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{| class="boilerplate" id="pd" style="width:80%; margin: 0 auto; border:2px solid #00ff00; padding:5px; background-color: #000000;" cellpadding="4" cellspacing="4"
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|<span style="color:#3399FF"><p align="center"><b>Sandbox Privata. Se vuoi contribuire, vai direttamente alla pagina di riferimento. Non modificare qui, grazie.</b>
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{{Nota disambigua|altre voci contenenti Maradona|[[Maradona (disambigua)]]|Maradona}}
{{Sportivo
|nome completo=Diego Armando Maradona Franco
|immagine=[[File:Maradona 1977 debut.jpg|200px]]
|didascalia=
|sesso=M
|GiornoMeseNascita=30 ottobre
|luogo nascita=[[Lanús]]
|paese nascita={{ARG}}
|GiornoMeseMorte=
|AnnoMorte=
|luogo morte=
|altezza=168<ref name=profilo>Diverse fonti riportano come peso forma 67 o 68 kg e come altezza 165 cm o 168 cm (si vedano [http://www.tuttocalciatori.net/Maradona TuttoCalciatori.net] o [http://www.goal.com/it/people/argentina/25941/diego-armando-maradona Goal.com] come esempi, specificatamente per l'altezza [http://archiviostorico.gazzetta.it/2009/giugno/18/banda_dei_nanetti_del_gol_ga_3_090618006.shtml Gazzetta.it] o [http://www.celebheights.com/s/Diego-Armando-Maradona-3251.html CelebHeights.com] che riportano 165 cm). In assenza di una fonte ufficiale bibliografica, si riportano quelle più affidabili.</ref>
|peso=68<ref name=profilo/>
{{MedaglieOro|{{WC2|1986}}}}
{{MedaglieArgento|{{WC2|1990}}}}
|aggiornato = 14 novembre 20092010
}}
{{quote|Giocare contro Maradona è come giocare contro il tempo perché sai che, prima o poi, o segnerà o farà segnare.|[[Arrigo Sacchi]] da ''La storia del grande Milan – ESPN Classic''}}
====Primi Anni====
[[File:Armando_Maradona-1973.jpg|thumb|175px|Diego Maradona a 13 anni, foto di un giornale locale. Alla pubblicazione della foto, il giornale sbagliò a stamparne il cognome, scrivendo "Caradona".]]
Figlio di Diego (detto ''Chitoro'') e Dalma Salvadora Franco (detta ''Tota''), Diego Armando nacque il [[30 ottobre]] [[1960]] nel ''Policlínico Evita'' di [[Lanús]], un comune della [[provincia di Buenos Aires]]. Crebbe a Villa Fiorito - una ''[[villa miseria]]'' situata a sud della [[Grande Buenos Aires]] - con la sua famiglia, trasferitasi da [[Provincia di Corrientes|Corrientes]]. Quinto di otto fratelli e primo figlio maschio, oltre a lui la famiglia era composta dalle sorelle maggiori Ana, Rita (''Kity''), Elsa (''Lili'') e María Rosa (''Mary''), dai due fratelli minori, Raul detto ''Lalo'' e [[Hugo Maradona|Hugo]] detto ''El Turco'' (entrambi divenuti poi calciatori professionisti) e dalla sorella minore Claudia (''Caly'')<ref>{{Cita|Maradona|pp.8-9}}</ref>. Il Pelusa (così chiamato per l'elevata quantità di capelli in testa<ref name=favolamaradona1favmar1>{{cita web|url=http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=594|titolo=La Favola di Maradona-1ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=5-11-2009}}</ref>) iniziò a giocare a calcio nella squadra del quartiere, l'''Estrella Roja'', dove già aveva militato lo zio come portiere<ref name=favolamaradona1favmar1/>. Sin da piccolo il padre lo portava a vedere giocare la sua squadra preferita, il [[Boca Juniors]], di cui anche Maradona diventò estimatore e grande tifoso<ref name=favolamaradona1favmar1/>, anche se inizialmente tifò per l'[[Club Atlético Independiente|Independiente]] di [[Ricardo Bochini|Bochini]] e [[Daniel Bertoni|Bertoni]]<ref>{{Cita|Maradona|p.11}}</ref>. Nel quartiere di Villa Fiorito giocava, nella squadra avversaria delle ''Tres Banderas'', il suo amico Goyo Carrizo, per tutti il miglior giocatore del quartiere<ref>{{Cita|Maradona|p.9}}</ref>. Fu proprio questi a farlo partecipare ad una selezione nelle giovanili dell'[[Argentinos Juniors]] di [[Buenos Aires]]<ref name=favolamaradona1favmar1/><ref>{{Cita|Maradona|p.10}}</ref>. Entrò così a far parte delle ''Cebollitas'' (''Cipolline''), la squadra giovanile dell'Argentinos, il [[5 dicembre]] [[1970]] a 10 anni<ref name=sitoargentinosj/><ref name=cebollitas>{{cita web|url=http://www.diegomaradona.com/historia/cebollas/ceb_set.html|titolo=Storia-Cebollitas|editore=DiegoMaradona.com|accesso=2-11-2009|lingua=es}}</ref>. Il suo primo allenatore fu Francisco Cornejo, che all'inizio non credette all'età di Maradona (gli fu addirittura richiesto un documento, che però non aveva con sè al momento del provino<ref name=cebollitas/><ref>{{Cita|Maradona|pp.10-11}}</ref>). Con lui in rosa, la squadra giovanile raggiunse una striscia di 136 risultati utili consecutivi in tre anni, giocando tornei anche in [[Perù]] e [[Uruguay]]<ref name=sitoargentinosj/><ref name=cebollitas/>. Dopo una finale del Campionato Nazionale persa dalle ''Cebollitas'' contro la ''Santiago del Estero'' allenata da Elías Ganem, il figlio di questi, César, disse a Maradona: "Non devi piangere, ragazzo, perchè diventerai il più grande giocatore del mondo"<ref>{{Cita|Maradona|p.13}} - Frase originale: "''No llores, hermano, si vos vas a ser el mejor jugador del mundo.''"</ref>. È in questi anni che conobbe e diventò amico di Jorge Cyterszpiler, che diventerà il suo rappresentante e suo procuratore ufficiale nel [[1977]]<ref>{{Cita|Maradona|p.13}}</ref>. Cominciò ad essere conosciuto dai tifosi quando si mise a palleggiare durante gli intervalli delle partite della prima squadra, tanto da indurre il pubblico a chiedergli di continuare anche con le squadre tornate in campo<ref name=favolamaradona2favmar2>{{cita web|url=http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=598|titolo=La Favola di Maradona-2ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=8-11-2009}}</ref><ref>{{Cita|Maradona|pp.12-13}}</ref>. Il talento così mostrato fu tale da interessare anche la televisione, che andò nel quartiere a riprenderne l'abilità<ref name=favolamaradona3favmar3>{{cita web|url=http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=601|titolo=La Favola di Maradona-3ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=8-11-2009}}</ref>; partecipò anche ad una trasmissione, ''Sábados Circulares'', non facendo altro che palleggiare per tutta la durata dello show<ref>{{Cita|Maradona|p.12}}</ref>.
====Argentinos Juniors====
[[File:Maradona1980.jpg|thumb|left|Maradona nel 1980 con la maglia dell'Argentinos Juniors.]]
Maradona iniziò la sua carriera professionistica nell'Argentinos Juniors, debuttando il [[20 ottobre]] [[1976]] nella partita contro il [[Club Atlético Talleres|Talleres de Córdoba]]<ref name=sitoargentinosj>{{cita web|url=http://www.argentinosjuniors.com.ar/ficha_gloria.php?id=3|titolo=Glorias-Maradona|editore=ArgentinosJuniors.com.ar|accesso=5-11-2009|lingua=es}}</ref><ref name=argentinosj>{{cita web|url=http://www.diegomaradona.com/historia/argjrs/arg_set.html|titolo=Storia-Argentinos Juniors|editore=DiegoMaradona.com|accesso=2-11-2009|lingua=es}}</ref>, dieci giorni prima di compiere sedici anni. Entrò infatti in campo all'inizio del secondo tempo al posto di Giacobetti, indossando la maglia numero 16<ref name=argentinosj/><ref name=favolamaradona4favmar4>{{cita web|url=http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=630|titolo=La Favola di Maradona-4ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=08-11-2009}}</ref>. Poco prima di farlo esordire l'allora allenatore dell'Argentinos Juniors, Juan Carlos Montes, gli disse: "''Vai Diego, gioca come sai... E se possibile fai un tunnel''"<ref name=sitoargentinosj/><ref name=argentinosj/><ref>{{Cita|Maradona|p.15}} - Frase esatta: "''Vaya, Diego, juegue como usted sabe... Y si puede, tire un caño''"</ref>: in tutta risposta, Maradona fece subito un tunnel al primo avversario che gli si parò davanti, Juan Domingo Patricio Cabrera<ref name=argentinosj/>. Il giorno dopo, il magazine sportivo ''El Gráfico'' nella sintesi della partita lo defìni "sorprendente, molto abile e intelligente" assegnandogli come voto 7, nonostante avesse giocato solo 10 minuti<ref name=argentinosj/>. La prima partita da titolare fu contro il Newell's Old Boys<ref name=favolamaradona4favmar4/>, mentre i primi gol arrivarono il [[14 novembre]], con una doppietta al [[San Lorenzo (Argentina)|San Lorenzo]]<ref name=favolamaradona4favmar4/><ref>{{Cita|Maradona|p.15}}</ref>. Dai primi spezzoni di partita a diventare titolare fisso il passo fu breve: nel [[Campionato Metropolitano]] del [[1977]] (il primo dopo il suo debutto) giocò infatti 37 partite consecutive da titolare<ref name=argentinosj/>. Negli anni successivi diventò [[capocannoniere]] del Campionato Metropolitano per 3 anni consecutivi: [[1978]] (a parimerito con Luis Andreuchi<ref name=goleadorserieaarg>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesa/argtops.html|titolo=Argentina-List of Topscorers|editore=[[RSSSF]]|accesso=8-11-2009|lingua=en}}</ref>), [[1979]] (a parimerito con [[Élio Sergio Fortunato]]<ref name=goleadorserieaarg/>) e soprattutto [[1980]]<ref name=goleadorserieaarg/> quando portò la squadra al 2° posto<ref name=argentina7180>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesa/arghist-pro1970s.html|titolo=Final Tables Argentina 1971-1980|editore=[[RSSSF]]|accesso=8-11-2009|lingua=en}}</ref>. Fu anche goleador del [[Campionato Nacional]] nel [[1979]]<ref name=goleadorserieaarg/> e nel [[1980]]<ref name=goleadorserieaarg/>.
{{nota
|titolo=La sfida contro Hugo Gatti
|contenuto=In una partita del Campionato Nacional [[1980]], contro il Boca Juniors, avvenne un fatto che rese Maradona ancora più celebre: fu infatti preso di mira dallo storico portiere dei ''Bosteros'', [[Hugo Gatti]], che cercò di sminuirlo dichiarando al giornale ''La Razón'': "''gioca abbastanza bene, ma i giornali tendono ad esaltarne le doti''" e che "''ha la tendenza ad ingrassare''"<ref name=maradonapag24>{{Cita|Maradona|p.24}}</ref>. Il suo manager Cyterszpiler, riportandogli l'intervista, gli disse:"''Fagli due gol e chiudiamo qui la faccenda, no?'', al che Maradona rispose:"''No, Jorge, no... Due no: gliene faccio quattro''"<ref>{{Cita|Maradona|p.25}}</ref>. E il [[9 novembre]] gli segnò proprio quattro gol: il primo su rigore, il secondo con una punizione battuta quasi dalla linea di fondo, il terzo con un tocco morbido di sinistro e il quarto con una punizione dal limite<ref>{{Cita|Maradona|p.26}}</ref><ref>{{Cita|La Gazzetta dello Sport|3m,45s.}}</ref>.}}
Durante la sua permanenza all'Argentinos Juniors, vinse per due volte consecutive il [[Pallone d'Oro sudamericano]], il premio che spetta al miglior giocatore del continente, rispettivamente nel [[1979]] e nel [[1980]]<ref>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/miscellaneous/sam-poy.html|titolo=South American Player of the Year|editore=[[RSSSF]]|accesso=5-11-2009|lingua=en}}</ref>.
Una simile ascesa nel calcio sudamericano non fu ignorata dalle grandi squadre internazionali: già nel [[1978]] arrivarono le prime offerte del [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]] e dei [[New York Cosmos]], respinte però dalla dirigenza dell'Argentinos<ref name=levinskypag31>{{Cita|Levinsky|p.31}}</ref>; nuove offerte del Barcellona, della [[Juventus]] e dello [[Sheffield United Football Club|Sheffield]] (ed anche, come si saprà più tardi, del [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]]) furono rifiutate nel [[1979]]<ref name=favolamaradona5favmar5>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=635|titolo=La Favola di Maradona-5ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=6-11-2009}}</ref>. L'[[Federazione calcistica dell'Argentina|AFA]], per evitare che i talenti argentini emigrassero nei campionati stranieri (nonchè su pressione dell'allora [[Commissario tecnico|CT]] della [[Nazionale di calcio dell'Argentina|Selección]] [[César Luis Menotti]]), diramò una lista di giocatori non trasferibili all'estero valida fino al termine dei [[Campionato mondiale di calcio 1982|Mondiali del 1982]]: in questa lista era presente anche Maradona<ref name=levinskypag31/>. Ciò vieterà la sua cessione nel [[1980]], quando a giugno il Barcellona raggiunse l'intesa con l'Argentinos per 10 milioni di dollari, mentre la [[Juventus]] aveva trovato l'accordo con il procuratore Cyterszpiler<ref>{{Cita|Levinsky|p.33}}</ref>. Rimanendo però solo la possibilità di trasferirsi in una squadra argentina si fece avanti il [[Club Atlético River Plate|River Plate]], società dotata di una ottima disponibilità finanziaria, che fece una forte pressione alla dirigenza dell'Argentinos per assicurarsi il suo cartellino. La chiara ed esplicita volontà di Maradona era giocare nel Boca Juniors, il quale però non pareva avere la possibilità economica necessaria per l'acquisto. Ma il desiderio (sia di Maradona che del padre<ref name=favolamaradona6favmar6>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=641|titolo=La Favola di Maradona-6ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=6-11-2009}}</ref>) di vestire la maglia del Boca risolveranno la partita a favore dei ''Bosteros'': rifiutata l'offerta del River Plate, nel febbraio [[1981]] fu annunciato il trasferimento di Maradona al Boca con la formula del prestito con diritto di riscatto, valido fino al [[30 giugno]] [[1982]], per una cifra pari a 4 miliardi di [[Lira italiana|lire]], e prezzo di riscatto fissato ad ulteriori 4 miliardi<ref name=favolamaradona6favmar6/><ref>{{Cita|Levinsky|p.34}}</ref>. L'ingaggio di Maradona fu di 600 milioni, più 310 milioni di stipendo all'anno per due anni, premi vari per 250 milioni di lire e altri 600 milioni di premio per le amichevoli<ref name=favolamaradona6favmar6/>.
====Il Boca Juniors====
[[File:Boca diego retro.jpg|thumb|175px|Maradona con la maglia del Boca]]
Al Boca i rapporti non iniziarono per il verso giusto: l'allenatore [[Silvio Marzolini]] puntualizzò subito che per Maradona non ci sarebbe stato alcun tipo di "favoritismo"<ref name=favolamaradona7favmar7>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=645|titolo=La Favola di Maradona-7ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=7-11-2009}}</ref>, i dirigenti ponevano molta pressione allo spogliatoio<ref name=favolamaradona7favmar7/> e i tifosi, pur premendo per farlo diventare capitano, dopo qualche partita poco entusiasmante minacciarono di morte i giocatori qualora non si fossero impegnati a vincere il campionato<ref>{{Cita|Maradona|p.34}}</ref>. Per celebrare l'acquisto di Maradona fu organizzata un'amichevole contro l'Argentinos, il [[20 febbraio]] [[1981]]: Maradona giocò il primo tempo con i vecchi compagni e la ripresa con il Boca. Davanti a 25.000 spettatori, l'amichevole finì 3-2 per i ''Bichos Colorados'' con un gol segnato da Maradona per la sua vecchia squadra<ref name=favolamaradona7favmar7/>. Due giorni dopo ci fu il debutto ufficiale alla [[Bombonera]]: il Boca vinse contro il Talleres de Córdoba per 4-1 (curiosamente, la stessa squadra contro cui esordì con la maglia dell'Argentinos Juniors), con Maradona che andò a segno siglando due rigori<ref name=favolamaradona7favmar7/>. Uno strappo muscolare lo fermò per quattro giornate<ref name=favolamaradona7favmar7/>, ma al suo rientro guidò il Boca alla vittoria nella classica contro il River Plate (vittoria per 3-0 il [[10 aprile]]) e alla conquista del [[Campionato Metropolitano]] [[1981]], segnando 17 reti<ref name=rsssfarg81>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesa/arghist-pro1980s.html#a1981|titolo=Asociación del Fútbol Argentino - 1981|editore=[[RSSSF]]|accesso=7-11-2009|lingua=en}}</ref>. Nella seconda parte della stagione Maradona segnò 11 gol in 12 partite, portando il Boca fino ai quarti di finale del Campionato Nacional, dove furono però sconfitti dal [[Club Atlético Vélez Sársfield|Vélez]]<ref name=rsssfarg81/>. Maradona giocò le ultime partite nel febbraio [[1982]] contro il Racing, l'Independiente e il River Plate in un torneo valido per la Copa de Oro<ref>{{Cita|Maradona|p.38}}</ref>, prima di andare in ritiro con la Nazionale per i [[Campionato mondiale di calcio 1982|Mondiali del 1982]].
La squadra argentina (in forte difficoltà economica per l'esborso dovuto al prestito di Maradona e per l'alta inflazione che colpiva in quegli anni l'Argentina) non riusciva però a trovare il denaro necessario per l'acquisto definitivo: per riscattarlo, il Boca avrebbe dovuto pagare altri 4 miliardi di lire all'Argentinos entro il 1982<ref name=favolamaradona8favmar8>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=665|titolo=La Favola di Maradona-8ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=7-11-2009}}</ref><ref name=levinskypag39>{{Cita|Levinsky|p.39}}</ref>. Il club organizzò pertanto una tournée di amichevoli imponente con lo scopo di fare cassa: prima un quadrangolare in [[Costa d'Avorio]]<ref name=favolamaradona8favmar8/><ref>{{Cita|Levinsky|p.36}}</ref>, poi nel gennaio [[1982]] addirittura otto partite in 21 giorni in giro per il mondo a [[Los Angeles]], [[Hong Kong]], [[Malesia]], [[Messico]], [[Guatemala]] e [[Giappone]]<ref name=favolamaradona8favmar8/>. Fu addirittura organizzata una [[Riffa (diritto)|riffa]] in accordo con il governatore provinciale<ref name=levinskypag35>{{Cita|Levinsky|p.35}}</ref>, senza successo: il Boca dovette privarsi di Maradona, il cui cartellino tornò ad essere di proprietà dell'Argentinos, anche se una quota di una eventuale cessione sarebbe comunque andata ai ''Bosteros''<ref name=levinskypag35/><ref name=favolamaradona8favmar8/>. La cessione in realtà era praticamente certa perchè le casse dell'Argentinos, come quelle del Boca, erano vuote<ref name=levinskypag35/><ref name=favolamaradona8favmar8/>. Arrivò per prima un'offerta del [[Santos Futebol Clube|Santos]] per 7 milioni di dollari<ref name=levinskypag35/>, ma contemporaneamente tornò alla carica il Barcellona che trovò l'accordo sia con l'Argentinos che con il Boca: la cifra complessiva del trasferimento fu pari a 15 miliardi di lire, di cui 7 miliardi e mezzo all'Argentinos, 2 miliardi e mezzo al Boca Juniors e 5 miliardi a Maradona tra ingaggio, stipendi spalmati negli anni e sponsor (premi esclusi)<ref name=favolamaradona8favmar8/><ref name=levinskypag39/>. Fu il trasferimento più costoso della storia del calcio<ref name=favolamaradona8favmar8/> e Maradona divenne il giocatore più pagato di quegli anni<ref name=levinskypag40>{{Cita|Levinsky|pp.39-40}}</ref>. Il tutto venne reso pubblico il [[4 giugno]] [[1982]] ma potè essere effettivo soltanto dopo i [[Campionato_mondiale_di_calcio_1982|Mondiali]], a seguito della già citata lista degli instraferibili all'estero disposta dalla AFA<ref name=favolamaradona8favmar8/><ref name=levinskypag40/>.
====Il Barcellona====
Dopo i Mondiali, Maradona giocò la sua prima stagione con la maglia del ''Barça'' dell'allora presidente [[Josep Lluís Núñez|Nuñez]], e subito iniziarono i primi problemi: sia con la tifoseria, che lo considerava un ''sudàca'' (termine dispregiativo per indicare gli Indios sudamericani<ref>{{Cita|Levinsky|p.43}}</ref>), sia con l'allenatore [[Udo Lattek]], che Maradona non apprezzava (dato che faceva allenare la squadra con palle mediche di 8 kg<ref name=favolamaradona10favmar10>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=676|titolo=La Favola di Maradona-10ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=9-11-2009}}</ref>), sia con la dirigenza, che considerava il suo stile di vita non idoneo a quello di un calciatore<ref>{{Cita|Levinsky|p.43}}</ref>. Anche se l'esordio fu con gol il [[4 settembre]] contro il [[Valencia Club de Fútbol|Valencia]] (ma il Barcellona perse per 2-1 al [[Stadio Mestalla|Mestalla]]<ref name=sitobarcelona>{{cita web|url=http://www.diegomaradona.com/historia/barsa82/bar_set.html|titolo=Storia - Barcellona|editore=DiegoMaradona.com|accesso=09-11-2009|lingua=es}}</ref>), la stagione fu condizionata da diversi infortuni: prima la distorsione della rotula del ginocchio sinistro, poi la rottura parziale dei legamenti del ginocchio sinistro<ref name=favolamaradona10favmar10/>, sino a che un'[[epatite virale]] (scoperta proprio mentre si curava dall'ultimo infortunio<ref name=favolamaradona10favmar10/><ref>{{Cita|Maradona|p.42}}</ref>) lo allontanò dai campi di gioco per oltre tre mesi.
Il [[Campionato_di_calcio_spagnolo_1982-1983|campionato]] del Barça procedeva in maniera deludente rispetto alle aspettative di inizio stagione, ed anche le speranze di vincere la [[Coppa delle Coppe UEFA|Coppa delle Coppe]] svanirono presto: i catalani furono eliminati ai quarti di finale dall'[[Austria Vienna]] (0-0 all'andata a Vienna, 1-1 al ritorno al [[Camp Nou]]<ref name=favolamaradona10favmar10/>), e Maradona poté giocare solo la partita di ritorno a causa dell'epatite che ancora lo debilitava. Lattek fu esonerato il [[3 marzo]] [[1983]] e al suo posto, dopo una partita in cui la squadra fu guidata da José Luis Romero, arrivò [[César Luis Menotti]], l'allenatore dell'Argentina nei Mondiali del 1982. Il Barça finì la stagione solo quarto nel campionato spagnolo<ref>{{cita web|url=http://www.bdfutbol.com/en/t/t1982-83.html|titolo=Season 1982-83|editore=BDFutbol.com|accesso=10-11-2009|lingua=en}}</ref>, ma Maradona trascinò i ''blaugrana'' alle vittorie sia della [[Coppa del Re]], sconfiggendo il [[4 giugno]] [[1983]] in finale per 2-1 i rivali storici del [[Real Madrid]] allenato da [[Alfredo di Stéfano]], sia della [[Copa de la Liga]] nella doppia finale sempre contro il Real Madrid (2-2 all'andata il [[26 giugno]] e 2-1 al ritorno il [[29 giugno]], con un gol di Maradona in entrambe le partite<ref name=sitostatsbarca>{{Cita web|url=http://www.diegomaradona.com/historia/estadisticas/est_bar.html|titolo=Statistiche-Barcellona|editore=DiegoMaradona.com|accesso=10-11-2009|lingua=es}}</ref>).
La stagione 1983-1984 con Menotti in panchina cominciò meglio: il [[14 settembre]], alla prima partita di Coppa delle Coppe contro la squadra tedesca dell'[[FC Magdeburgo]], Maradona segnò una tripletta e la partita terminò 5-1<ref name=sitostatsbarca/>. Andò in rete anche nella successiva partita di [[Campionato di calcio spagnolo 1983-1984|campionato]] contro il [[Real_Club_Deportivo_Mallorca|Maiorca]]<ref name=sitostatsbarca/>. Finalmente si stava mettendo in mostra nel Barça, ma tutto si fermò alla quarta giornata di campionato durante l'incontro fra Barcellona ed [[Athletic Club|Athletic Bilbao]] del [[24 settembre]] [[1983]]. Mentre la partita era sul 3-0 a favore del Barça, Maradona subì un grave infortunio per un fallo di frustrazione da parte del difensore dell'Athletic [[Andoni Goikoetxea Olaskoaga]] (che successivamente verrà soprannominato ''Il Macellaio di Bilbao'' ed eletto "giocatore più duro della storia del calcio" dal ''Times''<ref>{{cita web|url=http://www.timesonline.co.uk/tol/sport/football/article2215721.ece|titolo=Football's 50 greatest hard men|editore=Times.co.uk|data=7-8-2007|accesso=11-09-2009|lingua=en}}</ref>). Il basco non fu neppure ammonito dal direttore di gara nonostante l'evidente volontarietà del fallo, anche se fu poi squalificato per 18 giornate (poi ridotte a 8<ref name=levinskypag45>{{Cita|Levinsky|p.45}}</ref><ref name=favolamaradona11favmar11>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=694|titolo=La Favola di Maradona-11ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=11-11-2009}}</ref>). Il violento intervento provocò la rottura del malleolo sinistro in tre diversi punti e la lesione dei legamenti della caviglia<ref name=favolamaradona11favmar11/><ref name=levinskypag44>{{Cita|Levinsky|p.44}}</ref>. Maradona fu operato la notte stessa dal dottor Gonzalez Adrio, dopo numerosi consulti richiesti sia al medico della Nazionale Argentina Madero, sia allo specialista di fiducia di Maradona, Ruben Dario Oliva<ref>{{Cita|Levinsky|pp.44-45}}</ref>. L'esito dell'operazione fu positivo: i medici del Barcellona prescrissero 2 mesi di fermo completo e un rientro in campo dopo 4 ulteriori mesi di riabilitazione, ma gli comunicarono laperdita permanente del 30% della mobilità della caviglia sinistra<ref name=maradonapag46>{{Cita|Maradona|p.46}}</ref>. Il dottor Oliva, dopo aver visto le prime radiografie, curò la sua fisioterapia e accelerò i tempi del recupero, facendolo camminare poco meno di un mese dopo l'intervento<ref name=levinskypag45/>. Durante il suo infortunio, il Barça vinse la Supercoppa spagnola nella doppia finale sempre contro l'Athletic Bilbao (1-3 all'andata il [[26 ottobre]] [[1983]] e 0-1 al ritorno il [[30 novembre]] [[1983]]).
Il rientro ufficiale di Maradona fu l'[[8 gennaio]] [[1984]], appena 106 giorni dopo l'infortunio, contro il [[Sevilla Fútbol Club|Siviglia]], contro i quali segnò una doppietta<ref name=sitostatsbarca/><ref name=maradonapag46/>. A marzo riprese la Coppa delle Coppe: il Barcellona vinse 2-0 contro il [[Manchester United Football Club|Manchester United]] la gara d'andata al Camp Nou, ma il 3-0 del ritorno per gli inglesi lo condannò all'eliminazione<ref name=favolamaradona11favmar11/>. Il Barcellona perse per 2-1 anche lo scontro diretto in campionato, il [[25 febbraio]], contro il Real Madrid: il Barça arrivò terzo in campionato, ad un punto dal Bilbao campione e dallo stesso Real Madrid<ref>{{cita web|url=http://www.bdfutbol.com/en/t/t1983-84.html|titolo=Season 1983-84|editore=BDFutbol.com|accesso=11-11-2009|lingua=en}}</ref>. A causa dei vari infortuni Maradona giocò in campionato solo 16 partite, riuscendo comunque a segnare 11 gol<ref name=sitostatsbarca/>.
Con le mancate vittorie crebbero le proteste: i tifosi continuavano a considerarlo un ''bluff'' e una ''invenzione degli argentini''<ref name=levinskypag44/>, si inasprirono i contrasti con lo stesso presidente Nuñez (l'episodio più noto fu il vietargli di partecipare alla partita di addio di [[Paul Breitner]], togliendogli il passaporto: gli fu restituito solo dopo che ruppe uno dei [[Trofeo Teresa Herrera|Teresa Herrera]] presenti in sede, ma non andò comunque alla partita<ref>{{Cita|Maradona|pp.43-44}}</ref><ref>{{Cita|Levinsky|p.47 }}</ref>), più le accuse presenti sin dall'inizio sulla sua vita notturna (specie durante l'infortunio). È in questi anni, come affermò più tardi lo stesso Maradona, che cominciò a fare uso di cocaina<ref name=favolamaradona12favmar12>{{cita web |url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=701|titolo=La Favola di Maradona-12ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=11-11-2009}}</ref>.
Dopo il campionato rimaneva comunque la Coppa del Re: il [[5 maggio]] si tenne la finale fra Barça e Athletic Club, gara che segnava l'occasione per Maradona di reincontrare Goikoetxea (nel ritorno di campionato segnò una doppietta, ma il difensore non era in campo<ref name=sitostatsbarca/><ref name=favolamaradona11favmar11/>). Sebbene fossero passati mesi, la questione dell'infortunio non era ancora risolta; durante la partita (vinta dal Bilbao per 1-0), Maradona reagì ad un gestaccio del difensore [[José María Núñez]], innescando una plateale rissa tra le due squadre sotto gli occhi del re [[Juan Carlos I di Spagna|Juan Carlos]]<ref>{{Cita|Levinsky|p.48}}</ref>. In seguito si scusò personalmente con il re di [[Spagna]], prima tramite lettera e poi in un incontro ufficiale<ref>{{Cita|Maradona|pp.48-49}}</ref>, ma l'episodio decretò una squalifica di 3 mesi<ref>{{Cita|Levinsky|p.49}}</ref> e al contempo segnò la fine della sua esperienza spagnola. I rapporti con il [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]] e il suo presidente Nuñez erano ormai completamente deteriorati: la ''goccia'' che fece traboccare il vaso fu il divieto impostogli dalla dirigenza di concedere interviste al giornalista José María García (che criticava aspramente la gestione Nuñez<ref>{{Cita|Maradona|p.47}}</ref>); questa azione fu vista da Maradona solo come l'ennesima ingiusta imposizione. Ai problemi con la dirigenza, si aggiunse il fatto di trovarsi praticamente in bancarotta a causa sia di investimenti sbagliati fatti del suo manager Cyterszpiler, sia dello sperpero di denaro per mantenere la famiglia che viveva al suo seguito<ref name=favolamaradona14favmar14>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=742|titolo=La Favola di Maradona-14ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=15-11-2009}}</ref>: questi due fattori e il fatto di sentirsi quasi imprigionato portarono Maradona a chiedere di essere ceduto<ref name=favolamaradona13favmar13>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=702|titolo=La Favola di Maradona-13ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=15-11-2009}}</ref>. La dirigenza era a conoscenza del suo abuso di droga e avrebbe voluto la sua cessione, ma era necessario mettere in conto la forte spesa per il suo acquisto e le mancate vittorie nei due anni precedenti<ref>{{Cita|Maradona|p.48}}</ref><ref name=favolamaradona12favmar2>{{Cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=701|titolo=La Favola di Maradona-12ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=15-11-2009}}</ref>. Il vicepresidente [[Joan Gaspart]], pur di trattenerlo, arrivò a proporgli un contratto in bianco, invitandolo ad inserire la cifra che desiderasse: nonostante Cyterszpiler avallasse l'accordo per i problemi di denaro già citati<ref name=favolamaradona13favmar13/><ref>{{Cita|Maradona|p.49}}</ref>, la volontà di Maradona di andare via da Barcellona e di scappare da quella realtà fu tale da rifiutare qualsiasi offerta.
Il Consiglio del club portò ai voti la cessione di Maradona: il risultato fu di 18 favorevoli su 19, con Gaspart unico contrario<ref name=favolamaradona15favmar15>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=743|titolo=La Favola di Maradona-15ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=15-11-2009}}</ref>. Nel giugno 1984 arrivò la prima offerta del Napoli tramite il [[Direttore sportivo|Ds]] [[Antonio Juliano]]: 3 milioni di dollari subito, 2 milioni entro il giugno 1985 e altri 2 entro il giugno 1986 per un totale di 7 milioni di dollari (13 miliardi di lire)<ref name=favolamaradona15favmar15/><ref name=levinskypag52>{{Cita|Levinsky|p.52}}</ref>, ma il Barcellona (che ne aveva speso altrettanti) non accettò la proposta cercando di far lievitare il prezzo. Si inserì brevemente nella trattativa il Racing di Parigi, ma il Barcellona rifiutò anche l'offerta francese<ref name=favolamaradona16favmar16>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=747|titolo=La Favola di Maradona-16ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=15-11-2009}}</ref>. La Juventus negò il suo interesse (avendo già in squadra [[Michel Platini]]), tanto che l'allora presidente [[Giampiero Boniperti|Boniperti]] arrivò a dichiarare: "''Con quel fisico non potrà andare da nessuna parte''"<ref name=favolamaradona16favmar16/><ref>{{Cita|Maradona|p.50}}</ref>. Il Napoli nel frattempo continuò la trattativa: addirittura organizzò una raccolta fondi tra soci e tifosi per raggiungere la maggior somma possibile<ref>{{Cita|Levinsky|pp.52-53}}</ref>. Dopo diversi e difficili giorni di contatti, Juliano aveva sia l'ok da parte di Cyterszpiler che da parte del Barcellona: l'ultima scadenza era la chiusura del mercato italiano prevista per il [[30 giugno]], pochi giorni dopo. L'allora presidente del Napoli [[Corrado Ferlaino]] depositò in federazione una busta vuota due giorni prima, facendo credere che contenesse il contratto firmato dal giocatore, quando in realtà la trattativa era ancora in corso<ref name=favolamaradona17favmar17>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=779|titolo=La Favola di Maradona-17ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=15-11-2009}}</ref>. In questo modo guadagnò il tempo necessario per concludere la trattativa, sostituendo poi la busta vuota con quella regolare proprio la notte del 30 giugno<ref name=favolamaradona18favmar18>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=789|titolo=La Favola di Maradona-18ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=15-11-2009}}</ref>. Dopo oltre un mese di negoziazioni fu ufficializzato il trasferimento di Maradona al [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] per la cifra di 13 miliardi e mezzo di lire (record per il mercato italiano dei tempi<ref name=levinskypag52/>). L'ingaggio fu di 1 milione di dollari, più 800 mila dollari di stipendio all'anno per 4 anni, premi doppi, casa ed automobile per sè e per il suo procuratore Cyterszpiler, dieci biglietti aerei all'anno di andata e ritorno per Buenos Aires più le varie sponsorizzazioni e pubblicità<ref>{{Cita|Levinsky|p.54}}</ref>.
====Le prime stagioni nel Napoli====
Il [[5 luglio]] [[1984]] Maradona venne presentato ufficialmente in uno [[Stadio San Paolo]] gremito di tifosi<ref>Maradona nella sua autobiografia parla di 80.000 persone, Levinsky ne indica 60.000, [http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=796 Napoli.com] ne indica 70.000, pertanto si preferisce non citare cifre esatte.</ref>, che pagarono da mille a tremila lire in base agli ordini di posto per vederlo e dargli il benvenuto<ref name=favolamaradona19favmar19>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=796|titolo=La Favola di Maradona-19ª puntata|editore=Napoli.com |accesso=16-11-2009}}</ref>. Bastarono una serie di palleggi ed un paio di tiri verso la porta per scatenare l'entusiasmo: il Napoli infatti veniva da una [[Serie A 1983-1984|stagione]] difficile, nella quale si era classificato 11° ad un solo punto dalla zona retrocessione. L'''avvento'' di Maradona era pertanto visto dai tifosi come l'inizio della sfida alle squadre del Nord Italia per la conquista del campionato<ref>{{Cita|Levinsky|p.53}}</ref>.
[[File:Maradona 1985.jpg|thumb|200px|Maradona nel [[1985]]]]
L'esordio in [[Serie A 1984-1985|Serie A]] fu il [[16 settembre]] [[1984]] in [[Hellas Verona|Verona]]-Napoli, persa per 3-1<ref name=statssitonapoli>{{cita web|url=http://www.diegomaradona.com/historia/estadisticas/est_nap.html|titolo=Statistiche-Napoli|editore=DiegoMaradona.com|accesso=16-11-2009|lingua=es}}</ref>, mentre il primo gol fu segnato alla [[Unione Calcio Sampdoria|Sampdoria]] su calcio di rigore nella giornata successiva, il [[23 settembre]]<ref name=statssitonapoli/>.
Era chiaro che da solo Maradona non avrebbe portato il Napoli a grandi risultati, e la società corse subito ai ripari: lo stesso Maradona chiese alla società di vendere i giocatori che erano fischiati dai tifosi e consigliò l'acquisto di [[Alessandro Renica]], libero della [[Sampdoria]]<ref name=maradonapag52>{{Cita|Maradona|p.52}}</ref>. Ulteriori rinforzi di una certa caratura furono l'attaccante [[Bruno Giordano]] (acquistato dalla [[Società Sportiva Lazio|Lazio]], retrocessa in B e colpita dallo scandalo scommesse), il regista [[Eraldo Pecci]] e il portiere [[Claudio Garella]] (vincitore dello Scudetto l'anno precedente con il Verona): non mancò l'apporto di nuovi giovani prelevati dalla Primavera, tra i quali [[Ciro Ferrara]] e [[Francesco Baiano]]. Ci fu inoltre l'arrivo come manager di [[Italo Allodi]] e l'approdo in panchina di [[Ottavio Bianchi]] al posto di Rino Marchesi: il nuovo allenatore fu però considerato da Maradona un tipo freddo ed autoritario<ref name=maradonapag52/>. Nello stesso periodo Guillermo Coppola divenne il suo nuovo manager al posto di Jorge Cyterszpiler<ref name=maradonapag52/>.
L'apporto dei nuovi giocatori e l'ottima intesa immediatamente creatasi tra Maradona (ormai capitano<ref name=favolamaradona23favmar23>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=858|titolo=La Favola di Maradona-23ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=17-11-2009}}</ref>) e Giordano portarono un grosso miglioramento alle trame di gioco, ma nonostante ciò il Napoli fu eliminato nella fase a gironi della [[Coppa Italia 1985-1986|Coppa Italia]]<ref>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesi/italcup86.html|titolo=Coppa Italia 1985-1986|editore=[[RSSSF]]|accesso=17-11-2009|lingua=en}}</ref>. In campionato la squadra da battere risultò subito la [[Juventus]] di [[Michel Platini]], allenata da [[Giovanni Trapattoni]], che conquistò 8 vittorie di fila nelle prime 8 giornate. Lo scontro diretto contro i bianconeri il [[3 novembre]] [[1985]] fu deciso proprio da Maradona, che diede la vittoria ai suoi con un calcio di punizione a due dall'interno dell'area di rigore, con la barriera posta a poco più di 5 metri<ref>{{Cita|Sfide|27m,42s.}}</ref>. Due settimane prima, il [[20 ottobre]], Maradona aveva siglato un'altra rete di ottima fattura contro il Verona (vittoria per 5-0), con un pallonetto da oltre 35 metri<ref name=golverona50>{{Cita|Sfide|52m,1s.}}</ref>. Grazie anche a queste sue prodezze, il girone di andata si chiuse con il Napoli secondo a 6 punti dalla Juventus capolista. Nel girone di ritorno la Juve cominciò a rallentare il ritmo e favorì la parziale rimonta della [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] guidata da [[Roberto Pruzzo]], mentre il Napoli vinse diverse partite importanti (come contro l'[[Inter]] per 0-1 e contro il [[Milan]] per 2-1) ma fu frenato dai troppi pareggi. Alla fine la Juventus vinse il campionato con 4 punti sulla Roma e 6 sul Napoli, giunto terzo e quindi qualificato per la [[Coppa UEFA]]<ref>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesi/ital86.html|titolo=Serie A 1985-1986|editore=[[RSSSF]]|accesso=17-11-2009|lingua=en}}</ref>, con Maradona nuovamente capocannoniere della sua squadra con 11 reti<ref name=statssitonapoli/>.
====Il ''double'' Campionato / Coppa Italia====
Dopo il vittorioso Mondiale del 1986, Maradona era considerato tra i più forti giocatori al mondo mentre il Napoli, rinforzato dall'arrivo di nuovi giocatori tra cui [[Fernando De Napoli]] e [[Andrea Carnevale]], veniva ormai dato come una seria pretendente allo scudetto. Arrivò però l'inaspettata eliminazione nei 32esimi di finale di Coppa UEFA contro i francesi del [[Toulouse Football Club|Tolosa]]: nonostante una vittoria all'andata per 1-0 con gol di Carnevale (giocata al San Paolo il [[17 settembre]]), nel ritorno a Tolosa il [[2 ottobre]] i francesi pareggiarono i conti e si finì pertanto ai calci di rigore. Giordano, [[Moreno Ferrario|Ferrario]] e Renica non fallirono dal dischetto, Bagni si fece parare il tiro mentre i francesi non commisero errori. L'ultimo rigore tirato da Maradona colpì il palo, sancendo l'eliminazione della squadra partenopea dalla competizione<ref name=favolamaradona30favmar30>{{Cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=954|titolo=La Favola di Maradona-30ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=18-11-2009}}</ref><ref>{{Cita|Maradona|p.54}}</ref>.
[[Immagine:Napoli 1986-87.jpg|thumb|left|280px|Napoli Campione d'Italia e vincitore della Coppa Italia 1986-1987: Maradona, seduto in prima fila, è il terzo da sinistra]] In [[Serie A 1986-1987|campionato]] la lotta fu nuovamente contro la Juventus guidata da Platini e con in panchina l'ex Rino Marchesi. Nello scontro diretto del [[9 novembre]] al [[Stadio Olimpico (Torino)|"Comunale" di Torino]] le due squadre si trovarono appaiate al primo posto. La Juventus andò in vantaggio grazie ad un gol di [[Michael Laudrup]], ma i campani (supportati da un numeroso pubblico napoletano, nonostante fossero in trasferta<ref name=favolamaradona31favmar31>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=966|titolo=La Favola di Maradona-31ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=18-11-2009}}</ref>) rovesciarono il risultato grazie ai gol di Ferrario, Giordano e [[Giuseppe Volpecina|Volpecina]]<ref name=rsssfital8687>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesi/ital87.html|titolo=Serie A 1986-1987|editore=[[RSSSF]]|accesso=18-11-2009|lingua=en}}</ref>, ottenendo una vittoria che contro la [[Juventus]] a Torino mancava da 29 anni. Il Napoli si piazzò solitario in vetta alla classifica, laureandosi campione d'inverno con una sola sconfitta e vincendo le ultime tre giornate del girone di andata<ref name=favolamaradona32favmar32>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=973|titolo=La Favola di Maradona-32ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=18-11-2009}}</ref>. Nel girone di ritorno gli azzurri inanellarono 4 vittorie nelle prime 4 giornate (per un totale di 7 consecutive), distanziando così il gruppo degli inseguitori che comprendeva anche Inter e Milan<ref name=rsssfital8687/>. Le sconfitte subite dal Napoli a [[Milano]] (contro l'Inter per 1-0<ref name=favolamaradona32favmar32/>) e a Verona (per 3-0<ref name=favolamaradona32favmar32/>) e la contemporanea incostanza degli avversari fecero sì che il vantaggio rimanesse di 2 punti fino alle ultime giornate. La Juventus dovette rinunciare definitivamente al titolo dopo essere stata sconfitta al San Paolo per 2-1<ref name=favolamaradona32favmar32/>. Decisiva fu la vittoria il [[26 aprile]] nello scontro diretto in casa contro il Milan per 2-1 e la sconfitta dell'Inter ad [[Ascoli Piceno|Ascoli]] nella giornata successiva: a due giornate dalla fine e con 3 punti di vantaggio sui nerazzurri<ref name=favolamaradona33favmar33>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=982|titolo=La Favola di Maradona-33ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=18-11-2009}}</ref> sarebbe stato sufficiente un pareggio per avere la certezza matematica del titolo. E così fu: il [[10 maggio]] [[1987]], mentre l'Inter perse a [[Bergamo]] contro l'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]], il Napoli pareggiò per 1 a 1 la partita casalinga con la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] (con il primo gol in serie A di [[Roberto Baggio]] per i viola<ref name=favolamaradona33favmar33/>), conquistando così il primo scudetto della sua storia<ref name=favolamaradona33favmar33/>. La città intera si abbandonò all'euforia ed alla festa: Maradona, che era stato il protagonista assoluto della stagione portando la squadra a vincere un titolo fino ad allora solo immaginato da tifosi e addetti ai lavori, per il terzo anno consecutivo fu capocannoniere della squadra con 10 reti<ref name=statssitonapoli/><ref name=rsssfital8687/>.
Il Napoli vinse anche la sua terza [[Coppa Italia 1986-1987|Coppa Italia]], vincendo tutte le 13 gare comprese le due finali disputate contro l'Atalanta<ref>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesi/italcup87.html|titolo=Coppa Italia 1986-1987|editore=[[RSSSF]]|accesso=18-11-2009|lingua=en}}</ref>. L'accoppiata [[Double_(calcio)#Scudetto_e_Coppa_Italia|scudetto/coppa]] fu un'impresa che fino a quel momento era riuscita solo al [[Grande Torino]] nel [[Coppa Italia 1942-1943|1943]] ed alla [[Juventus Football Club|Juventus]] nel [[Coppa Italia 1959-1960|1960]]. Bruno Giordano fu il capocannoniere della manifestazione con 10 reti<ref name=rsssfgoleadorcopit>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesi/italcuptops.html|titolo=Italy-Coppa Italia Top Scorers|editore=[[RSSSF]]|accesso=18-11-2009|lingua=en}}</ref>.
====La rivalità contro Milan ed Inter====
All'inizio della stagione 1987-1988 Maradona vide approdare nel campionato italiano il fratello [[Hugo Maradona|Hugo]], che giocò una decina di partite con l'[[Ascoli Calcio 1898|Ascoli]], allora allenato da [[Ilario Castagner]], ma senza grosso successo. Il Napoli frattanto si presentava con una rosa ulteriormente rinforzata dall'arrivo di [[Giovanni Francini]] e del brasiliano [[Careca]], nonchè come la candidata principale allo scudetto. Grazie alla vittoria dell'anno precedente partecipò per la prima volta alla [[Coppa dei Campioni 1987-1988|Coppa dei Campioni]], ma uno sfortunato sorteggio mise gli azzurri contro il [[Real Madrid]] già nei 16esimi di finale: i partenopei uscirono battuti dal [[Stadio Santiago Bernabéu|Bernabéu]] per 2-0 il [[16 settembre]] (con lo stadio vuoto, per via di un provvedimento disciplinare<ref name=favolamaradona38favmar38>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=1053|titolo=La Favola di Maradona-38ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=19-11-2009}}</ref>) e pareggiarono per 1-1 la gara di ritorno il [[30 settembre]] al San Paolo, abbandonando subito le ambizioni europee anche a causa di un Maradona poco incisivo<ref name=favolamaradona39favmar39>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=1080|titolo=La Favola di Maradona-39ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=19-11-2009}}</ref>.
In [[Serie A 1987-1988|campionato]] le cose andarono molto meglio: il Napoli dominò fin dalle prime battute tenendo a diversi punti di distanza le dirette inseguitrici<ref name=favolamaradona38favmar38/>. L'attacco era infatti guidato da Giordano e Careca: con il supporto di Maradona nacque il trio chiamato ''Ma.Gi.Ca.'' (nato dall'ordine delle marcature nella partita contro l'Ascoli il [[31 gennaio]] [[1988]]). Nel frattempo il contratto di Maradona era in scadenza nel giugno 1989, le trattative per il rinnovo erano già in corso ma diverse società erano alla finestra<ref name=maradonapag55>{{Cita|Maradona|p.55}}</ref>. Il manager Coppola ricevette un'offerta da parte del nuovo patron del [[Milan]] [[Silvio Berlusconi]]: il doppio di quanto guadagnava al Napoli con un contratto di 5 anni, appartamento in centro a Milano, una Lamborghini e una collaborazione con la neonata Fininvest a partire dal 1989<ref name=favolamaradona38favmar38/><ref name=maradonapag55/>. Arrivò un'ulteriore offerta dagli inglesi del [[Tottenham Hotspur Football Club|Tottenham Hotspur]] per 15 milioni di dollari<ref>{{Cita|Levinsky|p.73}}</ref>. Nonostante le ricche offerte e i lunghi mesi di trattative, il rapporto tra Maradona ed il Napoli fu prolungato fino al giugno 1993 secondo i seguenti termini: premi tripli, 5 milioni di dollari l'anno di stipendio fino al [[1993]], altri 2 milioni di introiti pubblicitari e una Ferrari F40 nera<ref name=favolamaradona38favmar38/><ref name=maradonapag55/>, rendendo di fatto Maradona il giocatore più pagato di quei tempi<ref name=maradonapag55/>. Frattanto i partenopei parevano dominare il campionato, laureandosi campioni d'inverno con 3 punti di vantaggio sulla seconda (proprio il Milan di [[Arrigo Sacchi|Sacchi]])<ref name=rsssfit8788>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesi/ital88.html|titolo=Serie A 1987-1988|editore=[[RSSSF]]|accesso=19-11-2009|lingua=en}}</ref> e raggiungendo un vantaggio massimo di 5 punti grazie a 4 vittorie consecutive nel girone di ritorno<ref name=rsssfit8788/>. Inaspettatamente gli azzurri crollarono dopo la 20ª giornata, ottenendo un solo punto in 4 giornate: alla vigilia dello scontro diretto contro il Milan, il vantaggio era ridotto ad un solo punto. Al San Paolo la partita finì per 3-2 per i rossoneri<ref name=rsssfit8788/>, sancendo un sorpasso considerato fino ad un mese prima assolutamente improbabile<ref name=favolamaradona41favmar41>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=1102|titolo=La Favola di Maradona-41ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=19-11-2009}}</ref>. Il campionato si concluse con il Milan Campione d'Italia ed il Napoli secondo e qualificato per la Coppa UEFA dell'anno seguente<ref name=rsssfit8788/>. Il clamoroso crollo della squadra partenopea nelle ultime giornate diede adito a qualche sospetto di ''combine'' mai provato (le malelingue sottolineavano il fatto che Ferlaino ottenne proprio allora un'importante concessione edilizia a Milano<ref>{{Cita|Levinsky|p.74}}</ref>): in realtà, la squadra arrivò a fine campionato con diversi infortunati e in calo di forma dopo una prima parte di stagione eccezionale, e i giocatori non ebbero la "benzina" per reggere il confronto con i milanesi<ref>{{Cita|Maradona|p.58}}</ref><ref name=favolamaradona42favmar42/>. Maradona fu comunque [[capocannoniere]] del torneo con 15 reti all'attivo<ref name=rsssfit8788/> (unico giocatore del Napoli ad aver vinto la classifica cannonieri in serie A fino ad oggi<ref name=goleadorserieait>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesi/italtops.html|titolo=Italy - Serie A Top Scorers|editore=[[RSSSF]]|accesso=18-11-2009|lingua=en}}</ref>). In [[Coppa Italia 1987-1988|Coppa Italia]] i partenopei furono eliminati ai quarti di finale dal Torino, dopo aver passato a punteggio pieno la fase a gironi<ref>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesi/italcup88.html|titolo=Coppa Italia 1987-1988|editore=[[RSSSF]]|accesso=19-11-2009|lingua=en}}</ref>: nonostante la prematura uscita, Maradona risultò capocannoniere del torneo con 6 reti<ref name=rsssfgoleadorcopit/>.
Il fallimento dell'obiettivo (che pareva ormai raggiunto) e soprattutto la sconfitta in casa (con conseguente sorpasso) da parte del Milan aveva però creato all'interno dello spogliatoio una frattura insanabile tra la "vecchia guardia" (formata principalmente da Bagni, Garella, Giordano e Ferrario) e l'allenatore Ottavio Bianchi. Prima dell'ultima giornata di campionato, i giocatori espressero in un comunicato stampa ''l'assenza di rapporti con l'allenatore''<ref name=favolamaradona42favmar42>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=1103|titolo=La Favola di Maradona-42ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=24-11-2009}}</ref>, problema di cui la società era già al corrente, richiedendo in pratica il suo esonero<ref name=maradonapag58>{{Cita|Maradona|p.58}}</ref>. Non appena informato, Maradona si schierò con i compagni (che non riuscirono a comunicargli per tempo la volontà di far uscire il comunicato<ref name=maradonapag58/>) e in polemica contro Ferlaino e Bianchi, questione che rimase aperta per tutto l'anno seguente; successivamente, pur continuando a considerare corretto il gesto dei compagni anche se fatto al momento sbagliato<ref name=favolamaradona42favmar/>, ritenne che la colpa fosse sia dell'allenatore (che tenne fuori Giordano per buona parte della partita contro il Milan<ref name=favolamaradona41favmar/>) sia dei giocatori stessi<ref name=maradonapag58/>. Il presidente Ferlaino non intendeva licenziare il tecnico per non far cadere la squadra nel caos<ref name=favolamaradona42favmar42/> e, con l'appoggio dei tifosi, decise di cedere i ''ribelli'' mantenendo al suo posto Bianchi<ref name=maradonapag58/>. In tutto ciò, Maradona era costantemente circondato da giornalisti e tifosi non appena metteva piede fuori casa, ai limiti dell'idolatria. In pratica non gli era permesso di vivere una vita normale, dato che ogni sua azione era in balìa della gente: è in questo periodo che cominciò ad esprimere la sua volontà di andarsene da Napoli<ref name=maradonapag59>{{Cita|Maradona|p.59}}</ref>. Nel maggio 1988 fu invitato a partecipare all'addio al calcio di Platini, in una partita giocata a [[Nancy]] tra la Francia e il Resto del Mondo<ref name=favolamaradona45favmar45>{{Cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=1198|titolo=La Favola di Maradona-45ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=24-11-2009}}</ref>.
La stagione 1988-1989 iniziò quindi non nel migliore dei modi: per ricoprire i ruoli lasciati dai giocatori licenziati vennero ingaggiati il portiere [[Giuliano Giuliani]], il brasiliano [[Alemão]] e i centrocampisti [[Luca Fusi]] e [[Massimo Crippa]]. Ferlaino inoltre assunse come general manager [[Luciano Moggi]] e, come già detto, confermò Bianchi alla guida della squadra: i necessari chiarimenti tra Maradona, Bianchi e la dirigenza avvennero nel ritiro precampionato<ref name=favolamaradona46favmar46>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=1219|titolo=La Favola di Maradona-46ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=24-11-2009}}</ref>. In [[Serie A 1988-1989|campionato]] le favorite erano proprio il Napoli ed il Milan campione uscente, ma subito emerse come candidata alla vittoria l'[[Inter]] allenata da [[Giovanni Trapattoni]], rinforzatasi con l'acquisto di campioni del calibro di [[Lothar Matthäus]] e [[Andreas Brehme]], che già alla 5ª giornata era in testa alla classifica<ref name=rsssfital8889>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesi/ital89.html|titolo=Serie A 1988-1989|editore=[[RSSSF]]|accesso=24-11-2009|lingua=en}}</ref>. Soltanto il Napoli riuscì a tenere testa agli interisti, specie con le vittorie con la Juventus a Torino per 5-3 il [[20 novembre]] [[1988]], per 4-1 in casa nella giornata successiva contro il Milan e con la goleada (8-2) rifilata al [[Pescara Calcio|Pescara]]<ref name=rsssfital8889/>. Il primo scontro diretto tra le due pretendenti allo scudetto, giocato al San Paolo il [[15 gennaio]] [[1989]], terminò per 0-0 e i nerazzurri si laurearono campioni d'inverno con 3 punti di distacco sui partenopei<ref name=rsssfital8889/>. I milanesi aumentarono ulteriormente il ritmo nel girone di ritorno vincendo 8 partite consecutive e aumentando in maniera considerevole il loro vantaggio su un Napoli più concentrato sulle gare europee di Coppa UEFA<ref name=rsssfital8889/>. Il secondo scontro diretto fu vinto dall'Inter in casa per 2-1, grazie ad un gol di Matthäus su punizione: la vittoria assegnò matematicamente lo Scudetto ai nerazzurri, squadra che verrà poi ricordata come ''[[Storia del Football Club Internazionale Milano#1988-1989:_il_13.C2.B0_scudetto.2C_Serena capocannoniere|Inter dei record]]''. Maradona segnò 9 gol in 26 presenze<ref name=statssitonapoli/>, mentre capocannoniere della squadra (e secondo in Serie A dopo [[Aldo Serena]]) fu [[Careca]] con 19 gol<ref name=rsssfital8889/>.
In [[Coppa_Italia 1988-1989|Coppa Italia]], dopo aver agevolmente superato la fase a gironi, il Napoli sconfisse l'Ascoli ai quarti e il Pisa in semifinale, arrivando in finale contro la [[Sampdoria]] guidata da [[Gianluca Vialli]] e [[Roberto Mancini]]: all'andata si imposero i partenopei al San Paolo per 1-0, ma al ritorno (giocato a [[Cremona]]<ref>{{cita web|url=http://www.sampdoria.it/index.php?option=com_content&task=view&id=19&Itemid=46|titolo=Storia della Sampdoria|editore=Sampdoria.it|accesso=24-11-2009}}</ref>) i blucerchiati ottennero una clamorosa vittoria per 4-0, aggiudicandosi il trofeo<ref>{{Cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesi/italcup89.html|titolo=Coppa Italia 1988-1989|editore=[[RSSSF]]|accesso=24-11-2009|lingua=en}}</ref>.
====I nuovi successi con il Napoli====
La stagione 1988-1989 è ricordata soprattutto per il trionfo in [[Coppa UEFA 1988-1989|Coppa UEFA]], primo titolo internazionale ottenuto dalla squadra campana nella sua storia. Dopo un inizio un po' stentato contro i greci del [[Paok Salonicco]] nei 32esimi<ref name=rsssfuefa8889>{{cita web |url=http://www.rsssf.com/ec/ec198889.html#uefa |titolo=Coppa UEFA 1988-1989 |editore=[[RSSSF]] |accesso=24-11-2009|lingua=en}}</ref><ref name=favolamaradona49favmar49>{{cita web |url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=1285 |titolo=La Favola di Maradona-49ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=24-11-2009}}</ref> e contro i tedeschi del [[1. FC Lokomotive Leipzig|Lipsia]] nei 16esimi di finale<ref name=rsssfuefa8889/><ref name=favolamaradona49favmar49/>, i partenopei eliminarono agli ottavi il [[Football Club des Girondins de Bordeaux|Bordeaux]] vincendo in trasferta per 1-0<ref name=rsssfuefa8889/>. Nei quarti si trovarono di fronte la [[Juventus]]: l'andata fu segnata da una sconfitta a Torino per 2-0, ma al ritorno il [[15 marzo]] Maradona e Carnevale pareggiarono i conti, e furono necessari i tempi supplementari per sancire la vittoria del Napoli grazie al gol di Renica<ref name=rsssfuefa8889/><ref name=favolamaradona49favmar49/>. In semifinale lo scontro fu contro i tedeschi del [[Bayern Monaco]], che avevano eliminato l'Inter negli ottavi, in una partita etichettata come "la vera finale"<ref name=favolamaradona50favmar50>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=1310|titolo=La Favola di Maradona-50ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=24-11-2009}}</ref>. Al San Paolo i partenopei vinsero 2-0 con gol di Careca e Carnevale (grazie a due assist di Maradona<ref name=rsssfuefa8889/>), pareggiando poi al ritorno in terra tedesca il [[19 aprile]] per 2-2 con una doppietta di Careca, propiziata da altri due assist di Maradona<ref name=rsssfuefa8889/><ref name=favolamaradona50favmar50/>.
La finale vide il Napoli contro i tedeschi dello [[Verein für Bewegungsspiele Stuttgart 1893|Stoccarda]]: per entrambe le squadre si trattava della prima finale europea. Nella partita di andata, giocata il [[3 maggio]] [[1989]] in uno stadio San Paolo tutto esaurito, andarono in vantaggio i tedeschi con gol di [[Maurizio Gaudino]]: nel secondo tempo risposero i partenopei con un rigore di Maradona (azione viziata da un controllo con la mano sinistra) e andando in vantaggio con Careca nuovamente con assist di Maradona a 3 minuti dalla fine, vincendo così per 2-1<ref name=rsssfuefa8889/>. Al ritorno in [[Germania]] il [[17 maggio]] il Napoli passò in vantaggio con gol di Alemão, ma i tedeschi pareggiarono poco dopo con [[Jürgen Klinsmann]]. Prima della fine del primo tempo i partenopei passarono nuovamente in vantaggio con un gol di [[Ciro Ferrara]] su assist di Maradona: il terzo gol arrivò nel secondo tempo con Careca, su ennesimo assist di Maradona<ref name=rsssfuefa8889/>. Il ''forcing'' finale dello Stoccarda permise ai tedeschi di raggiungere il 3-3 all'89°<ref name=rsssfuefa8889/>, ma grazie al risultato dell'andata il Napoli si laureò campione.
Nella stagione 1990-1991, la rosa del Napoli era di poco diversa da quella laureatasi campione d'Italia. La stagione cominciò con la vittoria nella [[Supercoppa italiana di calcio|Supercoppa Italiana]] del [[1990]] ottenuta battendo la Juventus allenata da [[Luigi Maifredi|Maifredi]] per 5-1. Il campionato, invece, cominciò male: nelle prime tre partite la squadra ottiene solo un punto.
In Coppa dei Campioni, dopo un inizio favorevole con una convincente doppia vittoria sugli ungheresi dello [[Újpest FC|Újpesti Dózsa]], al secondo turno il Napoli incontrò lo [[Spartak Mosca]]; l'andata al San Paolo finì 0-0, ma alla partita di ritorno in Russia Maradona non partì con la squadra, noleggiò un aereo privato ed arrivò a Mosca solo la sera successiva, il caso fu ampiamente affrontato dalla stampa italiana, che tra l'altro riportò alcune dichiarazioni di [[Luciano Moggi]] (allora dirigente del Napoli) e Alberto Bigon<ref>{{cita web |url=http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=2166 |titolo=La Favola di Maradona - 77ª puntata |editore=Napoli.com |accesso=044-11-2009}}</ref>. Maradona entrò in campo solo nel secondo tempo, l'incontro finì 0-0 anche dopo i supplementari e i russi vinsero la partita ai rigori (nonostante Maradona avesse siglato il suo).
Iniziò il lento declino dell'esperienza italiana di Maradona che finì il [[17 marzo]] [[1991]] dopo un controllo [[doping|antidoping]] effettuato al termine della partita di campionato Napoli-Bari che diede il responso di positività alla [[cocaina]]. Il Napoli chiuse la stagione all'ottavo posto.
Diventato capocannoniere del campionato argentino<ref name=goleadorserieaarg/>, sembrò destinato a far parte dei convocati per i [[Campionato mondiale di calcio 1978|Mondiali del 1978]], ma non venne inserito nella rosa della [[Nazionale di calcio dell'Argentina|Selección]] (che divenne Campione del Mondo per la prima volta nella sua storia) in quanto Menotti lo ritenne troppo giovane per affrontare un torneo di vitale importanza per l'Argentina, sia dal punto di vista sportivo che politico (i campionati del mondo dovevano costituire per il regime militare golpista presieduto da [[Jorge Rafael Videla|Videla]] l'occasione di rivalutazione dell'immagine internazionale della Nazione). L'esclusione di Maradona era anche dovuta alla presenza di diversi altri giocatori nel suo stesso ruolo come [[Ricardo Villa|Villa]], [[Norberto Alonso|Alonso]], [[José Daniel Valencia|Valencia]] e [[Daniel Bertoni|Bertoni]]: non potendo rinunciare a nessuno di questi per vari motivi, Menotti lasciò fuori il più giovane e meno esperto in campo internazionale<ref>{{Cita|Maradona|p.19}}</ref>.
Subito dopo la vittoria mondiale, Maradona divenne titolare della Nazionale e giocò importanti partite che riscattarono la sua mancata convocazione. Tra queste, un'amichevole fra Argentina e Resto del Mondo allo stadio [[Stadio monumentale Antonio Vespucio Liberti|Monumental]] di Buenos Aires, il [[25 giugno]] [[1979]]: la partita finì 2-1 per gli avversari, ma con l'unico gol degli argentini segnato da Maradona<ref name=favolamaradona5favmar5>{{cita web|url=http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=635|titolo=La Favola di Maradona-5ª puntata|editore=Napoli.com|accesso=044-11-2009}}</ref>. Alla fine del 1980 partecipò al [[Coppa d'Oro dei Campioni del Mondo|Mundialito]], creato per celebrare il cinquantenario del primo campionato del mondo, tenutosi in Uruguay nel 1930. Gli argentini furono inseriti in un girone all'italiana con {{NazNB|CA|BRA}} e {{NazNB|CA|FRG}}: la vittoria contro i tedeschi per 2-1 e il pareggio per 1-1 contro i brasiliani (con Maradona autore del gol degli argentini) non bastarono per avere accesso alla finale, appannaggio della ''Seleção'' grazie alla migliore differenza reti. Il trofeo fu vinto dall'{{NazNB|CA|URU}} che sconfissero i brasiliani per 2-1<ref>{{cita web|url=http://www.rsssf.com/tablesm/mund80.html|titolo=Mundialito 1980|editore=[[RSSSF]]|accesso=24-2-2010|lingua=en}}</ref>.
=====Spagna 1982: il primo campionato del mondo=====
===Problemi di salute===
Dai primi anni ottanta fino al 2004 Maradona fu dipendente dalla [[cocaina]]: egli ammise, nella sua autobiografia pubblicata nel [[2000]], di aver iniziato a far uso di droga dal [[1983]] quando militava nel Barcellona<ref name=favolamaradona11favmar11/>. Durante il suo soggiorno a Napoli il consumo divenne una vera e propria [[tossicodipendenza]], che cominciava ad interferire con la sua capacità di giocare a calcio<ref>{{cita web |url= http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9D0CE5DE1F30F93AA2575AC0A967958260|titolo=Maradona Sentenced|editore=NYTimes.com|data=19-9-1991|accesso=6-12-2009|lingua=en}}</ref>.
Negli anni successivi al suo ritiro, la sua salute peggiorò progressivamente: il [[4 gennaio]] [[2000]], durante una vacanza a [[Punta del Este]] (in [[Uruguay]]), dovette essere trasportato d'emergenza nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale locale, il ''Cantegril''. Qui gli fu riscontrata un'aritmia ventricolare e una crisi ipertensiva: nella successiva conferenza stampa, i medici dichiararono di aver riscontrato danni al muscolo cardiaco e il suo rappresentante Coppola confermò che il ricovero non era dovuto all'abuso di droga ma al fatto che Maradona soffrisse di [[Ipertensione arteriosa sistemica|ipertensione]]<ref name=poliziauruguay>{{cita web|url=http://www.clarin.com/diario/2000/01/06/e-02801d.htm|titolo=La policía interviene en el caso Maradona|editore=Clarìn.com|data=5-1-2000|accesso=6-12-2009|lingua=es}}</ref>. In realtà le analisi del sangue e delle urine rilevarono tracce di cocaina: fu pertanto coinvolta la polizia uruguaiana, alla quale Maradona dovette rispondere anche se il consumo di droga non è considerato reato<ref name=poliziauruguay/>. Due settimane dopo Maradona fu dimesso e si recò a [[Cuba]], dove rimarrà per qualche tempo, per iniziare un piano di riabilitazione e disintossicazione<ref>{{cita web|url=http://www.clarin.com/diario/2000/01/18/e-02601d.htm|titolo=Maradona viajó a Cuba para su rehabilitación|editore=Clarìn.com|data=18-1-2000|accesso=6-12-2009|lingua=es}}</ref>.
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