I'm not gonna stop until you let me add 'dat dere cell-tech' to Article:: Ronnie Coleman (English)
{{linguistica}}
La '''Pragmatica''' è una disciplina della [[linguistica]] che si occupa dell´uso della lingua come azione. Non si occupa della lingua intesa come sistema di [[segni]], ma osserva come e per quali scopi la lingua viene utilizzata. Più in specifico si occupa di come il [[contesto]] influisca sull´interpretazione dei [[significato|significati]]. In questo caso il termine ''contesto'' è sinonimo della parola ''situazione'' in quanto potrebbe riferirsi a qualsiasi fattore extralinguistico, tra cui sociale, ambientale e psicologico.
== Metodologia ==
La pragmatica studia in particolare gli [[enunciato|enunciati]], che si compongono a loro volta di [[sintagma|sintagmi]], solitamente nel contesto delle conversazioni.
In pragmatica si tende a fare distinzione tra ''significato dell´enunciato'' e ''intenzione del parlante''. Il significato dell´enunciato è il suo significato letterale, mentre l´intenzione del parlante è il concetto che il parlante tenta di trasmettere.
La capacità di comprendere il significato inferito da un altro parlante viene definito ''competenza pragmatica''.
== Contenuti ==
[[John Langshaw Austin]] ha affermato, nel 1962, che in pragmatica si cercano risposte alla domanda ''How to do thing with words?'' (Come compiere azioni con le parole?). Con enunciati linguistici si può promettere, minacciare, avvertire, affermare. Spesso non si distingue tra contenuti specialistici veri o falsi, dei quali si occupa la [[logica]] da più di 2000 anni. Una domanda non è né vera né falsa. La pragmatica nasce nel XX secolo e deriva direttamente da [[Aristotele]] e dalla filosofia [[stoica]], di [[John Locke]], di [[Ludwig Wittgenstein]] e vede i suoi padri fondatori in Austin e [[John Searle|John R. Searle]]. Nel campo linguistico [[Wilhelm von Humboldt]], [[Philipp Wegener]] e soprattutto [[Karl Bühler]] possono essere considerati i suoi eminenti fondatori.
I diversi metodi e approcci non sono facilmente riconducibili ad un minimo comune denominatore. Tra le più note correnti e oggetti di ricerca vi sono la [[Teoria degli atti linguistici]] di Austin e Searle, la teoria delle [[massime conversazionali]] di [[Paul Grice]], la [[pragmatica universale]] di [[Jürgen Habermas]] e la [[pragmatica funzionale]] riconducibile a Karl Bühler. L´analisi conversazionale orientata e costruttiva di [[Harvey Sacks]] e della [[fenomenologia]] viene tradizionalmente annoverata nella pragmatica, anche se l´azione non occupa un posto centrale. Nella pragmatica funzionale è decisiva la categoria dello scopo di un´azione. L´agire è ripartito socialmente in modelli di attività finalizzati ad uno scopo (per esempio Domanda-Risposta, Complicazione-Soluzione), ai quali corrisponde una specifica azione dell´attante. Lo scopo del modello della domanda è infatti il superamento delle lacune nella conoscenza enciclopedica del parlante.
[[Stephen C. Levinson]] ha suddiviso la pragmatica nei campi seguenti:
*[[Deissi]]
*[[Implicature conversazionali]]
*[[Presupposizioni]]
*[[Teoria degli atti linguistici]]
*[[Struttura conversazionale]]
== Rapporto con altre discipline dal punto di vista semiotico ==
La pragmatica si occupa essenzialmente dell´utilizzo della [[Lingua (idioma)|lingua]], in contraposizione alla [[semantica]], che si concentra sulle [[condizioni di verità]] e sul significato delle parole indipendentemente dal contesto. Il linguista americano [[Gerald Gazdar]] definisce la pragmatica come "meaning minus truth conditions" (significato meno condizioni di verita). Una precisa distribuzione delle competenze di entrambi i campi non è tuttavia nella maggior parte dei casi possibile. Ecco perché per molti linguisti la semantica è parte della pragmatica: il suo significato è il suo uso, secondo una frase di Wittgenstein. Per questo la pragmatica solleva questioni anche nel campo della [[sociolinguistica]], che considerano l´uso della lingua come un fattore sociale e culturale.
== Storia del concetto ==
Il concetto di pragmatica risale alla [[teoria dei segni]] di [[Charles W. Morris]] e Rudolf Carnap e caratterizzava secondo Morris l´utilizzo di un segno in contrapposizione alle possibilità di combinazione dei segni ([[sintassi]]) o al loro significato ([[semantica]]).
Vedi anche: [[comunicazione]], [[informazione]], [[significato]], [[lessicologia]]
== Bibliografia ==
*M. Bertuccelli Papi, ''Che cos`è la pragmatica'', Milano, Bompiani, 1993
[[Categoria: pragmatica]]
[[ast:Pragmática]]
[[da:Pragmatik]]
[[de:Pragmatik (Linguistik)]]
[[en:Pragmatics]]
[[eo:Pragmatiko]]
[[es:Pragmática]]
[[fi:Pragmatiikka]]
[[fr:Pragmatique]]
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[[he:פרגמטיקה]]
[[hu:Pragmatika]]
[[ja:語用論]]
[[jbo:banpliske]]
[[ko:화용론]]
[[nl:Pragmatiek (taalkunde)]]
[[pl:Pragmatyka (językoznawstwo)]]
[[pt:Pragmática]]
[[sv:Pragmatik]]
[[ta:சூழ்பொருளியல்]]
[[th:วจนปฏิบัติศาสตร์]]
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