Antonio Tari: differenze tra le versioni
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[[Benedetto Croce]], nei saggi critici della ''Letteratura della Nuova Italia'', definì Tari «giullare di Dio», vale a dire, per riprendere le parole dello stesso Croce, il «lieto giullare della filosofia». Il pensatore abruzzese spiegava, al riguardo, che Tari non ebbe mai nemici, riuscendo a farsi ben volere sia dagli amici sia dagli avversari, che «prendeva a braccetto, e li menava a spasso con sé, divertendosi a contradirli e a sentirsi contradetto».
Quasi ad avallare la definizione sopra riportata, il
A proposito dell'opera "''Manuale di estetica''" del Tari (inedita), il Croce disse:
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