Motoreattore: differenze tra le versioni
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Il '''motoreattore''' è un primitivo [[motore a getto]] nel quale il [[compressore]] è trascinato da un [[motore a combustione interna|motore a pistoni]] (mentre in un motore turbogetto il compressore è azionato dalla [[turbina]]).
Lo sviluppo e l'applicazione di questa tipologia di propulsore di debbono ad [[Henri Coandă]], brillante ingegnere di origine rumena, ed al suo compagno di studi, [[Gianni Caproni]], presso l’[Istituto Millefiori] di [[Liegi]].
Appena dieci anni dopo il primo volo umano, Henri Coandă costruì il primo aeroplano a getto. Lavorando per la British Aviation Company, Coandă disegnò infatti una serie di progetti, il primo dei quali, il Coandă 1, utilizzava un motore a pistoni per muovere un compressore a valle del quale avveniva una combustione ed una successiva espansione in un ugello, un concetto chiamato all'epoca "termogetto". Coandă chiamò il suo motore "reaction motor", motoreattore. Il motore poteva erogare una spinta di 220 kg (l'aeroplano così aveva un rapporto spinta-peso di 1:1,9). Il motore a pistoni erogava 50 hp (cavalli vapore inglesi, 48,73 Cv), e, per mezzo di un [[cambio di velocità]], faceva girare un [[compressore]] a 4 000 giri al [[minuto]]. Davanti al compressore era posizionato una [[presa d'aria]] con petali a geometria variabile che regolava il flusso attraverso il motore. Dietro al compressore una [[camera di combustione]] cannulare. Per comparazione, il primo [[turbogetto]] Heinkel HeS 3 montato sullo Heinkel He 178, 30 anni dopo, sviluppava 450 kg di spinta.
Il 16 dicembre del 1910 Coandă aveva ultimato la macchina e volle provare ad accendere il motore. Trasportò l'aeroplano a [[Issy-les-Moulineaux]] solo per collaudarlo a terra, non era ancora pronti né lui né la macchina per volare. Coandă entrò nell'abitacolo e diede contatto. Dopo qualche minuto di riscaldamento però accese anche il motore a getto azionando il compressore, il quale quasi subito spinse in avanti l'aero facendo fumo e fiamme dallo scarico. Prima che Coandă potesse realizzare cosa stesse succedendo, si ritrovò a volare. Impressionato dalle fiamme e spaventato dal fatto che fino ad allora aveva pilotato solo alianti, Coandă perse il controllo del mezzo che iniziò a precipitare. In breve l'aereo cadde e si incendiò, ma Coandă rimase illeso.
Egli stesso scrisse dell'accaduto nel [[1964]]: "La macchina guadagnò quota più velocemente di quanto pensassi; non era un mio errore, ma dopo un po' entrarò in stallo, si abbatté al suolo e bruciò completamente. Fui veramente fortunato a non essere incastrato sul seggiolino, dato che ero stato lanciato fuori quando l'aeroplano si abbatté al suolo; altrimenti sarei potuto bruciare con esso."
Per i sui tempi il Coandă 1 era un aereo incredibilmente potente, ma non fu più ricostruito proprio a causa del fatto che la concezzione era troppo avanzata mentre le conoscenze aerodinamiche e costruttive dell'epoca non erano confrontabili con questa nuova idea.
Durante il breve volo, Coandă fu in grado di osservare che i gas si scarico abbracciavano il fianco dell'aereo, questo fu il motivo del principio di incendio a bordo. Spese molti anni a studiare questo effetto, noto oggi con il nome di "[[effetto Coandă]]" un termine coniato da [[Albert Metral]]. Questo effetto è dovuto alla tendenza di un fluido di essere risucchiato da superfici convesse, invece di seguire la direzione originale.
Il [[Caproni Campini C.C.2]] utilizzava la stesa configurazione, mentre comprensibilmente aveva un'aerodinamica ed una presa d'aria più evoluta, e volò nel [[1940]]. Un terzo ed ultimo esempio di questo motore, forse l'unico ad essere impiegato, è il [[MiG-13|Mikoyan-Gurevich MiG-13]] del [[1945]].
[[Categoria:motore]]
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