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== Premesse ==
=== La prima coalizione ===
{{vedi anche|rivoluzione francese|prima coalizione}}
L'intento del [[Direttorio]] francese (l'organo di vertice istituito dopo il [[regime del Terrore]]) di espandere i confini della neonata repubblica provocò un grosso allarme in Europa, innescando la fomazione della [[prima coalizione]] ([[1793]] - [[1797]]), che alleò tra loro [[Austria]], [[Prussia]], [[Inghilterra]], [[Spagna]], [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] e [[Regno di Napoli]], con l'intento dichiarato di sconfiggere il repubblicanesimo scaturito dalla [[rivoluzione francese]]. La coalizione venne sconfitta dai francesi a seguito della mobilitazione generale messa in atto da una riforma dell'esercito e dalla guerra totale dichiarata dal Direttorio. Nel [[1795]] la Francia annettè i [[Paesi Bassi]] austriaci e la [[Renania]], dopodiché seguì la conquista delle "Province unite d'[[Olanda]]", alle quali aveva dichiarato guerra nel [[1793]], e la loro trasformazione in [[Repubblica Batava]] (come stabilito dal [[Trattato dell'Aia (1795)|trattato dell'Aia]] del [[19 gennaio]] 1795). La Prussia firmò, il [[5 aprile]], la [[Pace di Basilea (5 aprile 1795)|prima pace di Basilea]] e lasciò la coalizione. La Spagna, dopo alcune vittorie iniziali, con l'[[guerra del Rossiglione|invasione del Rossiglione]] nel 1793, vide le truppe francesi invadere la [[Catalogna]] e la [[Navarra]]. Davanti a tale minaccia, firmò una pace separata il [[22 luglio]] 1795 ([[Pace di Basilea (22 luglio 1795)|seconda pace di Basilea]]).
Le campagne italiane di [[Napoleone Bonaparte]] nel [[1796]] e nel 1797 determinarono la fuoriscita del Regno di Sardegna dalla coalizione. Questo, che era stato uno dei membri originari della Coalizione, aveva rappresentato un pericolo persistente per la Francia per quattro anni, all'epoca in cui Napoleone assunse il comando dell'esercito francese in Italia. Bonaparte impiegò un mese per conquistare il [[Piemonte]] (parte del Regno di Sardegna) e per far retrocedere gli austriaci: il generale austriaco [[Jean-Pierre de Beaulieu|Beaulieu]] fu vinto a [[Battaglia di Montenotte|Montenotte]], [[Battaglia di Lodi|Lodi]] e [[Battaglia di Rivoli|Rivoli]]. Tale catena di sconfitte non lasciò altra alternativa al Regno di Sardegna che firmare l'[[armistizio di Cherasco]] (28 aprile 1796). L'avanzata di Napoleone tuttavia non si fermò e [[Modena]], [[Reggio nell'Emilia|Reggio Emilia]], [[Bologna]] e [[Ferrara]] furono annesse alla [[Repubblica Cispadana]]; l'ultima fortezza austriaca, [[Mantova]], cadde nel febbraio 1797.<ref name=napo>{{cita web|nome=Antonio|cognome=Spoto|url=http://www.pdsm.altervista.org/napoleone1.html|titolo=Napoleone Bonaparte - 1ª parte|opera=pdsm.altervista.org|accesso=25 ott 2010}}</ref> Le forze dello [[Stato Pontificio]] si arresero ai francesi a [[Forte Urbano]], obbligando il [[papa Pio VI]] a firmare un trattato di pace provvisorio, mentre le successive controffensive austriache in Italia furono infruttuose e condussero all'ingresso di Bonaparte nel [[Friuli-Venezia Giulia]].
Nel frattempo anche i generali francesi [[Lazare Hoche|Hoche]] e [[Jean Victor Marie Moreau|Moreau]] riportarono vittorie contro gli austriaci sul fronte del [[Reno]], pertanto Napoleone decise di puntare su [[Vienna]] ma la precarietà delle sue posizioni lo fece desistere subito dall'obiettivo. Fu giudicato più opportuno stilare il [[trattato di Leoben]] (aprile 1797) con gli austriaci, costretti in seguito ad accettare il [[trattato di Campoformio]] del [[17 ottobre]] 1797.<ref name=napo/> Quest'ultimo prevedeva il possesso dell'Austria della [[Repubblica di Venezia]] mentre Lombardia, gran parte dell'[[Emilia-Romagna]] e la Repubblica Cispadana confluirono nella [[Repubblica Cisalpina]]. Tale successo francese fu avvalorato dalla nascita della [[Repubblica Ligure]] e dalla conquista del [[Lazio]], nel quale nel quale venne istituita la [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]] (15 febbraio 1798), nonché dal tentativo da parte dei rivoluzionari napoletani, sconfitti dopo pochi mesi, di mantenere viva la [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]], a cui mise fine [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando I]] con l'aiuto dei [[sanfedisti]] di [[Fabrizio Ruffo]] e di una flotta inglese.<ref name=napo/>
=== La seconda coalizione ===
{{vedi anche|seconda coalizione}}
La [[seconda coalizione]] ([[1798]] - [[1801]]) fra [[Russia]], [[Regno Unito|Gran Bretagna]], Austria, [[Impero Ottomano]], [[Portogallo]], [[Regno di Napoli]] e Stato Pontificio contro la Francia, fu all'inizio più importante della prima. Il governo corrotto e diviso della Francia, sotto il Direttorio, si trovava in piena agitazione, e la [[Repubblica francese|Repubblica]] era in bancarotta (più tardi, quando nel 1799 Bonaparte prese il potere come primo console, trovò solo 60.000 [[Franco francese|franchi]] nel tesoro nazionale).
La partecipazione russa suppose un cambiamento decisivo rispetto alla guerra della prima coalizione. Le forze austro-russe in Italia, per precisa volontà dell'imperatore austriaco, erano comandate dal prestigioso e invitto [[generale]] [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov]]. La Repubblica francese non disponeva di leader come [[Lazare Carnot]], il ministro della guerra che aveva portato la Francia alle vittorie che seguirono le massicce riforme della prima guerra. Inoltre, Napoleone era occupato in una campagna in [[Egitto]], con l'obiettivo di minacciare l'Impero britannico. Senza due dei suoi più importanti comandanti del conflitto precedente, la Repubblica soffrì successive sconfitte contro alcuni nemici rivitalizzati e finanziati dalla corona britannica.
Napoleone ritornò in patria nel 1799, lasciando la campagna d'Egitto al comando del suo vice, il generale [[Jean-Baptiste Kléber|Kléber]] che successivamente venne assassinato. Tornato a Parigi prese il controllo del Direttorio alleandosi con [[Roger Ducos|Ducos]] e [[Emmanuel Joseph Sieyès|Sieyès]]. Avverso ad ogni politica di pace, Napoleone simulò un attentato nei suoi confronti per ottenere l'appoggio militare e riuscì ad abolire il [[Consiglio dei Cinquecento]] facendosi nominare, il 9 novembre 1799, [[primo console]].<ref name=napo/>
L'offensiva delle forze austriache sul [[Reno]] ed in Italia si trasformò in una minaccia per la Francia, ma per sua fortuna, tutte le truppe russe erano state ritirate dal fronte. Napoleone riorganizzò la milizia francese e creò un esercito di [[Riserva militare|riservisti]] per appoggiare tanto gli sforzi sul Reno come in Italia. In tutti i fronti, l'avanzata dei 300.000 uomini dell'esercito francese trovò gli austriaci impreparati. In Italia, la situazione era tuttavia più delicata e Napoleone si vide obbligato a mobilitare l'esercito dei riservisti. Atteso al [[Colle del Moncenisio|passo del Moncenisio]], valicò invece la [[Alpi]] al [[Colle del Gran San Bernardo|passo del Gran San Bernardo]] e costrinse alla resa il [[Forte di Bard]] austriaco con un attacco a sorpresa.<ref name=napo/> Raggiunta Milano si batté con gli austriaci nella [[battaglia di Marengo]] il [[14 giugno]] del [[1800]] ed avrebbe potuto perdere la battaglia se non fosse stato per l'intervento del generale [[Louis Charles Antoine Desaix|Desaix]]<ref>Si dice che Desaix, giungendo sul campo di battaglia alle 14 abbia detto «Questa battaglia è persa, comunque resta il tempo per vincerne un'altra»</ref> che attaccò la retroguardia austriaca sconfiggendola.<ref name=napo/><ref>Desaix morì nella battaglia e fu commemorato da Napoleone con un'incisione sull'[[Arco di Trionfo (Parigi)|Arco di Trionfo]]</ref>
L'esercito francese soggiogò in breve tempo anche la Svizzera mentre sul Reno, invece, la decisiva battaglia giunse quando un esercito francese di 180.000 uomini affrontò 120.000 soldati austriaci nella [[battaglia di Hohenlinden]] il [[3 dicembre]]. L'Austria fu definitivamente sconfitta ed abbandonò il conflitto a seguito del [[trattato di Lunéville]], nel febbraio del [[1801]].
Il maggiore problema pendente di Napoleone era ora l'Inghilterra che rimaneva un'entità destabilizzatrice sulle potenze continentali, come dimostrò il fatto che propiziò la seconda coalizione attraverso il suo finanziamento, che teoricamente sarebbe potuto arrivare anche alle potenze nemiche della Francia. Napoleone era convinto che, senza una sconfitta britannica o un trattato col Regno Unito, non avrebbe potuto ottenere una vera pace. L'esercito britannico era una minaccia relativamente modesta per la Francia, ma la [[Royal Navy]] era una continua minaccia per la flotta francese e per le colonie nei [[Caraibi]]. In ogni caso, egli non fu capace di invadere la Gran Bretagna in maniera diretta. L'ammiraglio [[John Jervis|Sir John Jervis]], nominato Primo Conte di St Vincent in onore della storica [[battaglia di Capo San Vincenzo (1797)|battaglia di Capo San Vincenzo]], contro la squadra spagnola, affermò: «Io non dico, signori, che i francesi non vengano; dico solo che non verranno per mare», parole evidentemente ironiche visto che l'Inghilterra è un'isola (Napoleone però tra i suoi progetti più fantasiosi ipotizzò persino un'aggressione dal cielo a bordo di mongolfiere).
L'impossibilità dell'offensiva in Gran Bretagna fu chiara a seguito delle sconfitte subite dalla Francia in Egitto nella [[Battaglia del Nilo (1798)|battaglia del Nilo]] ([[1º agosto]] 1798) e della flotta alleata franco-spagnola nella [[battaglia di Trafalgar]] ([[21 ottobre]] [[1805]]), entrambe combattute dalla Royal Navy al comando dell'ammiraglio [[Horatio Nelson]]. Anche una spedizione francese che intendeva sbarcare in Irlanda venne facilmente contenuta. La spedizione doveva dare appoggio ad una ribellione promossa dalla [[Society of United Irishmen|Società degli irlandesi uniti]], gruppo rivoluzionario irlandese capitanato da [[Theobald Wolfe Tone]] che aveva promosso la [[Rivolta irlandese del 1798]]; per appoggiare questa ribellione la Francia inviò una squadra navale sotto falsi colori inglesi con un contingente dell'esercito comandato dal generale Humbert, che sbarcò a [[Killala]] con 1.150 uomini. I francesi con l'appoggio degli insorti ma dopo alcuni successi iniziali vennero sconfitti nella [[battaglia di Ballinamuck]]; non conoscendo l'esito della spedizione, i francesi inviarono una spedizione di rinforzo con 8.000 uomini comandata dal [[commodoro]] [[Jean-Baptiste-François Bompart]], che venne però inseguita da una squadra inglese comandata da sir [[John Borlase Warren]] e sconfitta nella [[battaglia di Tory Island]]<ref name = culture>{{cita web |url = http://www.culturenorthernireland.org/article.aspx?art_id=3270 | titolo = The Battle of Tory Island |publisher= www.culturenorthernireland.org | accesso = 3 novembre 2010 }}</ref>; il bilancio per i francesi fu di un [[vascello]] e 6 fregate catturate e forti perdite anche tra i soldati a bordo<ref name = Gardiner>{{cite book |last= Gardiner |first = Robert, ed. |authorlink= |year= 1997 |title= Nelson Against Napoleon: From the Nile to Copenhagen, 1798–1801 |publisher= Chatham |___location= London |isbn= 978-1557506429 }}pagg. 114-115</ref>. Wolfe Tone, catturato sulla ammiraglia francese ''Hoche'', si suicidò poco prima di essere impiccato<ref name = culture/>.
==== Lo scontro tra Regno Unito e Danimarca ====
{{vedi anche|guerra delle cannoniere}}
[[File:Slaget på reden.jpg|thumb|left|[[Battaglia di Copenaghen (1801)]] ]]
Il regno unito di [[Danimarca-Norvegia]], che all'inizio si era dichiarato neutrale, trasse vantaggio dalla guerra attraverso il commercio e mise assieme un'armata navale per combattere la flotta inglese. A seguito dell'azione intimidatoria, nella [[battaglia di Copenhagen (1801)|battaglia di Copenhagen]], gli inglesi catturarono gran parte della flotta danese nella successiva [[battaglia di Copenaghen (1807)|battaglia di Copenaghen]]. Ciò condusse al ripristino della neutralità danese, ma questi ultimi si impegnarono in una guerriglia navale nella quale con piccole [[Cannoniera|cannoniere]] intendevano attaccare le navi inglesi, molto più numerose e potenti, che presidiavano le loro acque territoriali e quelle norvegesi.
La guerra delle cannoniere, sebbene i danesi ottenessero alcune vittorie come la cattura nel 1811 del brigantino HMS ''Manly'' da parte del brigantino danese ''Lolland'', al comando del capitano Hans Peter Holm<ref name = Dansk>{{Cita web | titolo =
The Naval Paintings of Commodore Hans Peter Holm | editore = Dansk MilitaerHistorie | data = | url = http://www.milhist.dk/soldaten/holm/holm.htm | accesso = 2 novembre 2010 }}</ref>, finì quando la flotta inglese ottenne la vittoria nella [[battaglia di Lyngør]] ([[1812]]), nella quale fu distrutta l'ultima delle navi da guerra danesi, la [[fregata (nave)|fregata]] KDM <ref>KDM significa Kongelige Danske Marine - Marina di Sua Maestà danese</ref> ''Najaden'', varata appena otto mesi prima e comandata dallo stesso Holm, da parte del vascello da 64 cannoni HMS ''Dictator''<ref name = Dansk/>.
== Storia delle guerre napoleoniche ==
=== Il trattato di Amiens ===
{{vedi anche|trattato di Amiens (1802)}}
[[File:NapoleanCoronationDavid.jpg|thumb|right|Napoleone incorona nella [[cattedrale di Notre Dame]] di Parigi sua moglie [[Giuseppina di Beauharnais|Giuseppina]] davanti al Papa, opera di [[Jacques-Louis David]] ]]
Il [[Trattato di Amiens (1802)|trattato di Amiens]] ([[1802]]) diede come risultato la pace fra l'Inghilterra e la Francia, e significò il collasso finale della seconda coalizione. Tuttavia, non si considerò mai un trattato duraturo: nessuna delle parti era soddisfatta ed entrambe misero in atto delle inadempienze. Le ostilità ricominciarono il [[18 maggio]] [[1803]]. L'oggetto del conflitto cambiò e fu dettato dal desiderio di restaurare la monarchia in Francia e cacciare Napoleone.
Bonaparte dichiarò la costituzione dell'Impero il [[28 maggio]] del [[1804]] e fu incoronato imperatore, dopo essersi riappacificato con la [[Papa Pio VII]] grazie al [[concordato del 1801]], nella [[cattedrale di Notre-Dame]] di [[Parigi]] il [[2 dicembre]] dello stesso anno.<ref name=napo/>
=== Trafalgar e Austerlitz ===
{{vedi anche|terza coalizione}}
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