Angelo Colocci: differenze tra le versioni
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|LuogoNascitaAlt = , [[Marche]]
|GiornoMeseNascita = 24 luglio
|AnnoNascita = 1474<ref name = lattes>S.
|NoteNascita =
|LuogoMorte =
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== Biografia ==
La data di nascita è stata calcolata dal Lattes in base alle note di carattere biografico apposte dallo stesso Colocci alla fine del codice ''Vat. lat.'' 4787; era figlio di Niccolò Colocci, appartenente a una antica famiglia di Iesi, e di Ippolita Santoni, sorella dell'umanista [[Floriano Santoni]]<ref name = lattes/>. Colocci arriva giovane a Roma nel [[1497]]<ref>"Nel 1497 acquista il suo servizio papale" secondo Lowry 2003.</ref>. Dal 1511 ha lavorato come segretario apostolico, una posizione impegnativa che non gli consente molto di dedicarsi alla sua passione letteraria privata<ref>Taccuino per un trattato sui sistemi di pesi e misure romani, un'ossessione continua, senza venirne a conclusione: S. Lattès, "A proposito dell'opera incompiuta 'De ponderibus et mensuris' di Angelo Colocci" ''Atti'' 97-108.</ref> e allo stesso tempo lo colloca nel centro sociale degli umanisti alla corte di papa [[Giulio II]],<ref>Questo mondo letterario viene discusso dalla biografica e aneddotica ''The Culture of the High Renaissance: Ancients and Moderns in Sixteenth-Century Rome'' di Ingrid D. Rowland (Cambridge University Press) 1998; spesso appare Colocci.</ref> come un corrispondente di [[Jacopo Sadoleto]], [[Pietro Bembo]] e [[Aldus Manutius]] a Venezia.<ref name="Lowry 2003">Lowry 2003.</ref> Nel 1513 compra un proprietà con giardino nei pressi della [[Fontana di Trevi]], la quale, insieme all'attraente sua bella biblioteca, diventa il luogo di incontro<ref>{{En}} È stata soppressa da papa [[Paolo II]]: A.J. Dunston, "Pope Paul II and the humanists" ''Journal of Religious History'' '''7''' 1972-73:287-306.</ref> per le dispute dell'Accademia Romana, fondata da [[Pomponio Leto]] (morto nel 1497). Questo giardino era situato tra il [[Quirinale]] e il [[Pincio]], nella parte meridionale degli antichi [[Giardini di Sallustio]],<ref>{{En}}Phyllis Pray Bober, "The Coryciana and the Nymph Corycia" ''Journal of the Warburg and Courtauld Institutes'' '''40''' (1977:223-39) p. 224 nota 12, e ''passim''.</ref> un terreno ricco di sculture sepolte, che egli esponeva nella sua villa. Qui si trovava una grotta naturale in cui egli vi mise una [[naiade]] dormiente, con un'iscrizione umanista — ''Huius nympha loci''... — così squisitamente ben fatta che per secoli passò come opera autenticamente romana<!--, was the original of garden features to be found in the great English landscape garden at [[Stourhead]] and into the nineteenth century//-->.▼
▲Colocci arriva giovane a Roma nel 1497<ref>"Nel 1497 acquista il suo servizio papale" secondo Lowry 2003.</ref>. Dal 1511 ha lavorato come segretario apostolico, una posizione impegnativa che non gli consente molto di dedicarsi alla sua passione letteraria privata<ref>Taccuino per un trattato sui sistemi di pesi e misure romani, un'ossessione continua, senza venirne a conclusione: S. Lattès, "A proposito dell'opera incompiuta 'De ponderibus et mensuris' di Angelo Colocci" ''Atti'' 97-108.</ref> e allo stesso tempo lo colloca nel centro sociale degli umanisti alla corte di papa [[Giulio II]],<ref>Questo mondo letterario viene discusso dalla biografica e aneddotica ''The Culture of the High Renaissance: Ancients and Moderns in Sixteenth-Century Rome'' di Ingrid D. Rowland (Cambridge University Press) 1998; spesso appare Colocci.</ref> come un corrispondente di [[Jacopo Sadoleto]], [[Pietro Bembo]] e [[Aldus Manutius]] a Venezia.<ref name="Lowry 2003">Lowry 2003.</ref> Nel 1513 compra un proprietà con giardino nei pressi della [[Fontana di Trevi]], la quale, insieme all'attraente sua bella biblioteca, diventa il luogo di incontro<ref>{{En}} È stata soppressa da papa [[Paolo II]]: A.J. Dunston, "Pope Paul II and the humanists" ''Journal of Religious History'' '''7''' 1972-73:287-306.</ref> per le dispute dell'Accademia Romana, fondata da [[Pomponio Leto]] (morto nel 1497). Questo giardino era situato tra il [[Quirinale]] e il [[Pincio]], nella parte meridionale degli antichi [[Giardini di Sallustio]],<ref>{{En}}Phyllis Pray Bober, "The Coryciana and the Nymph Corycia" ''Journal of the Warburg and Courtauld Institutes'' '''40''' (1977:223-39) p. 224 nota 12, e ''passim''.</ref> un terreno ricco di sculture sepolte, che egli esponeva nella sua villa. Qui si trovava una grotta naturale in cui egli vi mise una [[naiade]] dormiente, con un'iscrizione umanista — ''Huius nympha loci''... — così squisitamente ben fatta che per secoli passò come opera autenticamente romana<!--, was the original of garden features to be found in the great English landscape garden at [[Stourhead]] and into the nineteenth century//-->.
Colocci era un poeta in lingua latina di una certa reputazione tra gli eruditi suoi contemporanei, un antiquario la cui conoscenza dell'antica [[metrologia]] e degli "arnesi sacrificali" erano particolarmente notevoli, e un sapiente collezionista di sculture romane, inscrizioni, medaglie e gemme intagliate.<ref>Boder 1977:226.</ref> La sua collezione di sculture veniva menzionata da [[Andrea Fulvio]] in ''Antiquitates Urbis'' (1527), la sua guida topografica delle [[Roma antica|antiche rovine e reperti romani]] della città. In merito alla commissione di papa [[Leone X]] a [[Raffaello]] per disegnare il più accuratamente possibile la ricostruzione della Roma dei Cesari, Angelo Colocci e [[Baldassare Castiglione]] redigono la cortese lettera di accompagnamento, con correzioni di Raffaello, allegata al progetto finale.<ref>{{En}} La più lunga copia della lettera di presentazione si trova nella Bayerisches Staatsbibliothek, Munich: Ingrid D. Rowland, "Raphael, Angelo Colocci, and the Genesis of the Architectural Orders" ''The Art Bulletin'' '''76'''.1 (Marzo 1994:81-104).</ref> Una parte considerevole della sua fortuna è stata spesa inoltre per ingrandire una delle biblioteche private più impressionanti del suo tempo,<ref>{{Fr}} S. Lattès: ''Recherches sur la bibliothèque d'Angelo Colocci'', ''MAH'' '''48''' (1931).</ref> trattata in modo brutale durante il [[Sacco di Roma (1527)|saccheggio di Roma, nel 1527]], quando Colocci venne costretto a pagare tangenti esorbitanti per poter preservare la sua stessa vita.<ref name="Lowry 2003"/> Ebbe, comunque, la lungimiranza di inviare alcuni dei suoi manoscritti in custodia a Firenze. I restanti manoscritti di Colocci nella [[Biblioteca Vaticana]] sono tuttora oltre duecento, anche dopo che le depredazioni napoleoniche ebbero spostate le liriche [[lingua occitana|provenzali]] alla [[Bibliothèque National]] di Parigi. Colocci fu uno dei primi a scoprire e catalogare la poesia provenzale. La stampa greca di Roma venne affidata alla sue cure,<ref>V. Fanelli, "Il ginnasio greco di Leone X a Roma" ''Studi Romani'' '''9''' (1961:395.)</ref> dato che egli era il mecenate dell'accademia greca fondata a Roma da [[Andrea Giovanni Lascaris|Janus Lascaris]], frequentatore della sua villa dal 1516 al 1521. Colocci è implicato nella traduzione del ''De architectura'' di [[Vitruvio]] in italiano su ordine di Raffaello, fatta dal venerabile Marco Fabio Calvo di Ravenna e basata sull'edizione del 1511 di [[Giovanni Giocondo|Fra Giocondo]]; la copia di Raffaello, a Monaco,<ref>Bayerische Staatsbibliothek, Cod, it, 37.</ref> reca annotazioni di Colocci e correzioni, così come quella di Raffaello.
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