Gaio Valerio Catullo: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Gaio Valerio Catullo nacque a [[Verona]] nella [[Venetia et Histria]]. [[San Gerolamo]] pone l'87 a.C. ed il 57 a.C. rispettivamente come data di tnascitanascita e di morte e specifica che appunto egli morì a trent'anni. Tuttavia, dato che nei suoi carmi vengono accennati avvenimenti che riportano all'anno 55 a.C., si è maggiormente propensi ritenere che egli sia nato nell'84 e morto nel 54 a.C.
Apparteneva ad una famiglia agiata e ben nota: stando a quanto dice [[Svetonio]] (''Vita di Cesare,73''), il padre ospitò Q. Metello Celere e Giulio Cesare in casa propria al tempo del loro proconsolato in Gallia. Trasferitosi nella Capitale si suppone intorno al 61-60 a.C., cominciò a frequentare ambienti politici, intellettuali e mondani, conobbe personaggi influenti e conosciuti dell'epoca, come [[Quinto Ortensio Ortalo]], [[Gaio Memmio]], [[Cornelio Nepote]], ed [[Asinio Pollione]],infine ebbe contatti ostili con [[Cesare]] e [[Cicerone]]; con una stretta cerchia d'amici letterati, quali [[Licinio Calvo]] ed [[Elvio Cinna]] fondò un circolo privato e solidale per stile di vita e tendenze letterarie. Durante il suo soggiorno prolungato a [[Roma]] ebbe una relazione travagliata con la sorella del [[tribuno]] [[Clodio]], tale [[Clodia]]<ref>Secondo un'indicazione di Apuleio nell<nowiki>'</nowiki>''Apologia, 10'', la donna a cui si riferisce Catullo e che soprannomina Lesbia è la sorella del tribuno Clodio, rimasta vedova nel 59 a.C. di Quinto Metello Celere. Tuttora questa informazione viene considerata vera.</ref> soprannominata nei carmi con lo pseudonimo ''Lesbia'' in riferimento alla grandezza della poetessa d'amore Saffo dell'isola di Lesbo. Da alcuni suoi carmi emerge che il poeta ebbe anche un'altra relazione, con un giovinetto di nome Giovenzio. Catullo si allontanò varie volte da Roma per trascorrere del tempo nella sua villa a [[Sirmione]], sul lago di [[Garda]], luogo da lui particolarmente apprezzato e celebrato per il suo fascino ameno. Nel 57-56 a.C. fece parte della ''cohors praetoria'', accompagnò Gaio Memmio in [[Bitinia]] e in quella circostanza andò a visitare la tomba del fratello sita nella [[Troade]]. Quel viaggio non recò alcun beneficio al poeta, che ritornò senza guadagni economici, né la lontananza riuscì a fargli riacquistare la serenità perduta a causa dell'incostanza e dell'indifferenza di Lesbia nei suoi confronti.
Catullo non partecipò mai attivamente alla vita politica, anzi voleva fare della sua poesia un ''ludus'' fra amici, una poesia leggera e lontana dagli ideali politici tanto osannati dai letterati del tempo (a riguardo si veda il carme: "''Nil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere / nec scire utrum sis albus an ater homo"'' "''Non mi interessa affatto piacerti, Cesare, né sapere se tu sia bianco o nero"''). Tuttavia seguì la formazione del primo triumvirato, i casi violenti della guerra condotta da Cesare in Gallia e Britannia (si vedano i Carmi 11 e 29: "''Caesaris visens monimenta magni,/ Gallicum Rhenum horribile aequor/ ultimosque Britannos...''", "''quod Comata Gallia/ habebat uncti et ultima Britannia?''"), i tumulti fomentati da Clodio, comandante dei populares, fratello della sua celebre amante Lesbia ed acerrimo nemico di [[Marco Tullio Cicerone]], che verrà da lui spedito in esilio nel [[58 a.C.]] ma poi richiamato, i patti di Lucca ed il secondo consolato di Pompeo. Una nota da sottolineare è il Carme 52 dove, per usare le parole di [[Alfonso Traina]], "''il disprezzo della vita politica si fa disprezzo per la vita stessa''":