[[File:Francisco_de_Goya_y_Lucientes_-_Los_fusilamientos_del_tres_de_mayo_-_1814.jpg|thumb|left|''[[3 maggio 1808]]'', quadro simbolo della repressione francese in Spagna dipinto da [[Francisco Goya]]]]
Con l'Europa continentale ormai assoggettata alla Francia, napoleoneNapoleone tornò a dedicare la sua attenzione al confronto con il Regno Unito. In particolare, il sistema del blocco continentale, su cui Napoleonel'imperatore molto aveva puntato, non stava dando i suoi frutti: il divieto di commerciare con i britannici non era applicato con severità, il [[contrabbando]] era molto diffuso anche nella stessa Francia<ref name=Gerosa386>[[#Gerosa|Gerosa]], p. 386</ref>, e diversi stati europei si rifiutavano di adottare le disposizioni sancite dall'imperatorecon i decreti di Berlino<ref name=Gerosa386 />; in aggiunta a ciò, il contro-blocco messo in atto come ritorsione dai britannici aveva provocato una grave penuria di materie prime in Europa, vista l'indiscussa superiorità della Royal Navy sulla marina francese<ref>[[#Chandler1998|Chandler 1998]], p. 86</ref>. Con in mente l'obbiettivo di rafforzare il sistema del blocco, sul finire del 1807 Napoleone concentrò la sua attenzione sul Portogallo: storico alleato del Regno Unito, il paese cercava di mantenere una precaria [[neutralità]] nel conflitto in corso, ma si era rifiutato di applicare le disposizioni del blocco continentale<ref name=napo2/>. Il [[18 ottobre]] 1807, solo quattordici settimane dopo la battaglia di Friedland, un'armata francese agli ordini del generale [[Jean-Andoche Junot]] entrò in Spagna, già da tempo alleata della Francia, dirigendosi verso la frontiera portoghese; il [[30 novembre]] seguente i francesi, ostacolati più che altro dal terreno impervio e dal clima avverso<ref name=PhilipH-vol49-pp6-11 />, presero [[Lisbona]], mentre il re [[Giovanni VI del Portogallo]] fuggiva alla volta della colonia del [[Brasile]]<ref name=PhilipH-vol49-pp6-11>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 49, pp. 6 - 11</ref>. Junot fu nominato governatore, ed il paese venne assoggettato ad un duro regime di occupazione militare: l'esercito venne sciolto, le proprietà della famiglia reale portoghese confiscate, ed un pesante tributo imposto alla popolazione civile<ref name=PhilipH-vol49-pp6-11 />; truppe spagnole si aggiunsero alla forza d'occupazione francese, in vista della spartizione del Portogallo tra queste due nazioni<ref name=Gerosa388-389>[[Gerosa|Gerosa]], pp. 388 - 389</ref>.
Con la scusa di fornire appoggio a Junot, un secondo esercito francese sotto il comando del maresciallo Murat venne stanziato in Spagna, andando ben presto ad occupare le località chiave della nazione, compresa la capitale [[Madrid]]<ref name=Gerosa388-389 />. Il paese si trovava in una situazione di profonda instabilità, dilaniato dalla lotta per il potere tra il re [[Carlo IV di Spagna|Carlo IV]] ed il figlio, il futuro [[Ferdinando VII di Spagna|Ferdinando VII]]; approfittando della situazione, Napoleone obbligò i due sovrani ad [[abdicazione|abdicare]] il [[6 maggio]] [[1808]] nei suoi confronti, ed il [[6 giugno]] seguente consegnò la corona di Spagna al fratello [[Giuseppe Bonaparte]]<ref name=PhilipH-vol39-p6>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 39, p. 9</ref>. Le prepotenze e le sopraffazioni da parte dei francesi avevano già provocato [[Rivolta del due di maggio|una grande sommossa a Madrid]] il [[2 maggio]]<ref name=napo2/>, duramente repressa da Murat con cariche di cavalleria nelle strade e massiccio ricorso alla fucilazione di prigionieri<ref name=PhilipH-vol49-pp6-11 />; alla notizia dell'incoronazione di Giuseppe come nuovo re di Spagna, percepita come iposizione di un monarca straniero, tutta la nazione insorse contro i francesi, subito imitata anche dai portoghesi<ref name=PhilipH-vol39-p6 />. Le truppe francesi si trovarono a sperimentare un nuovo tipo di guerra: se l'esercito regolare spagnolo era debole e disorganizzato, in tutte le regioni della Spagna e del Portogallo si svilupparono rapidamente bande di irregolari che adottavano contro gli occupanti tattiche di [[guerriglia]]<ref name=PhilipH-vol53-pp5-10>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 53, pp. 5 - 10</ref><ref>Il termine stesso ''guerriglia'' deriva dallo [[lingua spagnola|spagnolo]] ''guerrilla'' (''piccola guerra''), come appunto venivano indicate le azioni delle bande irregolari contro l'occupante francese. Vedi [[#Gerosa|Gerosa]], p. 392</ref>. Impreparati a gestire un simile movimento di massa<ref>Durante la campagna di Prussia nell'ottobre 1806 - giugno 1807, alcune piccole bande di guerriglieri prussiani avevano operato contro le linee di comunicazione dei francesi, ma si trattava in gran parte di reparti regolari rimasti separati dall'esercito principale</ref>, i francesi reagirono adottando una tattica del terrore, radendo al suolo i villaggi sospettati di appoggiare i guerriglieri e condannando a morte qualsiasi irregolare catturato<ref>[[#Gerosa|Gerosa]], p. 391</ref>; inevitabilmente, anche i guerriglieri spagnoli adottarono crudeli ritorsioni contro i reparti francesi isolati, e la guerra assunse ben presto un grado di barbarie ben superiore alla media dell'epoca<ref name=PhilipH-vol53-pp5-10 />.
[[File:La Rendición de Bailén (Casado del Alisal).jpg|thumb|right|Il generale [[Francisco Javier Castaños|Castaños]] (in bianco) accetta la resa dei francesi al termine della [[battaglia di Bailén]] ]]
Con l'intera [[penisola iberica]] ormai in preda alla guerra, consistenti rinforzi francesi vennero inviati nella regione, ma il [[23 luglio]] 1808 gli spagnoli ottennero un inaspettato successo nella [[battaglia di Bailén]], obbligando alla resa l'armata del generale [[Pierre Dupont de l'Étang|Dupont]]; la sconfitta fu un colpo durissimo per i francesi: dalla proclamazione dell'Impero, non era mai accaduto che un'armata francese venisse obbligata alla resa<ref>[[#Gerosa|Gerosa]], p. 399</ref>. Profondamente demoralizzato, il re Giuseppe abbandonò Madrid ripiegando con tutte le truppe oltre la linea del fiume [[Ebro]]. La situazione per la Francia si aggravò nell'agosto seguente, quando un esercito britannico agli ordini del generale [[Arthur Wellesley, I duca di Wellington|Arthur Wellesley]] sbarcò a [[Figueira da Foz]] per portare aiuto ai portoghesi; il [[21 agosto]] 1808 la piccola forza di Wellesley inflisse una pesante sconfitta ai francesi di Junot nella [[battaglia di Vimeiro]], obbligandoli a lasciare il Portogallo<ref>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 50, pp. 11 - 14</ref>. Con le sconfitte che andavano accumulandosi, Napoleone decise di intervenire di persona nel conflitto iberico, ed ai primi di novembre un grosso contingente della ''Grande Armée'' attraversò i [[Pirenei]] sotto la guida dello stesso imperatore<ref name=Gerosa402-404>[[#Gerosa|Gerosa]], pp. 402 - 404</ref>. Caduta la monarchia, la Spagna era priva di un governo centrale, ed i vari governi locali (le ''Juntas'') non riuscivano a coordinare i loro sforzi<ref name=Gerosa402-404 />; sfruttando le divisioni in campo nemico, i francesi batterono rapidamente le varie armate spagnole, ed il [[4 dicembre]] Napoleone fece il suo ingresso a Madrid, reinsediando sul trono il fratello Giuseppe<ref name=Gerosa402-404 />. Un esercito britannico sotto il generale [[John Moore]], accorso dal Portogallo per portare aiuto agli spagnoli, venne costretto ad intraprendere una difficile ritirata attraverso le montagne spagnole coperte di neve; nonostante le gravi perdite, i britannici riuscirono a raggiungere il porto di [[La Coruña]] ed a reimbarcarsi alla volta della Gran Bretagna, anche se lo stesso Moore rimase ucciso nella [[battaglia di La Coruña]] il [[16 gennaio]] [[1809]]<ref>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 51, pp. 5 - 10</ref>. Con la situazione ristabilita, Napoleone lasciò la Spagna per rientrare a Parigi il [[23 gennaio]] 1809, lasciando la conduzione delle restanti operazioni militari nella penisola iberica ai suoi marescialli.
Il rientro anticipato dell'imperatore dalla Spagna era stato richiesto dai recenti preparativi militari messi in atto dall'Austria: fin dalla sconfitta nel conflitto del [[1805]], l'impero asburgico aveva dedicato molte energie a ricostruire e modernizzare le sue forze armate, in attesa dell'opportunità favorevole per riguadagnare la posizione di potere in Europa strappatagli dalla Francia<ref name=Castle-p7>[[#Castle|Castle]], p. 7</ref>. Il momento propizio sembrò manifestarsi sul finire del 1808: le sconfitte di Bailén e Vimeiro avevano dimostrato che le armate francesi non erano invincibili, e con gran parte della ''Grande Armée'' inviata in Spagna l'Austria poteva sperare almeno in una parità numerica in caso di scontro in Germania<ref name=Castle-p7 />; vi era inoltre la speranza che un intervento austriaco avrebbe provocato tra i tedeschi una insurrezione anti-francese sul modello spagnolo<ref name=PhilipH-vol39-pp10-14>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 39, pp. 10 - 14</ref>. Come per la Prussia nel 1806, la corte austriaca si trovò divisa tra i favorevoli al conflitto (guidati dall'imperatrice [[Maria Ludovica d'Asburgo-Este]] e dal ministro degli esteri [[Johann Philipp Karl Joseph von Stadion|von Stadion]]) ed i contrari (tra cui si colocavacollocava il comandante in capo dell'esercito, l'[[arciduca]] [[Carlo d'Asburgo-Teschen]], convinto che l'Austria non fosse ancora militarmente preparata ad un confronto con la Francia)<ref name=PhilipH-vol39-pp10-14 />; solo dopo lunghe esitazioni l'imperatore [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco I]] decise per la guerra. Nel febbraio del 1809, Austria e Regno Unito siglarono il trattato di alleanza che diede vita alla [[quinta coalizione]]: i britannici promisero di inviare un contingente nella Germania settentrionale per distrarre truppe francesi dal teatro principale, mentre la Prussia si disse disponibile ad inviare contingenti in appoggio ai coalizzati; più ambiguo era il ruolo della Russia, formalmente alleata dei francesi: era quasi certo tuttavia che non avrebbe assunto un ruolo attivo in caso di conflitto<ref name=PhilipH-vol39-pp10-14 />. Napoleone era stato informato dei preparativi bellici austriaci fin dal gennaio del 1809, ma aveva scelto di non recarsi personalmente in Germania, per paura che la sua presenza spingesse i coalizzati ad agire immediatamente<ref name=PhilipH-vol39-pp10-14 />; Napoleone aveva invece bisogno di tutto il tempo che riusciva ad ottenere per preparare le sue truppe al conflitto. La necessità di dover condurre una guerra su due fronti principali (in Germania ed in Spagna) spinse l'imperatore ad ordinare il richiamo anticipato di nuove classi di leva (rendendo così la coscrizione ancora più impopolare di quanto fosse statostata prima)<ref>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 40, pp. 3</ref>, ma, soprattutto, ad affidarsi ancora di più alle truppe fornite dai suoi alleati: se prima di allora queste venivano usate principalmente per ruoli secondari o di presidio, per la campagna del 1809 vennero invece dispiegate in prima linea, all'interno di unità francesi o in propri corpi autonomi<ref>[[#Castle|Castle]], p. 19</ref>.
[[File:Fernand Cormon 005.jpg|thumb|right|Scena della [[battaglia di Aspern-Essling]] che vide [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]] sconfitto nel tentativo di attraversare il [[Danubio]] ]]
La guerra ebbe inizio il [[10 aprile]] 1809, quando l'esercito austriaco dell'arciduca Carlo invase la [[Baviera]], membro della Confederazione del Reno; forze austriache minori venero inviate anche ad attaccare gli alleati francesi in Polonia ed in Italia. Le forze francesi erano piuttosto sparpagliate, ma gli austriaci non riuscirono ad approfittare della situazione, rallentati dal clima avverso; il [[17 aprile]] Napoleone arrivò sul teatro delle operazioni, e si diede subito da fare per preparare la controffensiva. Dopo alcuni scontri preliminari, i due eserciti si affrontarono il [[22 aprile]] nella [[battaglia di Eckmühl]]: gli austriaci furono sconfitti, ma l'arciduca Carlo riuscì ad organizzare un riuscito ripiegamento sulla riva settentrionale del [[Danubio]], salvando il suo esercito dalla distruzione<ref>[[#Castle|Castle]], p. 28</ref>. Napoleone seguì quindi il corso del fiume fino a [[Vienna]], che si arrese il [[13 maggio]] dopo un breve bombardamento; l'esercito di Carlo si trovava a nord della città, sull'altra sponda del Danubio, e Napoleone lo attaccò il [[21 maggio]], dando inizio alla [[battaglia di Aspern-Essling]]: gli sforzi dei francesi furono gravemente ostacolati dal fatto che tutte le truppe ed i rifornimanti dovevano transitare attraverso un unico ponte sul fiume. La battaglia in sé, terminata il pomeriggio del [[22 maggio]], si concluse con uno stallo, ma le forze francesi, a corto di rifornimenti, ripiegarono quella sera stessa oltre il fiume: l'arciduca Carlo era riuscito ad infliggere a Napoleone la sua prima sconfitta in una battaglia campale<ref>[[#Castle|Castle]], p. 53</ref>. Gli austriaci speravano che la sconfitta inducesse i francesi a stipulare un trattato di pace<ref>[[#Castle|Castle]], p. 55</ref>, ma il primo pensiero di Napoleone divenne quello di vendicare lo smacco; il [[5 luglio]], dopo una lunga preparazione, la ''Grande Armée'' attraversò di nuovo il Danubio, impegnando l'armata austriaca nella [[battaglia di Wagram]]: i francesi ottennero una vittoria netta e decisiva, ma ancora una volta Carlo riuscì a salvare la sua armata dall'annientamento<ref>[[#Castle|Castle]], p. 85</ref>. Un armistizio venne stipulato tra i due comandanti l'[[11 luglio]], ma passarono diversi mesi prima di arrivare ad un trattato di pace definitivo, principalmente perché gli austriaci confidavano in un intervento dei loro alleati; le loro speranze vennero ben presto deluse: la Prussia inviò solo poche migliaia di volontari, la Russia mantenne un atteggiamento ostile verso l'Austria, e l'attacco diversivo britannico si concretizzò in uno [[spedizione Walcheren|sbarco in Olanda]] ai primi di agosto, che si risolse in un nulla di fatto. La [[pace di Schönbrunn]] venne infine firmata il [[14 ottobre]] 1809: l'Austria perse diversi territori a vantaggio della Francia, della Baviera e del ducato di VrasaviaVarsavia, venne costretta a pagare una pesante indennità di guerra, ad aderire al blocco continentale ed a ridurre considerevolmente l'ammontare delle sue forze armate<ref>[[#Castle|Castle]], p. 90</ref>.
Intanto nella penisola iberica i combattimenti proseguivano. Un secondo corpo di spedizione britannico, di nuovo al comando di Wellesley, venne inviato in Portogallo nell'aprile del 1809; gli anglo-portoghesi controllavano Lisbona ed il sud del paese, ma il nord era stato occupato dalle forze del maresciallo [[Nicolas Jean-de-Dieu Soult|Soult]], mentre un secondo esercito francese sotto il maresciallo [[Claude-Victor Perrin|Victor]] si stava avvicinando da est. Con una serie di abili manovre, Wellesley forzò la linea del [[Duero|Douro]] ed inflisse una dura sconfitta a Soult nella [[seconda battaglia di Oporto]] il [[12 maggio]]<ref name=PhilipH-vol51-p11-14>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 51, pp. 11 - 14</ref>. Scacciati per la seconda volta i francesi dal Portogallo, Wellesley condusse l'armata anglo-portoghese verso est per portare aiuto all'esercito spagnolo del generale [[Gregorio García de la Cuesta|Cuesta]], ripetutamente sconfitto dalle forze di Victor. I due esrecitieserciti si ricongiunsero il [[21 luglio]], per poi affrontare i francesi nella [[battaglia di Talavera (1809)|battaglia di Talavera]] il [[28 luglio]] seguente: nonostante i difficili rapporti con gli alleati spagnoli, Wellesley riuscì a vincere la sanguinosa battaglia, seppur a caro prezzo; la notizia del successo fece molto scalpore in Gran Bretagna, e Wellesley venne premiato per il successo con la nomina a [[duca]] di [[Wellington (Somerset)|Wellington]]<ref>[[#Fletcher|Fletcher]], pp. 9 - 10</ref>. Nonostante questiqueste successivittorie, il 1809 si concluse disastrosamente per gli alleati: gli spagnoli subirono una devastante sconfitta il [[19 novembre]] nella [[battaglia di Ocaña]], la Spagna meridionale venne invasa dalle forze di Soult, ed il governo spagnolo venne costretto a rifugiarsi a [[Cadice]], dove [[Assedio di Cadice|rimase assediato]] per i successivi due anni e mezzo; a causa di questi insuccessi, il duca di Wellington venne costretto a riportare le sue forze oltre il confine portoghese<ref name=PhilipH-vol51-p11-14 />. La campagna riprese sul finire di luglio del [[1810]], quando le forze del maresciallo [[Andrea Massena|Massena]], dopo aver espungantoespungnato la fortezza di [[Ciudad Rodrigo]] al termine di un lungo assedio, invasero per la terza volta il Portogallo; Wellington si ritirò lentamente verso la zona di Lisbona, dove erano state realizzate imponenti opere fortificate. Massena raggiunse le linee fortificate davanti Lisbona il [[14 ottobre]], e per un mese cercò invano un varco attraverso cui passare; alla fine, esauriti i viveri, dovette intraprendere una ritirata in Spagna. La successiva vittoria di Wellington su Massena nella [[battaglia di Fuentes de Oñoro]] il [[6 maggio]] [[1811]] allontanò definitivamente la minaccia francese sul Portogallo<ref>[[#Fletcher|Fletcher]], p. 14</ref>.
La quinta coalizione ([[1809]]) fra Regno Unito ed Austria contro la Francia, si formò mentre il Regno Unito si confrontava con la Francia nella [[guerra d'indipendenza spagnola]].
Di nuovo, il Regno Unito era rimasto solo; questo si doveva in gran parte al fatto che la Gran Bretagna non era entrata mai in un conflitto su grande scala con la Francia, al contrario dei suoi alleati continentali. L'attività militare britannica si era limitata ad una successione di piccole vittorie nelle colonie francesi ed altre [[Battaglia di Copenaghen (1807)|vittorie navali a Copenaghen]]. A terra tentò solo la disastrosa [[spedizione Walcheren]] (1809) che comportò un duplice sforzo dell'esercito britannico e della Royal Navy di alleviare le forze austriache dalla forte pressione francese. L'operazione finì in un disastro dopo che il comandante dell'esercito [[John Pitt, Secondo Signore di Chatham|John Pitt]] non riuscì a catturare l'obiettivo, la base navale francese di [[Anversa]].
La lotta si incentrò allora nella guerra economica, blocco continentale contro blocco navale. Entrambi i contendenti entrarono in combattimento tentando di rinforzare i loro blocchi; gli inglesi combatterono negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nella [[guerra del 1812]] ed i francesi si affrontarono nella guerra di indipendenza spagnola (1808 - [[1814]]). Il conflitto nella [[Penisola Iberica]] cominciò perché il [[Portogallo]] continuava a commerciare con l'[[Inghilterra]] nonostante le restrizioni francesi. Quando truppe spagnole vinsero i francesi nella [[battaglia di Bailén]], dimostrando che una parte importante del paese spagnolo non voleva mantenere la sua alleanza con la Francia, le truppe francesi occuparono gradualmente il suo territorio fino ad entrare a [[Madrid]], fatto che propiziò l'intervento inglese.
L'Austria, all'inizio alleata della Francia, approfittò dell'opportunità per cercare di recuperare il suo antico Impero Tedesco che era esistito prima della battaglia di Austerlitz. Inizialmente ebbe successo contro le deboli forze del maresciallo Davout, visto che Napoleone aveva lasciato solamente 170.000 soldati per difendere la frontiera occidentale della Francia. Questo stesso compito era stato portato a termine negli anni novanta del [[XVIII secolo]] con 800.000 uomini, ed allora dovevano difendere un fronte molto minore.
Napoleone ottenne un successo in Spagna, riprendendo Madrid e sconfiggendo spagnoli ed inglesi e cacciando questi ultimi dalla penisola iberica (ma non per molto tempo). L'attacco dell'Austria prese alla sprovvista Napoleone che era impegnato in vittoriose operazioni contro il Regno Unito. Questo fece si che abbandonasse la penisola iberica e non vi ritornasse mai più. In sua assenza, ed in assenza dei suoi migliori ufficiali, Davout rimase nell'est durante la guerra e la situazione cambiò, specialmente quando arrivò il generale inglese Sir [[Arthur Wellesley, Duca di Wellington|Arthur Wellesley]], futuro Duca di Wellington, come comandante delle forze britanniche.
Gli austriaci si introdussero nel Ducato di Varsavia, ma furono sconfitti nella [[battaglia di Radzyn]] il [[19 aprile]] 1809. L'esercito polacco recuperò il territorio conosciuto come [[Galizia (Europa centrale)|Galizia]] dopo i suoi primi successi.
Napoleone assunse il comando nell'est ed incoraggiò l'esercito a contrattaccare in Austria. Una serie di battaglie relativamente minori assicurarono la vittoria austriaca nella [[battaglia di Aspern-Essling]], la prima sconfitta tattica di Napoleone. L'errore del comandante austriaco, l'[[Carlo d'Austria-Teschen|Arciduca Carlo]], fu quello di voler proseguire dopo la sua piccola vittoria, permettendo a Napoleone di preparare un tentativo di assediare Vienna, cosa che fece ai primi di luglio battendo gli austriaci nella [[battaglia di Wagram]], tra il [[5 luglio|5]] ed il [[6 luglio]]. Durante questa battaglia il maresciallo [[Jean-Baptiste Jules Bernadotte]] fu privato del suo titolo e ridicolizzato da Napoleone di fronte ad altri ufficiali dello [[Stato Maggiore]]. A seguito anche del suo comportamento verso gli ufficiali svedesi presi prigionieri a Lubecca, venne offerta allora a Bernadotte la corona di Svezia, che il generale francese accettò con il consenso di Napoleone, il quale sperava così di fare della Svezia un futuro alleato, fatto che non si rivelò poi tale: successivamente infatti Bernadotte partecipò attivamente alle guerre contro il suo ex comandante ed imperatore.
La guerra della quinta coalizione finì col [[trattato di Schönbrunn]], il [[14 ottobre]] del 1809.
Nel [[1810]], l'[[Primo Impero francese|Impero francese]] raggiunse la sua massima estensione. Napoleone si sposò con [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena|Maria-Luisa]], un'arciduchessa austriaca, allo scopo di assicurare un'alleanza stabile con l'Austria e dare all'Imperatore un erede, cosa che la sua prima moglie, [[Giuseppina di Beauharnais]], non era riuscita a fare. Oltre all'Impero francese, Napoleone controllava la [[Svizzera|Confederazione svizzera]], la [[Confederazione del Reno]], il Granducato di Varsavia e il [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]]. I territori alleati includevano: il Regno di Spagna di [[Giuseppe Bonaparte]], il [[Regno di Westfalia]] di [[Gerolamo Bonaparte]], il [[Regno di Napoli]] di [[Gioacchino Murat]], suo cognato, il [[Principato di Lucca e Piombino]] di [[Felice Baciocchi]], anch'egli cognato di Napoleone, ed i suoi antichi nemici, Prussia ed Austria.
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