Ariano nel Polesine: differenze tra le versioni
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Da un punto di vista [[Geopolitica|geopolitico]] la posizione eccentrica ed isolata del territorio (si veda la cartina prima del taglio di Porto Viro), in balia delle piene del Po, scarsamente difendibile, non permetteva il sostentamento di grosse comunità con attività economiche diversificate. Tuttavia l'assenza di vie di comunicazione affidabili rendeva fondamentale l'uso del fiume ed il passaggio di persone e merci anche in prossimità di Ariano, favorendo la formazione già in tempi molto lontani di una piccola comunità stanziale dedita anche ai servizi portuali, alla pesca e alle attività economiche correlate.
Emblematico della situazione logistica e dei rapporti di forza allora esistenti tra [[Impero bizantino]], [[Serenissima]], [[Estensi]] e [[Stato Pontificio|Papato]] sono stati i viaggi del [[Patriarca (cristianesimo)|Patriarca]] di [[Costantinopoli]] [[Giuseppe II (patriarca di Costantinopoli)|Giuseppe II]], (il quale nel novembre [[1437]] si recò ad omaggiare a [[Ferrara]] [[Papa Eugenio IV]] per consentirgli di indire il [[Concilio ecumenico]] a [[Concilio di Ferrara|Ferrara 8 gennaio 1438]]) e successivamente della delegazione conciliare della quale faceva parte anche l'Imperatore [[Giovanni VIII di Bisanzio|Giovanni VIII Paleologo]] di Bisanzio. Entrambi fecero prima scalo a Venezia e dalla laguna entrarono nel Po costeggiando l'Isola di Ariano diretti al porto di Ferrara usufruendo dei servizi portuali durante il tragitto.<ref>Fonte:Il Resto del Carlino 19/9/2010-Edizione di Ferrara, pag.XXXVIII</ref>
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