Chiarissimo Fancelli: differenze tra le versioni
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Visse il tramonto della grande maniera e la nascita del barocco all’inizio di un periodo nel quale [[Firenze]] cominciò a mostrare i segni del suo declino artistico.
Entrò nella bottega di [[Giovanni Caccini]] dove apprese l'arte della scultura e del restauro delle antiche statue. Fra le sue prime opere il Baldinucci cita un pergamo e le statue di ''Santa Cristina'' e ''Santa Maria Maddalena'' per il [[Duomo di Pisa]] che nel volume ''Nuova guida per la città di Pisa'' del [[1833]] vengono datate [[1588]] il che ci fa capire che il Fancelli sia nato prima di questa data e abbastanza adulto da compiere delle sculture di propria mano.
Chiamato a corte da [[Cosimo II de' Medici]] fece un busto del Granduca posto in un palazzo in [[Borgo Santi Apostoli]] già proprietà delle Monache di Candeli<ref>''L'Illustratore Fiorentino'' (1906) p. 9</ref>. Da questo momento fu chiamato sempre più spesso per varie commissioni come il restauro di alcune statue antiche che si trovavano nella [[Galleria degli Uffizi]] o nella raccolta di [[Palazzo Pitti]] e per
{{quote|...per havere ristaurato una testa anticha grande quanto naturale di marmo, rifattogli e' capelli dinanzi e di dreto e fattogli il suo busto, che ha una pelle in su la spalla e fattolo arrotare e attaccatovi il suo peduccio...|Gabriella Capecchi, Maria Grazia Marzi, Vincenzo Saladino, ''I granduchi di Toscana e l'antico: acquisti, restauri, allestimenti'', L. S. Olschki, 2008, p. 76}}
[[File:Loggia del grano, mascherone 04.jpg|thumb|left|150px|Fontana con ''Mascherone'' o ''dello Sprone'', [[Loggia del Grano]], [[Firenze]]]]
Oltre ad altre 168 lire per aver restaurato una statua della ''[[Dea Vesta]]'' in alabastro greco.<ref>Paola Barocchi, Giovanna Gaeta Bertelà, ''Collezionismo mediceo e storia artistica: Da Cosimo I a Cosimo II, 1540-1621'', Studio per edizione scelte, 2002, p. 150</ref>
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