Utente:Franz van Lanzee/Sandbox 2: differenze tra le versioni

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=== Dalla Russia all'Isola d'Elba ===
=== Guerriglia in Spagna e guerra in Germania ===
{{vedi anche|quintasesta coalizione|guerra d'indipendenza spagnola}}
[[File:Napoleons retreat from moscow.jpg|thumb|right|Ritirata dalla [[Russia]] dopo la disfatta della [[Grande Armata]] ([[1813]])]]
[[File:Francisco_de_Goya_y_Lucientes_-_Los_fusilamientos_del_tres_de_mayo_-_1814.jpg|thumb|left|''[[3 maggio 1808]]'', quadro simbolo della repressione francese in Spagna dipinto da [[Francisco Goya]]]]
 
La sesta coalizione ([[1812]] - [[1814]]) consistette nell'alleanza fra Regno Unito, Russia, Prussia, Svezia, Austria ed un certo numero di stati tedeschi, contro la Francia.
Con l'Europa continentale ormai assoggettata alla Francia, Napoleone tornò a dedicare la sua attenzione al confronto con il Regno Unito. In particolare, il sistema del blocco continentale, su cui l'imperatore molto aveva puntato, non stava dando i suoi frutti: il divieto di commerciare con i britannici non era applicato con severità, il [[contrabbando]] era molto diffuso anche nella stessa Francia<ref name=Gerosa386>[[#Gerosa|Gerosa]], p. 386</ref>, e diversi stati europei si rifiutavano di adottare le disposizioni sancite con i decreti di Berlino<ref name=Gerosa386 />; in aggiunta a ciò, il contro-blocco messo in atto come ritorsione dai britannici aveva provocato una grave penuria di materie prime in Europa, vista l'indiscussa superiorità della Royal Navy sulla marina francese<ref>[[#Chandler1998|Chandler 1998]], p. 86</ref>. Con in mente l'obbiettivo di rafforzare il sistema del blocco, sul finire del 1807 Napoleone concentrò la sua attenzione sul Portogallo: storico alleato del Regno Unito, il paese cercava di mantenere una precaria [[neutralità]] nel conflitto in corso, ma si era rifiutato di applicare le disposizioni del blocco continentale<ref name=napo2/>. Il [[18 ottobre]] 1807, solo quattordici settimane dopo la battaglia di Friedland, un'armata francese agli ordini del generale [[Jean-Andoche Junot]] entrò in Spagna, già da tempo alleata della Francia, dirigendosi verso la frontiera portoghese; il [[30 novembre]] seguente i francesi, ostacolati più che altro dal terreno impervio e dal clima avverso<ref name=PhilipH-vol49-pp6-11 />, presero [[Lisbona]], mentre il re [[Giovanni VI del Portogallo]] fuggiva alla volta della colonia del [[Brasile]]<ref name=PhilipH-vol49-pp6-11>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 49, pp. 6 - 11</ref>. Junot fu nominato governatore, ed il paese venne assoggettato ad un duro regime di occupazione militare: l'esercito venne sciolto, le proprietà della famiglia reale portoghese confiscate, ed un pesante tributo imposto alla popolazione civile<ref name=PhilipH-vol49-pp6-11 />; truppe spagnole si aggiunsero alla forza d'occupazione francese, in vista della spartizione del Portogallo tra queste due nazioni<ref name=Gerosa388-389>[[Gerosa|Gerosa]], pp. 388 - 389</ref>.
 
Nel 1812, Napoleone diede inizio alla [[campagna di Russia]] invadendo questa nazione per obbligare lo [[Zar]] [[Alessandro I di Russia]] a rimanere nel blocco continentale ed eliminare il pericolo imminente di un'invasione russa della Polonia. La "[[Grande Armata]]" di Napoleone, formata da 650.000 uomini (di cui solo 270.000 francesi, il resto provenientei da paesi alleati o sudditi), attraversò il fiume [[Nemunas]] il [[23 giugno]] 1812. La Russia proclamò la [[Campagna di Russia|guerra patriottica]] mentre Napoleone parlò di una "seconda guerra polacca", ma contro le aspettative dei polacchi che fornirono quasi 100.000 soldati per la forza d'invasione, Napoleone evitò di dare concessione alcuna al loro ducato, avendo in mente le successive negoziazioni con la Russia.
Con la scusa di fornire appoggio a Junot, un secondo esercito francese sotto il comando del maresciallo Murat venne stanziato in Spagna, andando ben presto ad occupare le località chiave della nazione, compresa la capitale [[Madrid]]<ref name=Gerosa388-389 />. Il paese si trovava in una situazione di profonda instabilità, dilaniato dalla lotta per il potere tra il re [[Carlo IV di Spagna|Carlo IV]] ed il figlio, il futuro [[Ferdinando VII di Spagna|Ferdinando VII]]; approfittando della situazione, Napoleone obbligò i due sovrani ad [[abdicazione|abdicare]] il [[6 maggio]] [[1808]] nei suoi confronti, ed il [[6 giugno]] seguente consegnò la corona di Spagna al fratello [[Giuseppe Bonaparte]]<ref name=PhilipH-vol39-p6>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 39, p. 9</ref>. Le prepotenze e le sopraffazioni da parte dei francesi avevano già provocato [[Rivolta del due di maggio|una grande sommossa a Madrid]] il [[2 maggio]]<ref name=napo2/>, duramente repressa da Murat con cariche di cavalleria nelle strade e massiccio ricorso alla fucilazione di prigionieri<ref name=PhilipH-vol49-pp6-11 />; alla notizia dell'incoronazione di Giuseppe come nuovo re di Spagna, percepita come iposizione di un monarca straniero, tutta la nazione insorse contro i francesi, subito imitata anche dai portoghesi<ref name=PhilipH-vol39-p6 />. Le truppe francesi si trovarono a sperimentare un nuovo tipo di guerra: se l'esercito regolare spagnolo era debole e disorganizzato, in tutte le regioni della Spagna e del Portogallo si svilupparono rapidamente bande di irregolari che adottavano contro gli occupanti tattiche di [[guerriglia]]<ref name=PhilipH-vol53-pp5-10>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 53, pp. 5 - 10</ref><ref>Il termine stesso ''guerriglia'' deriva dallo [[lingua spagnola|spagnolo]] ''guerrilla'' (''piccola guerra''), come appunto venivano indicate le azioni delle bande irregolari contro l'occupante francese. Vedi [[#Gerosa|Gerosa]], p. 392</ref>. Impreparati a gestire un simile movimento di massa<ref>Durante la campagna di Prussia nell'ottobre 1806 - giugno 1807, alcune piccole bande di guerriglieri prussiani avevano operato contro le linee di comunicazione dei francesi, ma si trattava in gran parte di reparti regolari rimasti separati dall'esercito principale</ref>, i francesi reagirono adottando una tattica del terrore, radendo al suolo i villaggi sospettati di appoggiare i guerriglieri e condannando a morte qualsiasi irregolare catturato<ref>[[#Gerosa|Gerosa]], p. 391</ref>; inevitabilmente, anche i guerriglieri adottarono crudeli ritorsioni contro i reparti francesi isolati, e la guerra assunse ben presto un grado di barbarie ben superiore alla media dell'epoca<ref name=PhilipH-vol53-pp5-10 />.
 
L'esercito russo utilizzò per quanto possibile la strategia della [[terra bruciata (guerra)|terra bruciata]] ritirandosi fino a fermarsi nella [[battaglia di Borodino]], il [[7 settembre]], che a causa della sua drammaticità li obbligò a lasciare libera la strada verso [[Mosca]], conquistata il [[14 settembre]]. Alessandro I rifiutò la resa e Napoleone, senza un chiaro segno di vittoria, si vide costretto a ritirarsi<ref name=napo2/> dopo che il governatore, principe [[Fyodor Rostopchin]], ordinò l'incendio totale della città. Così cominciò la disastrosa "[[Campagna di Russia#La ritirata|Gran ritirata]]", con 370.000 morti e 200.000 prigionieri. In novembre, rimanevano solo 27.000 soldati per attraversare il fiume [[Beresina]]. Napoleone lasciò il suo esercito per tornare a Parigi e preparare la difesa della Polonia dall'avanzata russa. La situazione non era così disperata come poteva sembrare all'inizio: i russi avevano perso 400.000 uomini, tuttavia avevano il vantaggio di alcune linee di rifornimento più vicine e potevano rinnovare le loro truppe con maggiore rapidità dei francesi.
[[File:La Rendición de Bailén (Casado del Alisal).jpg|thumb|right|Il generale [[Francisco Javier Castaños|Castaños]] (in bianco) accetta la resa dei francesi al termine della [[battaglia di Bailén]] ]]
Con l'intera [[penisola iberica]] ormai in preda alla guerra, consistenti rinforzi francesi vennero inviati nella regione, ma il [[23 luglio]] 1808 gli spagnoli ottennero un inaspettato successo nella [[battaglia di Bailén]], obbligando alla resa l'armata del generale [[Pierre Dupont de l'Étang|Dupont]]; la sconfitta fu un colpo durissimo per i francesi: dalla proclamazione dell'Impero, non era mai accaduto che un'armata francese venisse obbligata alla resa<ref>[[#Gerosa|Gerosa]], p. 399</ref>. Profondamente demoralizzato, il re Giuseppe abbandonò Madrid ripiegando con tutte le truppe oltre la linea del fiume [[Ebro]]. La situazione per la Francia si aggravò nell'agosto seguente, quando un esercito britannico agli ordini del generale [[Arthur Wellesley, I duca di Wellington|Arthur Wellesley]] sbarcò a [[Figueira da Foz]] per portare aiuto ai portoghesi; il [[21 agosto]] 1808 la piccola forza di Wellesley inflisse una pesante sconfitta ai francesi di Junot nella [[battaglia di Vimeiro]], obbligandoli a lasciare il Portogallo<ref>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 50, pp. 11 - 14</ref>. Con le sconfitte che andavano accumulandosi, Napoleone decise di intervenire di persona nel conflitto iberico, ed ai primi di novembre un grosso contingente della ''Grande Armée'' attraversò i [[Pirenei]] sotto la guida dello stesso imperatore<ref name=Gerosa402-404>[[#Gerosa|Gerosa]], pp. 402 - 404</ref>. Caduta la monarchia, la Spagna era priva di un governo centrale, ed i vari governi locali (le ''Juntas'') non riuscivano a coordinare i loro sforzi<ref name=Gerosa402-404 />; sfruttando le divisioni in campo nemico, i francesi batterono rapidamente le varie armate spagnole, ed il [[4 dicembre]] Napoleone fece il suo ingresso a Madrid, reinsediando sul trono il fratello Giuseppe<ref name=Gerosa402-404 />. Un esercito britannico sotto il generale [[John Moore]], accorso dal Portogallo per portare aiuto agli spagnoli, venne costretto ad intraprendere una difficile ritirata attraverso le montagne spagnole coperte di neve; nonostante le gravi perdite, i britannici riuscirono a raggiungere il porto di [[La Coruña]] ed a reimbarcarsi alla volta della Gran Bretagna, anche se lo stesso Moore rimase ucciso nella [[battaglia di La Coruña]] il [[16 gennaio]] [[1809]]<ref>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 51, pp. 5 - 10</ref>. Con la situazione ristabilita, Napoleone lasciò la Spagna per rientrare a Parigi il [[23 gennaio]] 1809, lasciando la conduzione delle restanti operazioni militari nella penisola iberica ai suoi marescialli.
 
Allo stesso tempo la guerra d'indipendenza spagnola giunse ad una svolta definitiva. Nella [[battaglia di Vitoria]] (21 giugno [[1813]]), il [[Duca di Wellington]] sconfisse [[Giuseppe Bonaparte]] ed i francesi si videro obbligati ad abbandonare la Spagna attraversando i [[Pirenei]].
Il rientro anticipato dell'imperatore dalla Spagna era stato richiesto dai recenti preparativi militari messi in atto dall'Austria: fin dalla sconfitta nel conflitto del [[1805]], l'impero asburgico aveva dedicato molte energie a ricostruire e modernizzare le sue forze armate, in attesa dell'opportunità favorevole per riguadagnare la posizione di potere in Europa strappatagli dalla Francia<ref name=Castle-p7>[[#Castle|Castle]], p. 7</ref>. Il momento propizio sembrò manifestarsi sul finire del 1808: le sconfitte di Bailén e Vimeiro avevano dimostrato che le armate francesi non erano invincibili, e con gran parte della ''Grande Armée'' inviata in Spagna l'Austria poteva sperare almeno in una parità numerica in caso di scontro in Germania<ref name=Castle-p7 />; vi era inoltre la speranza che un intervento austriaco avrebbe provocato tra i tedeschi una insurrezione anti-francese sul modello spagnolo<ref name=PhilipH-vol39-pp10-14>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 39, pp. 10 - 14</ref>. Come per la Prussia nel 1806, la corte austriaca si trovò divisa tra i favorevoli al conflitto (guidati dall'imperatrice [[Maria Ludovica d'Asburgo-Este]] e dal ministro degli esteri [[Johann Philipp Karl Joseph von Stadion|von Stadion]]) ed i contrari (tra cui si collocava il comandante in capo dell'esercito, l'[[arciduca]] [[Carlo d'Asburgo-Teschen]], convinto che l'Austria non fosse ancora militarmente preparata ad un confronto con la Francia)<ref name=PhilipH-vol39-pp10-14 />; solo dopo lunghe esitazioni l'imperatore [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco I]] decise per la guerra. Nel febbraio del 1809, Austria e Regno Unito siglarono il trattato di alleanza che diede vita alla [[quinta coalizione]]: i britannici promisero di inviare un contingente nella Germania settentrionale per distrarre truppe francesi dal teatro principale, mentre la Prussia si disse disponibile ad inviare contingenti in appoggio ai coalizzati; più ambiguo era il ruolo della Russia, formalmente alleata dei francesi: era quasi certo tuttavia che non avrebbe assunto un ruolo attivo in caso di conflitto<ref name=PhilipH-vol39-pp10-14 />. Napoleone era stato informato dei preparativi bellici austriaci fin dal gennaio del 1809, ma aveva scelto di non recarsi personalmente in Germania, per paura che la sua presenza spingesse i coalizzati ad agire immediatamente<ref name=PhilipH-vol39-pp10-14 />; Napoleone aveva invece bisogno di tutto il tempo che riusciva ad ottenere per preparare le sue truppe al conflitto. La necessità di dover condurre una guerra su due fronti principali (in Germania ed in Spagna) spinse l'imperatore ad ordinare il richiamo anticipato di nuove classi di leva (rendendo così la coscrizione ancora più impopolare di quanto fosse stata prima)<ref>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 40, pp. 3</ref>, ma, soprattutto, ad affidarsi ancora di più alle truppe fornite dai suoi alleati: se prima di allora queste venivano usate principalmente per ruoli secondari o di presidio, per la campagna del 1809 vennero invece dispiegate in prima linea, all'interno di unità francesi o in propri corpi autonomi<ref>[[#Castle|Castle]], p. 19</ref>.
 
[[File:FernandNapoleon Cormoni 005Poniatowski Lipsk.jpg|thumb|rightleft|ScenaNapoleone dellaalla [[battaglia di Aspern-EsslingLipsia]] che vide [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte(1813)]] sconfitto nel tentativo di attraversare il [[Danubio]] ]]
La guerra ebbe inizio il [[10 aprile]] 1809, quando l'esercito austriaco dell'arciduca Carlo invase la [[Baviera]], membro della Confederazione del Reno; forze austriache minori venero inviate anche ad attaccare gli alleati francesi in Polonia ed in Italia. Le forze francesi erano piuttosto sparpagliate, ma gli austriaci non riuscirono ad approfittare della situazione, rallentati dal clima avverso; il [[17 aprile]] Napoleone arrivò sul teatro delle operazioni, e si diede subito da fare per preparare la controffensiva. Dopo alcuni scontri preliminari, i due eserciti si affrontarono il [[22 aprile]] nella [[battaglia di Eckmühl]]: gli austriaci furono sconfitti, ma l'arciduca Carlo riuscì ad organizzare un riuscito ripiegamento sulla riva settentrionale del [[Danubio]], salvando il suo esercito dalla distruzione<ref>[[#Castle|Castle]], p. 28</ref>. Napoleone seguì quindi il corso del fiume fino a [[Vienna]], che si arrese il [[13 maggio]] dopo un breve bombardamento; l'esercito di Carlo si trovava a nord della città, sull'altra sponda del Danubio, e Napoleone lo attaccò il [[21 maggio]], dando inizio alla [[battaglia di Aspern-Essling]]: gli sforzi dei francesi furono gravemente ostacolati dal fatto che tutte le truppe ed i rifornimanti dovevano transitare attraverso un unico ponte sul fiume. La battaglia in sé, terminata il pomeriggio del [[22 maggio]], si concluse con uno stallo, ma le forze francesi, a corto di rifornimenti, ripiegarono quella sera stessa oltre il fiume: l'arciduca Carlo era riuscito ad infliggere a Napoleone la sua prima sconfitta in una battaglia campale<ref>[[#Castle|Castle]], p. 53</ref>. Gli austriaci speravano che la sconfitta inducesse i francesi a stipulare un trattato di pace<ref>[[#Castle|Castle]], p. 55</ref>, ma il primo pensiero di Napoleone divenne quello di vendicare lo smacco; il [[5 luglio]], dopo una lunga preparazione, la ''Grande Armée'' attraversò di nuovo il Danubio, impegnando l'armata austriaca nella [[battaglia di Wagram]]: i francesi ottennero una vittoria netta e decisiva, ma ancora una volta Carlo riuscì a salvare la sua armata dall'annientamento<ref>[[#Castle|Castle]], p. 85</ref>. Un armistizio venne stipulato tra i due comandanti l'[[11 luglio]], ma passarono diversi mesi prima di arrivare ad un trattato di pace definitivo, principalmente perché gli austriaci confidavano in un intervento dei loro alleati; le loro speranze vennero ben presto deluse: la Prussia inviò solo poche migliaia di volontari, la Russia mantenne un atteggiamento ostile verso l'Austria, e l'attacco diversivo britannico si concretizzò in uno [[spedizione Walcheren|sbarco in Olanda]] ai primi di agosto, che si risolse in un nulla di fatto. La [[pace di Schönbrunn]] venne infine firmata il [[14 ottobre]] 1809: l'Austria perse diversi territori a vantaggio della Francia, della Baviera e del ducato di Varsavia, venne costretta a pagare una pesante indennità di guerra, ad aderire al blocco continentale ed a ridurre considerevolmente l'ammontare delle sue forze armate<ref>[[#Castle|Castle]], p. 90</ref>.
 
Vedendo un'opportunità in questa storica sconfitta di Napoleone, la Prussia tornò in guerra; Napoleone credette di poter creare un nuovo esercito tanto grande come quello che aveva mandato in Russia, e rinforzò rapidamente i suoi effettivi nell'est da 30.000 a 130.000 uomini che successivamente arrivarono a 400.000. Gli alleati si videro da lui infliggere 40.000 perdite nelle battaglie di [[Battaglia di Lützen (1813)|Lützen]] ([[2 maggio]] 1813) e [[battaglia di Bautzen|Bautzen]] (dal [[20 maggio|20]] al [[21 maggio]]), entrambe combattute da un totale di 250.000 uomini divenendo così le più grandi battaglie di tutte le guerre napoleoniche.
Intanto nella penisola iberica i combattimenti proseguivano. Un secondo corpo di spedizione britannico, di nuovo al comando di Wellesley, venne inviato in Portogallo nell'aprile del 1809; gli anglo-portoghesi controllavano Lisbona ed il sud del paese, ma il nord era stato occupato dalle forze del maresciallo [[Nicolas Jean-de-Dieu Soult|Soult]], mentre un secondo esercito francese sotto il maresciallo [[Claude-Victor Perrin|Victor]] si stava avvicinando da est. Con una serie di abili manovre, Wellesley forzò la linea del [[Duero|Douro]] ed inflisse una dura sconfitta a Soult nella [[seconda battaglia di Oporto]] il [[12 maggio]]<ref name=PhilipH-vol51-p11-14>[[#Haythornthwaite|Haythornthwaite]], vol. 51, pp. 11 - 14</ref>. Scacciati per la seconda volta i francesi dal Portogallo, Wellesley condusse l'armata anglo-portoghese verso est per portare aiuto all'esercito spagnolo del generale [[Gregorio García de la Cuesta|Cuesta]], ripetutamente sconfitto dalle forze di Victor. I due eserciti si ricongiunsero il [[21 luglio]], per poi affrontare i francesi nella [[battaglia di Talavera (1809)|battaglia di Talavera]] il [[28 luglio]] seguente: nonostante i difficili rapporti con gli alleati spagnoli, Wellesley riuscì a vincere la sanguinosa battaglia, seppur a caro prezzo; la notizia del successo fece molto scalpore in Gran Bretagna, e Wellesley venne premiato per il successo con la nomina a [[duca]] di [[Wellington (Somerset)|Wellington]]<ref>[[#Fletcher|Fletcher]], pp. 9 - 10</ref>. Nonostante queste vittorie, il 1809 si concluse disastrosamente per gli alleati: gli spagnoli subirono una devastante sconfitta il [[19 novembre]] nella [[battaglia di Ocaña]], la Spagna meridionale venne invasa dalle forze di Soult, ed il governo spagnolo venne costretto a rifugiarsi a [[Cadice]], dove [[Assedio di Cadice|rimase assediato]] per i successivi due anni e mezzo; a causa di questi insuccessi, il duca di Wellington venne costretto a riportare le sue forze oltre il confine portoghese<ref name=PhilipH-vol51-p11-14 />. La campagna riprese sul finire di luglio del [[1810]], quando le forze del maresciallo [[Andrea Massena|Massena]], dopo aver espungnato la fortezza di [[Ciudad Rodrigo]] al termine di un lungo assedio, invasero per la terza volta il Portogallo; Wellington si ritirò lentamente verso la zona di Lisbona, dove erano state realizzate imponenti opere fortificate. Massena raggiunse le linee fortificate davanti Lisbona il [[14 ottobre]], e per un mese cercò invano un varco attraverso cui passare; alla fine, esauriti i viveri, dovette intraprendere una ritirata in Spagna. La successiva vittoria di Wellington su Massena nella [[battaglia di Fuentes de Oñoro]] il [[6 maggio]] [[1811]] allontanò definitivamente la minaccia francese sul Portogallo<ref>[[#Fletcher|Fletcher]], p. 14</ref>.
 
L'armistizio venne dichiarato il [[4 giugno]] e continuò fino al [[13 agosto]], tempo durante il quale entrambe le parti tentarono di recuperare il milione di perdite che complessivamente avevano avuto da aprile. Anche in questo periodo gli alleati negoziarono per portare l'Austria ad un confronto aperto con la Francia, e riuscirono a formare due eserciti austriaci per circa 800.000 uomini confinati sul fronte tedesco, con una riserva strategica di 350.000, usata per appoggiare le operazioni di confine.
 
Napoleone poté portare il grosso delle forze imperiali nella regione fino a circa 650.000 uomini, benché solo 250.000 stessero sotto il suo comando diretto, con altri 120.000 agli ordini di [[Nicolas Charles Oudinot]] e 30.000 sotto Davout. La Confederazione del Reno diede a Napoleone il grosso delle forze restanti, essendo Sassonia e Baviera i principali contributori. Inoltre, il Regno di Napoli di Murat ed il Regno d'Italia di [[Eugène de Beauharnais]] avevano una forza alleata totale di 100.000 uomini, mentre fra 150.000 e 200.000 uomini provenienti dalla Spagna furono costretti a ritirarsi per contrastare le forze spagnole e britanniche che raggiunsero circa le 150.000 unità. Pertanto, 900.000 soldati francesi in totale si opposero su tutti i fronti di battaglia a circa un milione di effettivi alleati, senza includere le riserve strategiche che si stavano formando in Germania. Le apparenze, tuttavia, ingannavano un po' poiché molti dei soldati tedeschi che combattevano nelle linee francesi non erano niente affatto affidabili, ed erano sempre disposti a disertare verso l'esercito alleato. È ragionevole allora dire che Napoleone non potè contare su più di 450.000 uomini in Germania, la qual cosa significava che nonostante tutti i suoi tentativi e propositi, era numericamente superato nel rapporto di due a uno.
 
Verso la fine dell'armistizio, Napoleone sembrò avere recuperato l'iniziativa a [[Dresda]], dove vinse un esercito alleato numericamente superiore, infliggendogli enormi perdite, mentre i francesi ne soffrirono relativamente poche. Tuttavia, la sufficienza dei suoi marescialli da una parte e la sua mancanza di sicurezza nel resto dell'offensiva, costò loro la perdita del vantaggio parziale che questa significativa vittoria potè assicurare.
 
[[File:Russparis.jpg|thumb|L'esercito russo entra a Parigi ([[30 marzo]] 1814)]]
 
Nella [[battaglia di Lipsia]] in Sassonia (dal [[16 ottobre|16]] al [[19 ottobre]] del 1813), anche chiamata "battaglia delle Nazioni", 191.000 francesi lottarono contro più di 450.000 alleati, venendo sconfitti e costretti a ritirarsi in Francia. Napoleone lottò in una serie di battaglie, compresa la [[battaglia di Arcis-sur-Aube]], in Francia, ma a poco a poco fu obbligato a retrocedere davanti alla superiorità dei suoi avversari. Durante questi giorni ebbe luogo la [[campagna dei sei giorni]], nella quale l'Imperatore francese vinse diverse battaglie contro le truppe nemiche che avanzavano verso Parigi, ma non riuscì mai a condurre al campo di battaglia più di 70.000 uomini durante tutta la campagna, di fronte a più di mezzo milione di truppe alleate. Nel [[trattato di Chaumont]], del [[9 marzo]], gli alleati decisero di mantenere la Coalizione fino alla sconfitta definitiva di Napoleone.
 
Gli alleati entrarono a Parigi il [[30 marzo]] del [[1814]]. Napoleone, deciso a lottare e incapace di accettare la perdita di potere, durante la campagna calcolò di inserire come rinforzo 900.000 reclute fresche, ma poté mobilitarne solo una frazione. Inoltre, i suoi schemi sempre più irreali per la vittoria lasciarono passo ad una realtà senza speranze. Napoleone abdicò il [[6 aprile]] a seguito del [[Trattato di Fontainebleau (1814)|trattato di Fontainebleau]]. Il [[1º ottobre]] ebbe inizio il [[congresso di Vienna]] che stabilì la nuova suddivisione politica del continente europeo.
 
Napoleone fu esiliato all'[[isola d'Elba]], e si restaurò la dinastia [[Borbone|Borbonica]] in Francia sotto [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]].