Throat", ossia "la gola di ferro", rappresenta l'espressione degli interventi artificiali dell'uomo sulla natura, infatti il titolo è una metafora della miniera dove le persone venivano ingoiate per non tornare più.
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In questo racconto la Olsen ci mostra la situazione delle donne appartenenti alla classe operaia nell'America degli anni Venti che devono gestire la famiglia senza potersi istruire e sono costrette a subire la frustrazione dei mariti che le picchiano e le stuprano, inoltre la scrittrice insiste sulla condizione dei bambini che crescono con poca fiducia sul proprio futuro e senza immaginazione nè fantasia.
== Not
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La narratrice si immerge nei ricordi del suo passato, quando legge casualmente sul giornale il necrologio di Nena Asarch, una ragazza di vent'anni morta di polmonite. Questa giovane, era stata sua compagna di scuola e le due erano diventate amiche. In questo racconto emerge l'intenzione della scrittrice di descrivere l'esperienza proletaria vissuta da una donna, infatti la focalizzazione è affidata ad un personaggio femminile.
"Not
* la ribellione contro il tempo che si attua offrendo a Nena la visibilità che non ha potuto avere quando era in vita ma che adesso le conferisce l'immortalità letteraria.
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''""Dopo un'introduzione esplicativa [...] come nel processo del ricordo, procede a focalizzazioni intermittenti: si comincia con un sommario della storia, poi si isolano gli episodi che saranno narrati in dettaglio, si torna in un contesto narrativo più ampio fino ad un altro evento preciso descritto analiticamente con scene dialogate. Questa intermittenza di focalizzazione genera, tra un episodio e un altro, alcune ellissi, implicite ed esplicite le quali, insieme a prolessi e analessi determina il movimento temporale del testo"" ''<ref> cfr. Cinzia Biagiotti "Silenzi infranti- La scrittura di Tillie Olsen" Ed. QuattroVenti,2005 pag.36 </ref>
==Yonnondio
"Yonnondio
La pubblicazione avviene nel 1974 a seguito di un lungo lavoro per riordinare i vari appunti e per aggiungere ai primi quattro capitoli che erano già ultimati, altri quattro capitoli sottoforma di brani e annotazioni.
Questo doppio titolo è emblematico:
* ''"Yonnondio" è un termine della lingua della tribù nativa americana degli Irochesi il cui significato ruota attorno al concetto di "lamento per una perdita"''<ref> cfr. Cinzia Biagiotti "Silenzi infranti- La scrittura di Tillie Olsen" Ed. QuattroVenti,2005
Questo nome è tratto da una poesia di Walt Whitman. Yonnondio è il lamento della scrittrice per la perdita del manoscritto non compleatato, creduto perso e poi ritrovato.
* "From the Thirties" sembrerebbe voler collocare storicamente la vicenda dell' America negli anni Trenta, ma in realtà la storia inizia prima del crollo economico del 1929, quindi la seconda parte del titolo "From the Thirties" non può che riferirsi al tempo in cui la scrittrice ha iniziato la stesura del romanzo.
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Sebbene il lavoro svolto dalla Olsen per mettere insieme i capitoli vecchi con quelli scritti quarant'anni dopo rende gli ultimi quattro capitoli meno omogenei e politicamente meno efficaci, il romanzo ebbe un notevole impatto sul pubblico degli anni Settanta sia come testo legato al Realismo Proletario che forniva una testimonianza di realtà e un periodo sociale poco documentati, sia come testo del femminismo americano grazie al punto di vista femminile delle due narratrici.
== Tell
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Questi racconti rappresentano la realtà quotidiana degli anni Cinquanta che riflette gli esiti del New Deal al livello politico e sociale.
"''Dal complesso rapporto tra Tillie e la madre Ida scaturisce la centralità del tema delle relazioni madre/figli nei racconti inseriti in questa raccolta, nonchè nel complesso della sua opera. Nonostante la povertà, l'analfabetismo, l'inadeguatezza, l'ansia, è sempre la madre a trasmettere ai propri figli un'eredità fatta di risorse infinite, ninna nanne, nutrimento, calore, coraggio, speranza, resistenza, ideali. La Olsen ha scritto di sua madre "Mia madre è una poesia che non sarò mai all'altezza di scrivere, anche se tutto ciò che scrivo è una poesia dedicata a lei"''" <ref> cfr. Giovanna Scocchera "Notizia sull'autore"in Tillie Olsen "Fammi un indovinello" Giano Editore, 2004
La voce di Tillie Olsen, in questo volume, risulta meno ideologica rispetto al passato in cui era più polemica, ma non per questo il risultato è meno efficace.
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In questi racconti non è presente una prospettiva univoca, ma anzi i punti di vista sono vari, posti sullo stesso piano così come lo sono i linguaggi dei personaggi: dallo status dei marinai a quello degli afroamericani fino al linguaggio degli immigrati.
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=== I
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La storia infatti si basa sulla figura di una madre che mentre stira fa un excursus della vita della figlia primogenita Emily e riflette sul suo ruolo di madre. Questa donna pensa a ciò che dovrà dire all'istituzione scolastica che le ha chiesto di correggere l'atteggiamento della figlia. Dopo un'attenta analisi del passato, la madre conclude che la figlia sia riuscita attraverso il teatro a comunicare se stessa, superando così la sua introvensione caratteriale, e che la pantomima sia diventato il suo modo di resistere ai canoni sociali di comportamento che le vengono imposti.
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La narrazione è simultanea in quanto contemporanea allo svolgersi degli eventi dell'io narrativo. Questa narrazione è però alternata ad eventi e dialoghi del passato. Il racconto è a focalizzazione interna e fissa in quanto il narratore dichiara, all'inizio della storia, di possedere una conoscenza limitata dell'argomento che le viene chiesto: "''Se anche venissi, a cosa servirebbe? Pensa che solo perchè sono sua madre abbia una chiave, o che in qualche modo potrebbe usarmi come chiave? Vive da diciannove anni. C'è tutta questa vita vissuta fuori di me, oltre di me.''<ref> cfr. Tillie Olsen "Sono qui che stiro" in "Fammi un indovinello" Giano Editore, 2004 pag.1</ref>
=== Hey
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"''Il titolo riprende la formula usata dai marinai all'estero per identificarsi attraverso l'appartenenza a una nave e dunque a una rotta e a una particolare attività marinara, usata spesso anche come espressione di saluto. Quindi questa frase diventa ideologema che associa una categoria di lavoratori, fondamentale nella storia economica e sindacale di San Francisco: segnala uno stile di vita e il senso di sradicamento e di perdita di identità dei marinai che non si riconoscono nella formula anagrafica del nome/cognome, ma nel mestiere, nel luogo di lavoro, nel viaggio ''" <ref> cfr. Cinzia Biagiotti "Silenzi infranti- La scrittura di Tillie Olsen" Ed. QuattroVenti,2005 pag.125 </ref>
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Questo racconto è scandito da numerosi flussi di coscienza costituiti da vari ricordi cronologicamente non ordinati che ruotano intorno a due elementi fondamentali della vita di Whitey: il mestiere di marinaio e gli eventi storici che hanno segnato le vite dei personaggi adulti del racconto. I pensieri di Whitey, che appaiono sconnessi, si mescolano a parti in cui la narrazione avviene in terza persona e ai dialoghi. Queste ed altre scelte tecniche e stilistiche attuate dalla Olsen rendono la narrazione molto simile a quella cinematografica: si alternano alla narrazione a focalizzazione interna a quella di un narratore soggettivo che guida la prospettiva del lettore. Tutto ciò si complica ulteriormente quando compaiono sulla scena anche gli altri personaggi: si ha cosiì una focalizzazione variabile con punti di vista multipli che sovvertono così il rapporto tra chi narra e chi vede.
=== Oh
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In questo racconto sono presenti alcuni membri della famiglia del racconto "Hey
La storia si incentra sullo svenimento di Carol durante la cerimonia del battesimo di Parry. Questo fatto rappresenta il culmine della tensione emotiva di Carol che avviene quando la ragazzina si accorge che alla cerimonia sono presenti anche dei suoi compagni di scuola e teme che si scopra la sua amicizia con una bambina afroamericana: a causa del sistema scolastico razzista nella mente di Carol si sono insinuati i pregiudizi razziali. Al rapporto tra le due adolescenti si affianca quello tra le madri delle ragazze, che sono spettatrici delle difficoltà che devono affrontare le figlie. Alva e Helen sperano che le ragazze siano abbastanza forti da restare fedeli alla loro amicizia, fornendo come modello l'amicizia delle madri che ha resistito al razzismo. Alla fine del racconto, anche se non è esplicitato, si intuisce che Carol resisterà alle imposizioni esterne.
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La Olsen dedica questo racconto all'amica Margaret Heaton, insegnante di inglese nella più prestigiosa scuola superiore di San Francisco che, nonostante fosse molto impegnata sulla questione razziale, fu costretta a fare il giuramento di fedeltà agli Stati Uniti solo per poter continuare ad operare nel sistema scolastico.
L'episodio del battesimo nella chiesa Battista si riferisce ad un episodio che Tillie Olsen e Margaret Heaton avevano vissuto insieme: la Heaton partecipa insieme alla Olsen per la prima volta nella sua vita alla celebrazione della messa nella chiesta Battista del quartiere prettamente afroamericano di Fillmore, dove la Olsen abitava e, proprio come Carol, si sente mancare. Inizialmente la Olsen aveva intitolato il racconto "Baptism" poichè lo svenimento di Carol avviene durante il battesimo di Parry e anche per sottolineare il significato iniziatico dell'episodio per Carol. In seguito cambiò idea probabilmente perchè la risposta "
In questo racconto la Olsen capovolge la realtà sociale, mettendo per la prima volta una bambina bianca nei panni dei bambini neri in America. "Oh yes", sebbene incentrato sulle tematiche dei pregiudizi razziali, rappresenta anche un tributo alla cultura afroamericana, alla forza dell'oralità e della musicalità del loro linguaggio parlato e all'energia fisica che hanno nell'esprimere la propria fede.
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Nel 1980 questo racconto fu adattato al grande schermo ma non ebbe successo <ref> Il film, intitolato "Tell
In questo racconto ritornano i personaggi già presenti in "Hey
All'inizio del racconto si introduce il disaccordo tra i due coniugi che si protrarrà per tutto l'arco della storia. David, contrastato aspramente dalla moglie, desidera vendere la casa di famiglia per trascorrere gli utlimi anni della loro vita nella casa per anziani del sindacato che anche lui ha contribuito a fondare. Eva, in seguito alla scoperta di esser malata di cancro, comincia a ripercorrere il suo vissuto all'interno della famiglia. Questa analisi introspettiva, accentuata dal distacco dal quotidiano che l'età e la malattia le consentono, la portano ad un cambiamento radicale: finalmente Eva si riappropria di se stessa e smette di vivere per gli altri, tornando a sentirsi la giovane rivoluzionaria che era un tempo.
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La prima sezione è composta da tredici sottosezioni che sono segnalate da spaziature tipografiche. In questa sezione sono presenti tutte le tematiche principali attorno alle quali ruota il racconto: il conflitto tra i coniugi e le sue motivazioni, il contesto familiare ed il cancro che ha colpito Eva. La storia si svolge in un anno, l'ultimo periodo di vita comune di David e Eva. L'incipit introduce subito il lettore nell'atmosfera matrimoniale di contrasto, mostrando vecchi rancori e conflitti mai risolti che forse resteranno tali. Nelle sottosezioni successive si aggiunge il punto di vista multiplo dei figli, rendendo così il conflitto tra i coniugi un "affare di famiglia" anche se i figli non sono in grado di risolvere il contrasto dei genitori dal momento che per loro sono incomprensibili le motivazioni che spingono a dividere Eva e David anche in età avanzata. La riunione a distanza tra i fratelli è presentata sottoforma di discorso indiretto libero: essi appaiono distaccati nell'affrontare il problema. Il padre vuole trasferirsi a tutti i costi allo Heaven, la casa per anziani del sindacato. In questo suo desiderio egli non vuole coinvolgere Eva perchè è una decisione che lui ha già preso e che non ha intenzione di negoziare. Eva, dal canto suo, si rifiuta decisamente a sottostare alla decisione del marito. La donna vede questa scelta come un'ulteriore affermazione dell'esercizio di potere di lui.
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In questa poesia si racconta la realtà delle donne chicane che sono costrette a lavorare dall'alba al tramonto per tre dollari a settimana, cucendo abiti da bambini destinati alla vendita nei grandi magazzini del nord degli Stati Uniti.
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La Olsen sostiene che la situazione dei lavoratori debba essere mostrata nella sua cruda realtà, senza addolcimenti poetici che la renderebbero meno tragica. La scrittrice vuole affrancare le donne dall'isolamento e dal silenzio in cui erano relegate sottolineando la loro abilità a intessere relazioni: la Olsen crea un punto di contatto tra coscienza di classe e coscienza poltica.
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Questa poesia è una chiara denuncia del nazismo che si sta rapidamente affermando in tutta Europa e allude al pericolo che rappresentano tutti i governi totalitari che nascondono la verità ed eliminano i dissidenti.
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Il registro adottato in questa poesia è altamente retorico: sono presenti numerose immagini metaforiche e la ripetizione anaforica della struttura sintagmatica ''"there is + soggetto + participio passato".''
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I ''reportages'' di Tillie Olsen "Thousand
=== Thousand
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Questo testo ha una struttura antitetica e una narrazione polisemantica in prima persona; le coppie amtitetiche mettono in contrapposizione umani e non umani (o animali): i cinque poliziotti vengono chiamati con epiteti animaleschi; tuttavia la scrittrice riesce a trovare un pò di umanità anche nei nemici perchè pure loro sono ingranaggi del sistema e tra di essi ci sono anche persone che non condiviono nè i principi nè i metodi repressivi.
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Con la rappresentazione delle situazioni che mostrano una chiara repressione dei Diritti Civili, la Olsen riesce a dar voce a tutte quelle persone arrestate come lei nei giorni successivi allo sciopero ma che non erano nelle condizioni di raggiungere i mass media. In questo testo la Olsen fa della sua esperienza personale un'esperienza collettiva.
=== The
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In realtà la scrittrice non si concentra tanto su quello che accade durante lo sciopero di cui peraltro non è testimone oculare, ma include anche gli eventi che portarono alla grande manifestazione di protesta.
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Questo ''reportage'' non rappresenta solo il resoconto di un evento drammatico volto alla propaganda politica, ma mostra lo stato emozionale della Olsen, la sua partecipazione empatica a quegli eventi che l'hanno vista partecipa ed attiva.
== Opere ==
=== Narrativa ===
* "Tell Me a Riddle", Philadelphia, Lippincott, 1961
* "The Iron Throat", ''Partisan Review'', vol.2 n.2, April-May 1934
* "Not You I Weep For", in Paul Mandelbaum (ed.), ''First Words: Earliest Writings From Fauvorite Contemporary Authors'', Chapel Hill, ALgonquin Book of Chapel Hill, 1993, pp 384-405
* "Yonnondio From The Thirties", New York, Delacorte Press/Seymour Lawrence, 1974
* "Requa", ''Iowa Review'',1, Summer 1970, pp.54-74
=== Poesia ===
* "I Eant You Women Up To North To Know",''The Partisan'', May 1934, p.4
* "There Is a Lesson", ''The Partisan'', April 1934, p.4
* "At Fourteen Years", in Paul Mandelbaum (ed.), ''First Words: Earliest Writings From Fauvorite Contemporary Authors'', Chapel Hill, ALgonquin Book of Chapel Hill, 1993, pp.380-383
=== Saggistica ===
* "Thousand Dollar Vagrant", ''New Republic'',24 August 1934, pp.67-69
* "The Strike", ''Partisan Review'',vol.1 n.4, September-October 1934, pp.3-9
* "On the Writing of a story: Tillie Olsen: help her to believe"
* "A Biographical Interpretation", postfazione a ''Life in the Iron Mills'' di Rebecca Harding Davis, New York, The Feminist Press, 1972, pp. 69-174
* "Silences", New York, Delta/Seymour Lawrence, 1978
* "Dream Vision", New York, The Feminist Press, 1984, pp.261-264
* "The Word Made Flesh", prefazione a ''Critical Thinking, Critical Writing'', Educational Service Pubblications, Cedar Falls, Iowa, 1984, pp.1-8
* "Personal Statement", Stanford University Press, 1989, pp.63-65
* "The 30's: A Vision of Fear and Hope", ''Newsweek'', January 3, 1994, pp.26-27
* "A Response", ''Frontiers'' , vol.8 n.3, 1997, pp. 309-331
== Note==
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*{{Cita libro|Morandini|Dizionario dei film|Ed.Zanichelli|2010}}
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▲*[http://reconstruction.eserver.org/081/dawahare.shtml]
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