SMS Goeben: differenze tra le versioni

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}}
 
'''[[Seiner Majestät Schiff|SMS]] Goeben''' (la ''Nave di Sua Maestà Goeben'') fu la seconda corazzata della classe [[Classe Moltke|''Moltke'']] dell [[Kaiserliche Marine|marina imperiale tedesca]], impostata nel [[1911]], deve il suo nome al generale [[August Karl von Goeben]]. Insieme alla sua gemella [[SMS Moltke]], la ''Goeben'' aveva una configurazione simile alla classe precedente [[SMS Von der Tann]], ma più grande e con una corazzatura più spessa e con l'aggiunta due cannoni in una nuova torre. In confronto con le pari classe della Royal Navy ([[HMS Indefatigable (1909)|Classe Indefatigable]]), erano più grandi e meglio corazzate.<ref>La classe ''Indefatigable'' dislocava 22,616 t a pieno carico, rispetto alle 25,400 t delle navi della classe ''Moltke''. La classe ''Indefatigable'' aveva una corazza di murata compresa tra 100–150 mm, mentre la ''Moltke'' presentava una corazza di 280–76 mm. Vedi: Gardiner and Gray, pp. 26, 152</ref>
 
Quattro mesi dopo la sua entrata in servizio del 2 luglio [[1912]], la ''Goeben'', con l'incrociatore leggero [[SMS Breslau]], costituì la Divisione del Mediterraneo della Marina Tedesca che operò durante le [[Guerre balcaniche]]. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, il 28 luglio 1914, la ''Goeben'' e la ''Breslau'' sfuggirono alle forze navali britanniche e raggiunsero [[Constantinopoli]]. Le due navi furono cedute all' Impero Ottomano il 16 agosto 1914 e la ''Goeben'' divenne l'ammiragglia della [[Osmanlı Donanması|flotta ottomana]] con il nome di '''''Sultano Yavuz Selim''''', abbreviato in '''''Yavuz'''''. Nel 1936 fu ribattezzata '''TCG ''Yavuz''''' ("Nave della Repubblica Turca ''Yavuz''"); trasportò le spoglie mortali di [[Mustafa Kemal Atatürk]] da [[Istanbul]] a [[İzmit]] nel [[1938]]. La ''Yavuz'' rimase l'ammiraglia della Marina Turca fino al suo ritiro dal servizio nel [[1950]].
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== Costruzione ==
 
La [[Kaiserliche Marine|Marina Imperiale]] ordinò la ''Goeben'' il terzo [[Incrociatore da battaglia]] tedesco, l'8 aprile 1909 con la denominazione provvisoria di "H" dai cantieri [[Blohm + Voss|Blohm & Voss]] di Amburgo ed il numero di costruzione 201. lo scafo fu impostato il 19 agosto e varato il 28 marzo 1911. Completato l'allestimento, la nave entrò in servizio nella Marina Tedesca il 2 luglio 1912. <ref name="Staff 12"/>
 
La ''Goeben'' misurava 186.6 m di lunghezza, 29.4 m di larghezza, e pescava 9.19 m a pieno carico. Il dislocamento era di 22.612t, raggiungendo le 25.300t a pieno carico. La ''Goeben'' era spinta da due gruppi di turbine ''Parsons'' su 4 assi alimentate da 24 [[caldaia a tubi d'acqua|caldaie a tubi d'acqua]] ''Schulz-Thornycroft'', che fornivano 52,000 cv agli assi (39,000 &nbsp;kW) e una velocità massima di 25.5 nodi (47.2 &nbsp;km/h). A 14 nodi (26 &nbsp;km/h), l'autonomia era 4,120 miglia (7,630 &nbsp;km).<ref name="Staff 12"/>
 
L'armamento principale era costituito da 10 cannoni da 280&nbsp;mm in cinque torrette binate. L'artiglieria secondaria era formata da dodici cannoni da 150&nbsp;mm posti in [[casamatta]] nella parte centrale della nave e dodici da 88&nbsp;mm a prua, a poppa e intorno alla torre di comando anteriore. Era anche dotata di quattro tubi lanciasiluri da 500&nbsp;mm sotto la linea di galleggiamento. <ref name="Staff 12"/>
 
== Guerre balcaniche ==
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== Prima guerra mondiale ==
 
=== Inseguimento della Goeben e della Breslau ===
{{Main|Inseguimento della Goeben e della Breslau}}
[[File:Bundesarchiv Bild 134-D0004, Großer Kreuzer "Goeben".jpg|thumb|right|''Goeben'' alla fonda in porto, data ignota.]]
Il [[Kaiser Wilhelm II]] aveva ordinato che, in caso di guerra, la ''Goeben'' e la ''Breslau'' avrebbero dovuto sia condurre dei raid nel Mediterraneo occidentale per impedire il transito di truppe francesi dal nord Africa all'Europa,<ref name=Halpern51/> sia cercare di forzare Gibilterra e tornare in acque tedesche attraverso l'Atlantico, a discrezione del loro comandante.<ref name=Herwig153>Herwig, p. 153</ref> Il 3 agosto 1914, la due navi dirigevano verso l'Algeria quando il contrammiraglio Souchon ricevette la notizia della dichiarazione di guerra alla Francia. La ''Goeben'' bombardò il porto di [[Skikda|Philippeville]] (oggi ''Skikda'', Algeria) per circa 10 minuti, la mattina del 3 agosto, mentre la ''Breslau'' colpiva Bône (oggi [[Annaba]]) seguendo gli ordini del Kaiser.<ref name=Halpern52>Halpern, p. 52</ref> Gli ammiragli [[Alfred von Tirpitz]] e [[Hugo von Pohl]] gli trsmisero, successivamente, degli ordini segreti di dirigersi verso [[Costantinopoli]], in contrasto con la volontà del Kaiser ed a sua insaputa.<ref name=Herwig153/>
 
Dato che la ''Goeben'' non poteva raggiungere Costantinopoli senza fare rifornimento di carbone, Souchon diresse verso [[Messina]]. Le due navi incontrarono i due [[incrociatore da battaglia|incrociatori da battaglia]] britannici ''[[HMS Indefatigable (1909)|HMS Indefatigable]]'' e la ''[[HMS Indomitable]]'', ma la Germania non aveva ancora dichiarato guerra alla Gran Bretagna e quindi non ci fu ingaggio. I britannici cercarono di inseguire la squadra tedesca ma Souchon potè superarli in velocità ed arrivare a Messina il 5 agosto.
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Seconda Convenzione dell'Aia, capitolo 13</ref> Le autorità italiane del porto di Messina si mostrarono compiacenti e consentirono alla ''Goeben'' ed alla ''Breslau'' di rimanere in porto per circa 36 ore mentre venivano rifornite di carbone da una carboniera tedesca.<ref>Bennett, p. 31</ref> Nonostante il tempo guadagnato le riserve di carbone della ''Goeben'' non erano sufficienti per raggiungere Costantinopoli, così Souchon organizzò un incontro con un'altra carboniera nel [[Mar Egeo]].<ref name=Halpern52/> La flotta francese rimase nel Mediterraneo occidentale, seguendo le direttive del comandante della flotta del Mediterraneo, l'ammiraglio [[Augustin Boué de Lapeyrère]], che era convinto che Souchon avrebbe cercato di fuggire in Atlantico o raggiungere il porto austriaco di Pola.<ref>Halpern, pp. 55–56</ref>
 
La squadra tedesca partì da Messina il 6 agosto e si diresse verso il Mediterraneo orientale. I due incrociatori da battaglia britannici erano a 100 miglia di distanza, mentre un terzo il ''[[HMS Inflexible]]'', si stava rifornendo di carbone nel porto di [[Bizerta]], in Tunisia. L'unica forza navale britannica che si trovava sulla rotta di Souchon era la prima squadra di incrociatori (''1st Cruiser Squadron''),<ref>Bennett, p. 33</ref> che consisteva in quattro [[incrociatore corazzato|incrociatori corazzati]] ''HMS Defence'', ''HMS Black Prince'', ''HMS Duke of Edinburgh'' e ''HMS Warrior'' sotto il comando del contrammiraglio [[Ernest Troubridge]].<ref>Bennett, p. 27</ref> La squadra tedesca si diresse inizialmente verso l'Adriatico per ingannare gli inseguitori, riuscendo a confondere Troubidge che navigò verso l'imbocco dell'Adriatico. Dopo aver capito l'errore, Troubridge invertì la rotta e ordinò all'incrociatore leggero ''HMS Dublin'' e a due [[cacciatorpediniere]] di lanciare un attacco con i [[siluro|siluri]] contro le navi tedesche. Le vedette della ''Breslau'' avvistarono gli attaccanti e nel buio, riuscirono a sfuggire all'attacco senza essere scoperte.
Troubridge rinunciò all'inseguimento il 7 agosto, convinto che ogni attacco contro la ''Goeben'' —armata con cannoni da 280&nbsp;mm— portato con i suoi antiquati incrociatori corazzati sarebbe stato suicida.<ref>Bennet, pp. 33–34</ref> La rotta di Souchon verso Costantinopoli diventava, ora evidente.<ref name=Halpern56>Halpern, p. 56</ref>
 
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=== Attività nel Mar Nero ===
 
==== 1914 ====
 
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Il 25 aprile, lo stesso giorno dello sbarco a [[Campagna dei Dardanelli|Gallipoli]], navi russe si portarono a largo del Bosforo e bombardarono i forti all'ingresso dello stretto. Due giorni dopo la ''Yavuz'' di diresse verso sud per bombardare le truppe dell'Intesa a Gallipoli, scortata dalla corazzata [[pre-dreadnought]] ''Togut Reis'' (ex ''SMS Weissenburg''). Furono avvistate al tramonto, da un pallone frenato, mentre si schieravano. Quando la prima salva da 380&nbsp;mm della ''[[HMS Queen Elizabeth (1913)]]'' colpì le acque vicino alla loro posizione, la ''Yavuz'' si spostò vicino alle scogliere, dove non poteva essere raggiunta dai colpi della ''Queen Elizabeth''.<ref>Corbett, p. 359</ref> Il 30 aprile, la ''Yavuz'' tentò ancora la missione di bombardamento, ma fu individuata dalla corazzata ''pre-dreadnought'' ''[[HMS Lord Nelson (1906)]]'' che si era portata all'interno dei Dardanelli per bombardare il comando turco presso [[Çanakkale]]. La nave britannica riuscì soltanto a lanciare cinque proiettili prima che la ''Yavuz'' si portasse fuori tiro.<ref>Corbett, p. 370</ref>
 
Il primo maggio , la ''Yavuz'' si diresse verso la baia di Beykoz, all'interno del Bosforo, poiché la flotta russa aveva bombardato i forti all'ingresso del bosforo. Intorno al 7 maggio, fece una sortita verso Sebastopoli, cercando di intercettare delle navi russe, senza esito. Avendo scarsità di munizioni per le batterie principali, non bombardò Sebastopoli. Mentre tornava, la mattina del 10 maggio, le vedette della ''Yavuz'' individuarono due corazzate russe ''pre-dreadnoughts'', la ''Tri Sviatitelia'' (dal russo: Три Святителя, i tre sacri gerarchi) e la ''[[Potëmkin (nave da battaglia)|Pantelimon]]'', ed aprì il fuoco. Nei primi 10 minuti, fu colpita due volte dalla risposta russa e nonostante non fosse seriamente danneggiata, l'ammiraglio Souchon decise di rompere il contatto e tornare verso il Bosforo, inseguito dal naviglio leggero di scorta alle due navi russe.<ref>Langensiepen and Güleryüz, pp. 47–48</ref>
 
Nel maggio due dei cannoni da 150&nbsp;mm furono sbarcati per essere usati a terra,<ref name="Staff 12"/> e anche quattro da 88&nbsp;mm, posizionati sulla sovrastruttura di prora.<ref>Campbell, p. 23</ref> Quattro cannoni antiaerei da 88&nbsp;mm furono installati sulle sovrastrutture alla fine del 1815.<ref>Brice, p. 276</ref>
 
[[File:Bundesarchiv Bild 134-B0032, Großer Kreuzer Goeben.jpg|thumb|left|La ''Yavuz'' procede a tutto vapore]]
Il 28 luglio la ''Midilli'' urtò una mina, imbarcando 610&nbsp;t di acqua e non fu più in grado di scortare i convogli di carbone da [[Provincia di Zonguldak|Zonguldak]] al Bosforo. Così la ''Yavuz'' fu assegnata a questo compito strategico e il 10 agosto scortava un convoglio di cinque carboniere, insieme alla ''Hamidiye'' e a tre [[torpediniera|torpediniere]]. Durante il tragitto vennero attaccati da un sottomarino russo, il ''Tyulen'' (Тюлень - foca), che affondò una delle carboniere. Il giorno successivo il ''Tyulen'' e un' altro sottomarino cercarono di attacare la stessa ''Yavuz'' ma non riuscirono a trovare un'occasione per poter colpire il bersaglio.<ref name=Halpern234>Halpern, p. 234</ref>
 
Due cacciatorpediniere russe, il ''Bystry'' e il ''Pronzitelni'', attaccarono un convoglio di due carboniere scortato dalla ''Hamidiye'' e da due torpediniere il cinque settembre. I cannoni da 150&nbsp;mm dell<nowiki>'</nowiki>''Hamidiye'' andarono in avaria, così la ''Yavuz'' fu inviata in soccorso, ma giunse troppo tardi: le due carboniere si erano già gettate in secca per evitare la cattura.<ref name=Halpern234/>
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[[File:Bundesarchiv Bild 146-1981-137-08A, Konstantinopel, Besuch Kaiser Wilhelm II..jpg|thumb|right|Il Kaiser Wilhelm II visita la ''Yavuz'' nell'ottobre 1917.]]
L'ammiraglio Souchon inviò la ''Yavuz'' a Zonguldak l'otto gennaio, per proteggere una carboniera scarica che si avvicinava al porto, ma i Russi affondarono la carboniera prima dell'arrivo della ''Yavuz''. Tornando verso il Bosforo, incontrò la ''Imperatritsa Ekaterina''. Le due navi iniziarono un breve scambio di colpi, iniziato alla distanza di 18.500&nbsp;m. La ''yavuz'' virò a sud-ovest, e nei primi quattro minuti dello scontro, sparo cinque salve dalle batterie principali. Nessuna delle due navi riuscì a colpire l'avversario, ma alcune schegge di un colpo esploso in prossimità, colpirono ''Yavuz''.<ref name=H237>Halpern, p. 237</ref> Nonostante fosse, sulla carta, molto più veloce della ''Imperatritsa Ekaterina'', aveva la carena pesantemente incrostata e gli assi delle eliche in cattive condizioni. Queste condizioni resero la fuga della ''Yavuz'' molto difficile dalla potente corazzata russa, che era accreditata per 23,5 nodi di velocità massima.<ref name=C26>Campbell, p. 26</ref> Langensiepen e Güleryüz non fanno cenno di questo scontro.</ref>
 
Le forze russe stavano guadagnando ampie fasce del territorio ottomano durante la [[Campagna del Caucaso]]. Nel tentativo di prevenire ulteriori avanzate delle forze russe, la ''Yavuz'' trasportò 429 fra soldati ed ufficiali, una batteria da montagna, mitragliatrici e delle unità aeree, 1.000 fucili e 300 casse di munizioni a Trebisonda il quattro febbraio.<ref>Halpern, p. 241</ref> Il quattro marzo, la Marina Russa sbarcò un distaccamento di circa 2.100 uomini, insieme a cannoni da montagna e cavalli, su entrambi i lati del porto di Atina (oggi Pazar, sull'estremità est della costa turca del Mar Nero). I turchi furono colti di sorpresa e costretti ad evacuare il porto.<ref>Halpern, p. 240</ref> Un altro sbarco avvenne, in giugno, nella baia di Kavata, 5 miglia ad est di Trebisonda.<ref>Halpern, pp. 243–244</ref> Nel tardo giugno, le forze turche contrattaccarono e penetrarono per 20&nbsp;miglia attraverso le linee russe. La ''Yavuz'' e la ''Midilli'' condussero una serie di azioni di appoggio all'attacco turco. Il 4 luglio la ''Yavuz'' cannoneggiò il porto di [[Tuapse]], dove affondò un vapore e uno ''[[schooner]]''.<ref>Halpern, pp. 244–245</ref> Le navi turche si diressero, poi verso nord per aggirare le navi russe che avevano lasciato Sebastopoli per intercettarle, per poi tornare nel Bosforo.<ref>Halpern, p. 245</ref> La ''Yavuz'' rimase in scalo fino a settembre per le riparazioni agli assi delle eliche.<ref>Langensiepen and Güleryüz, p. 51</ref>
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==== 1918 ====
 
Il 20 gennaio [[1918]], la ''Yavuz'' e la ''Midilli'' lascairono i Dardanelli sotto il comando del vice-ammiraglio Rebeur-Paschwitz, che aveva sostituito Wilhelm Souchon richiamato in patria a settembre. L'intenzione di Rebeur-Paschwitz era di attirare le forze dell'Intesa lontano dalla Palestina in appoggio delle forze turche nell'area.<ref name=Halpern255>Halpern, p. 255</ref> Fuori dagli stretti, nella sortita nota come la [[Battaglia di Imbros]], la ''Yavuz'' sorprese ed affondò il [[monitore]] ''HMS Raglan'' e il ''HMS M28'' che erano alla fonda e prive di scorta. Rebeur-Paschwitz decise di avanzare verso il porto di Mudros nell'isola di [[Lemno ]]; qui la corazzata britannica ''pre-dreadnought'' ''[[HMS Agamemnon (1906)]]'' stava mettendo in pressione le caldaie per ingaggiare le navi turche.<ref>Buxton, pp. 36–37</ref> Mentre procedeva la ''Midilli'' urtò alcune mine ed affondò;<ref name=Halpern255/> anche la ''Yavuz'' urtò tre mine.<ref name=Conways>Gardiner and Gray, p. 152</ref> Ritirandosi verso i Dardanelli e inseguita dai cacciatorpediniere britannici ''HMS Lizard'' e ''HMS Tigress'',<ref name=Buxton38>Buxton, p. 38</ref> fu intenzionalmente arenata presso capo Nagara, appena fuori i Dardanelli.<ref name=Halpern255/> I britannici la attaccarono con i bombardieri del secondo gruppo dell'aviazione navale ([[Royal Naval Air Service]]) e la colpirono due volte, senza fare danni rilevanti. Il monitore ''HMS M17'' cercò di colpire la nave arenata ma dovette ritirarsi dopo solo 10 salve per la reazione dell'artiglieria costiera turca.<ref>{{cite journal|last=Hownam-Meek|first=R. S. S.|coauthors=et al.|year=2000|title=Question 3/99: The Loss of the German Light Cruiser Breslau|journal=Warship International|publisher=International Naval Research Organization|___location=Toledo, OH|volume=XXXVII|issue=1|pages=92–95|issn=0043-0374}}</ref> Il sottomarino ''HMS E14'' fu inviato per distrugere la nave danneggiata, ma troppo tardi;<ref name=H255-6>Halpern, pp. 255–256</ref> la vecchia corazzata ''Turgut Reis'' aveva già trainato la ''Yavuz'' a Costantinopoli.<ref name=Staff20>Staff, p. 20</ref> La ''Yavuz'' era inabilitata dagli estesi danni; le riparazioni andarono avanti dal 7 agosto al 19 ottobre.<ref name=Staff20/>
La ''Yavuz'' scortò la commissione dell'Impero Ottomano ad [[Odessa]] per partecipare ai negoziati successivi al trattato di Brest-Litovsk, il 30 marzo 1918. <!-- After returning to Constantinople she sailed in May to Sevastopol where she had her hull cleaned and some leaks repaired. ''Yavuz'' and several destroyers sailed for [[Novorossiysk]] on 28 June to intern the remaining Soviet warships, but they had already been scuttled when the Turkish ships arrived. The destroyers remained, but ''Yavuz''returned to Sevastopol. On 14 July the ship was [[laid up]] for the rest of the war.<ref>Langensiepen and Güleryüz, p. 54</ref> While in Sevastopol, dockyard workers scraped fouling from the ship's bottom. ''Yavuz'' subsequently returned to Constantinople, where from 7 August to 19 October a concrete cofferdam was installed to repair one of the three areas damaged by mines.<ref name=C26/> -->
 
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[[File:Yavuz (Goeben) battlecruiser Istambul April 1946 - cropped.jpg|thumb|La ''Yavuz'' ad Istanbul durante la visita della nave statunitense [[USS Missouri]] nel 1946.]]
Negli anni venti l'impegno per un'ammodernamento della ''Yavuz'' fu l'argomento costante delle varie politiche navali che si succedettero. <ref>Güvenç and Barlas, p. 7</ref> La nave rimase a [[Ïzmit]] fino al 1926, in abbandono:<ref name=Conways391>Gardiner and Gray, p. 391</ref><ref name="Whitley241">Whitley, p. 241</ref><ref name="Worth271">Worth, p. 271</ref> solo due caldaie funzionavano, non poteva manovrare o muovere ed aveva ancora i danni causati dalle mine nel 1918. Inoltre, il sistema di controllo del tiro era stato rimosso, nonostante la nave fosse formalmente turca, dall'equipaggio tedesco perché non finisse in mani alleate.<ref>Norman Friedman e A. D. Baker, ''Naval Firepower: Battleship Guns and Gunnery in the Dreadnought Era'', Naval Institute Press, 2008, ISBN 978 159114 5554</ref> Furono raccolti abbastanza fondi per finanziare un nuovo scalo galleggiante da 26.000t costruito in Germania,
dato che la ''Yavuz'' non poteva essere rimorchiata senza il rischio di affondare in caso di mare grosso.<ref name=b7>Brice, p. 277</ref> La ditta francese ''Atelier et Chantiers de St. Nazaire-Penhöet'' ricevette l'appalto nel dicembre 1926 per supervisionare il conseguente aggiornamento che fu effettuato dal cantiere navale ''Gölcük Naval Shipyard''.<ref name="Whitley241"/> I lavori procedettero per tre anni (1927–1930); furonono ritardati quando diversi compartimenti dello scalo galleggiane collassarono una volta svuotati. la ''Yavuz'' fu leggermente danneggiata e lo scalo dové essere riparato prima che i lavori di riparazione riprendessero. Il Ministro della Marina, Ihsan Bey, fu accusato di appropriazione indebita a seguito di un'inchiesta.<ref name=b7/> Altri ritardi furono dovuti alle accuse di frode che portarono all'abolizione del ministero della marina. Il capo di stato maggiore, [[Fevzi Çakmak|Marshal Fevzi]], si oppose alle spese per le costruzioni navali e rallentò tutti i programmi di costruzione che erano stati impostati dopo le accuse di frode. I lavori iniziarono a procedere rapidamente solo dopo che la Marina Greca effettuò un'esercitazione navale su larga scala al limite delle acque turche nel 1928. Il governo turco espresse la necessità di contrastare la superiorità greca sul mare.<ref>Barlas and Güvenç, p. 152</ref> furono ordinati 4 cacciatorpediniere due sottomarini da cantieri italiani.<ref name=Rohwer_30>Rohwer and Monakov, p. 30</ref> Il governo greco propose una moratoria di 10 anni nelle costruzioni navali sul modello del Trattato di Washington quando apprese che la ''Yavuz'' stava per essere rimessa in linea, pur riservandosi di costruire due nuovi incrociatori. Il governo turco rifiutò questa proposta, e dichiarò che la nave avrebbe dovuto bilanciare il cresciuto potere navale sovietico nel Mar Nero.<ref>Güvenç and Barlas, p. 10</ref>
Nei lavori di aggiornamento fu riparato il danno fatto dalle mine,<ref name=Conways/> fu aumentato il dislocamento fino a 23.100&nbsp;t e lo scafo fu leggermente modificato. La lunghezza fu ridotta di mezzo metro ma la larghezza fu aumentata di 10&nbsp;cm. La ''Yavuz'' fu equipaggiata con nuove caldaie e un nuovo sistema di controllo del tiro di origine francese. Due dei cannoni da 150&nbsp;mm furono tolti dalla casamatta.<ref name=Conways391/> La ''Yavuz'' fu rimessa in servizio nel 1930, riprendendo il ruolo di nave ammiraglia dell flotta turca,<ref name=b8>Brice, p. 278</ref> e, nelle prove di velocità, mostrò prestazioni superiori a quelle previste di progetto; anche le prove di tiro furono soddisfacenti. I quattro cacciatorpediniere che dovevano costituire la sua scorta furono completati fra il 1931 ed il 1932; le loro prestazioni non raggiunsero mai quelle previste.<ref>Güvenç and Barlas, pp. 19–20</ref> Per rispondere all'entrata in servizio della ''Yavuz'', l'Unione Sovietica trasferì, verso la fine del 1929, la corazzata ''Parizhskaya Kommuna'' e l'incrociatore leggero ''Profintern'' dal Mar Baltico per mantenere la parità tra la Flotta del Mar Nero e quella turca.<ref name="Rohwer_30" /> Il governo greco rispose ordinando due cacciatorpediniere.<ref>Barlas and Güvenç, p. 155</ref>
 
Nel 1933, portò il Primo Ministro [[İsmet İnönü]] da [[Varna]] ad [[Istanbul]] e lo [[Scià dell' Iran]] da [[Trebisonda]] a [[Samsun]] l'anno seguente.<ref name=b8/> La ''Sultano Yavuz Selim'' fu ribattezzata sinteticamente ''Yavuz'' nel 1936. Una breve revisione fu condotta nel 1938, e nel novembre dello stesso anno trasportò la salma di [[Mustafa Kemal Atatürk]] da Istanbul a İzmit.<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241">Whitley, p. 241</ref> Nel 1937 fu considerata, insieme alle altre navi della flotta turca, obsoleta dal ''British Naval Attache'', in parte perché priva di un armamento antiaereo adeguato, ma nel 1938 il governo turco iniziò a programmare un incremento della forza navale.<ref>Deringil, p. 35</ref> I piani di costruzioni navali, basati su acquisti da cantieri esteri, furono fermati dall'inizio della [[seconda guerra mondiale]]. <ref>Güvenç and Barlas, pp. 27–28</ref>
 
La ''Yavuz'' rimase in servizio per tutta la durata del conflitto. Nel novembre 1939, insieme alla ''Parizhskaya Kommuna'', erano le uniche navi da battaglia presenti nel Mar Nero. Secondo fonti dell'epoca la ''Yavuz'' era superiore alla nave sovietica poichèpoiché quest'ultima era in cattive condizioni generali.<ref>{{cite news|url=http://books.google.com.au/books?id=9kEEAAAAMBAJ&printsec=frontcover&dq=Yavuz+life+magazine&lr=&cd=3#v=onepage&q=Yavuz%20&f=false|title=Turkey Bestrides the Dardanelles|work=Life|last=Eliot|first=George Fielding|date=6 November 1939|publisher=Time Inc|issn=00243019|accessdate=17 February 2010}}</ref> Nel [[1941]], le batterie antiaeree furono potenziate a quattro cannoni da 88&nbsp;mm, dieci da 40&nbsp;mm, e quattro da 20&nbsp;mm. Quest'ultima dotazione fu aumentata successivamente a 22 cannoni da 40&nbsp;mm e 24 da 20&nbsp;mm.<ref name=Conways391/>
Dopo la guerra, il 5 aprile [[1946]], la corazzata statunitense ''[[USS Missouri]]'', l'incrociatore leggero ''USS Providence'', ed il cacciatorpediniere ''USS Power'' arrivarono ad Istanbul per riportare le spoglie dell'ambasciatore turco [[Münir Ertegün]].<ref>Stillwell, pp. 99–101</ref> La ''Yavuz'' salutò le navi nel Bosforo, con 19 salve a cui rispose la ''Missouri''.<ref>Stillwell, p. 102</ref>
Dopo il 1948, la nave fu basata a İzmit<ref name=Conways391/> o a [[Gölcük (District), Kocaeli|Gölcük]].<ref name="Whitley241"/> fu ritirata dal servizio il 20 dicembre 1950 e radiata il 14 novembre 1954.<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241"/> Quanto la Turchia aderì alla [[NATO]], nel 1952, alla nave fu assegnato il numero di scafo B70.<ref>Sturton, p. 147</ref> Il governo turco propose alla Germania Occidentale di acquistare la nave nel 1963, ma l'offerta fu rifiutata.<ref name=Conways391/> La Turchia vendette la nave alla ditta di demolizioni ''M.K.E. Seyman'' nel [[1971]].<ref name="Whitley241"/> Fu rimorchiata verso il cantiere di demolizione il 7 giugno 1973, e il lavoro fu completato nel febbraio [[1976]].<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241"/>
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[[Categoria:Imbarcazioni militari della prima guerra mondiale]]
 
 
[[en:SMS Goeben]]
[[cs:SMS Goeben]]
[[de:SMS Goeben]]
[[el:Γκαίμπεν]]
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