Crispino da Viterbo: differenze tra le versioni

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{{S|santi}}
{{Santo
|nome= San Crispino da Viterbo
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|morto= [[19 maggio]] [[1750]]
|venerato da= Chiesa cattolica
|beatificazione=[[1806]]
|canonizzazione=[[1983]]
|santuario principale=
|ricorrenza= [[19 maggio]]
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|Nazionalità = italiano
|Categorie =
|FineIncipit = appartenne all'[[Ordine dei Frati Minori Cappuccini]]. È stato proclamato [[beato]] il [[7 settembre]] [[1806]] da [[papa Pio VII]] e [[canonizzazione|santo]] da [[papa Giovanni Paolo II]] il [[20 giugno]] [[1982]]<ref>La sua fu la prima canonizzazione di [[papa Giovanni Paolo II]] ([[Alfredo Cattabiani]], ''Santi d'Italia'', p. 299)</ref>
}}
 
== Biografia ==
Visse la prima infanzia in una famiglia molto povera: il padre morì quando egli era ancor giovanissimo, per cui dovette molto presto entrare in bottega, quella dello zio Francesco, ciabattino.<ref > Alfredo Cattabiani, ''Santi d'Italia'', p. 299</ref> Tuttavia, grazie all'interessamento di un [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|padre carmelitano]], poté frequentare le scuole pubbliche gestite dai [[Compagnia din Gesù|gesuiti]]. All'età di venticinque anni entrò nell'[[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|Ordine dei Cappuccini]] adottando il nome di fra' Crispino, patrono dei calzolai. Pronunciati i voti nel [[1694]] entrò nel convento della Tolfa come cuoco. Qui fu l'autore del suo primo miracolo: le guarigione improvvisa di una donna colpita da una forma contagiosa d'influenza che aveva già portato alla tomba numerosi [[Tolfa|tolfetani]]. Presto la sua fama di taumaturgo si diffuse e per prudenza le autorità francescane disposero il suo trasferimento a [[Roma]], che ebbe luogo nel [[1697]]. Ammalatosi qui probabilmente di [[tubercolosi|tisi]], fu trasferito nel più salubre ambiente dei [[Castelli romani]] e quindi ad [[Albano]]. Qui ricevette più volte la visita di [[papa Clemente XI]], durante i suoi soggiorni a [[Castel Gandolfo]]. Inviato a [[Monterotondo]] vi rimase per alcuni anni, trasferendosi poi nel [[1709]] ad [[Orvieto]]. Qui si dedicò alla questua quotidiana ed alle opere di assistenza agli ammalati di un ospizio a pochi chilometri da Orvieto, ove fu protagonista di numerose guarigioni miracolose.<ref> Alfredo Cattabiani, ''Santi d'Italia'', p. 302</ref> Ebbe anche l'occasione di prendersi cura di neonati abbandonati presso la porta del convento. Era solito mantenere un comportamento gioioso e scherzoso, il che gli procurò non pochi guai. Colpito da [[podagra]] e chiragra, nonostante si nutrisse con eccezionale parsimonia, trascorse gli ultimi due anni di vita praticamente a letto, che lasciava solo per andare a visitare altri gravi infermi ricoverati all'ospizio o nelle proprie case.
== Morte ed inumazione ==
Morì di [[polmonite]] e fu sepolto in una cappella della chiesa del convento. La sua salma fu rimossa una prima volta in occasione della beatificazione ([[1806]]) da parte di [[papa Pio VII]], per essere inumata nella cappella dedicata a [[San Francesco]] della medesima chiesa. Dal [[1983]], anno della canonizzazione, la salma fu traslata nella chiesa di San Paolo ai Cappuccini di Viterbo.
 
Memoria liturgica il [[19 maggio]].
 
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
*[[Alfredo Cattabiani]], ''Santi d'Italia'', Rizzoli, Milano, 1993. ISBN 88-17-84233-8
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_19820620_crispino_it.html La biografia sul sito ''www.vatican.va'']
*{{santiebeati|54425|San Crispino (Pietro Fioretti) da Viterbo}}
* [http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_19820620_crispino_it.html La biografia sul sito ''www.vatican.va'']
*{{no}} [http://www.katolsk.no/biografi/cviterbo.htm La biografia sul sito ''www.katolsk.no'']
{{Portale|biografie|Cattolicesimo}}