Utente:Franz van Lanzee/Sandbox 2: differenze tra le versioni

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=== La seconda coalizione ===
{{vedi anche|seconda coalizione}}
La situazione volgeva contro la Francia anche in Europa: ai primi di gennaio del [[1799]] si formò una [[seconda coalizione]] antifrancese, che riuniva Gran Bretagna, Austria, Russia, Regno di Napoli ed [[Impero ottomano]]. Le truppe della coalizione iniziarono una serie di offensive contro i francesi in Egitto, in Germania, in [[Svizzera]] e soprattutto in Italia, dove un grosso esercito austro-russo guidato dal [[generale]] [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov|Suvorov]] colse un successo dopo l'altro, cancellando in pochi mesi tutte le conquiste fatte da Napoleone; in aggiunta a ciò, la Francia si trovava in [[bancarotta]] ed i partiti monarchici andavano acquisendo sempre più popolarità. Informato della gravità della situazione, Napoleone lasciò in gran segreto il suo esercito in Egitto, ed il [[9 ottobre]] 1799 rientrò in Francia, accolto entusiasticamente dalla popolazione. Avverso ad ogni politica di pace, il [[9 novembre]] seguente il generale, grazie all'appoggio datogli dai membri del Dirrettorio [[Roger Ducos|Ducos]] e [[Emmanuel Joseph Sieyès|Sieyès]], condusse un [[colpo di stato]] militare (il così detto "[[Colpo di Stato del 18 brumaio]]") che portò all'abolizione del Direttorio stesso ed all'istituzione del regime del [[Consolato (Francia)|Consolato]]; facendosi nominare [[primo console]], Napoleone era ora di fatto il padrone politico della Francia<ref name=napo/>.
 
La situazione militare andava intanto migliorando: sul finire del 1799, l'avanzata di Suvorov era stata bloccata nella [[seconda battaglia di Zurigo]] ad opera del generale [[Andrea Massena]], mentre l'[[invasione anglo-russa dell'Olanda]] si era conclusa con una cocente disfatta per i coalizzati; alla luce di queste sconfitte e dei continui dissidi con gli alleati britannici, lo [[zar]] [[Paolo I di Russia|Paolo I]] decise di ritirarsi unilateralmente dall'alleanza, lasciando la sola Austria a confrontarsi con i francesi sul continente. Napoleone riorganizzò rapidamente le forze francesi, e, affidato al generale [[Jean Victor Marie Moreau|Moreau]] il compito di trattenere gli austriaci in Germania, condusse un'armata di [[Riserva militare|riservisti]] in Italia contro le forze del generale [[Michael von Melas|Melas]]. Atteso al [[Colle del Moncenisio|passo del Moncenisio]], valicò invece le [[Alpi]] al [[Colle del Gran San Bernardo|passo del Gran San Bernardo]] il [[24 maggio]] [[1800]], e costrinse alla resa il [[Forte di Bard]] con un attacco a sorpresa<ref name=napo/>. Dopo aver catturato [[Milano]] senza combattere, l'armata di Napoleone affrontò gli austriaci nella [[battaglia di Marengo]] il [[14 giugno]] seguente: la battaglia iniziò male per i francesi, ed avrebbe potuto trasformarsi in una cocente disfatta per Napoleone se nel pomeriggio non fossero sopraggiunti i rinforzi capitanati dal generale [[Louis Charles Antoine Desaix|Desaix]]; la sua furiosa carica contro l'ala destra austriaca provocò la rotta dell'armata di Melas, anche se lo stasso Desaix rimase ucciso nelle fasi finali della battaglia<ref name=napo/>. Sebbene non decisiva ai fini del conflitto, la vittoria dei francesi a Marengo obbligò gli austriaci ad abbandonare per la seconda volta l'Italia. Il [[3 dicembre]] 1800, il generale Moreau ottenne finalmente una vittoria decisiva sugli austriaci nella [[battaglia di Hohenlinden]]; ormai allo stremo, il [[9 febbraio]] [[1801]] l'Austria si ritirò dal conflitto con la firma del [[trattato di Lunéville]].
 
=== Il trattato di Amiens ===
{{vedi anche|trattato di Amiens (1802)}}
Solo la Gran Bretagna (diventata, dal [[1° gennaio]] 1801 "Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda") rimaneva in armi contro la Francia. Una spedizione militare britannica riuscì a costringere alla resa le residue forze francesi in Egitto sul finire dell'agosto del 1801, ma i britannici non disponevano di forze di terra sufficienti per inisidiare il controllo francese sul continente; al tempo stesso, però, la netta superiorità acquisita dalla Royal Navy sul mare precludeva ai francesi qualsiasi ipotesi di invasione delle isole britanniche. Stante questa situazione di equilibrio, ai due contendenti non restò altro che la via dei negoziati; il [[25 marzo]] [[1802]] venne quindi firmato il [[trattato di Amiens (1802)|trattato di Amiens]], che sanciva la conclusione delle ostilità.
 
 
 
== Storia delle guerre napoleoniche ==
=== Trafalgar e Austerlitz ===
{{vedi anche|terza coalizione}}
[[File:NapoleanCoronationDavid.jpg|thumb|right|Napoleone incorona nella [[cattedrale di Notre Dame]] di Parigi sua moglie [[Giuseppina di Beauharnais|Giuseppina]] davanti al Papa, opera di [[Jacques-Louis David]] ]]
Bonaparte dichiarò la costituzione dell'Impero il [[28 maggio]] del [[1804]] e fu incoronato imperatore, dopo essersi riappacificato con la [[Papa Pio VII]] grazie al [[concordato del 1801]], nella [[cattedrale di Notre-Dame]] di [[Parigi]] il [[2 dicembre]] dello stesso anno.<ref name=napo/>
 
Napoleone studiò un'invasione dell'Inghilterra<ref name=napo2>{{cita web|nome=Antonio|cognome=Spoto|url=http://www.pdsm.altervista.org/napoleone2.html|titolo=Napoleone Bonaparte - 2ª parte|opera=pdsm.altervista.org|accesso=26 ott 2010}}</ref> e riunì un esercito di 180.000 uomini a [[Boulogne-sur-Mer|Boulogne]]. Tuttavia, doveva ottenere prima la superiorità navale per iniziare la campagna, o almeno, allontanare la flotta britannica dal [[La Manica|canale della Manica]]. Venne così elaborato un complesso piano per distrarre i britannici, minacciando i loro possedimenti nei Caraibi, ma questo piano cedette quando la flotta franco-spagnola al comando dell'ammiraglio [[Pierre-Charles Villeneuve|Villeneuve]] si ritirò dopo un'azione poco decisa nella [[battaglia di Capo Finisterre]] ([[1805]]). Villeneuve si vide bloccato a [[Cadice]] fino a che la flotta alleata uscì di nuovo il [[19 ottobre]] con destinazione [[Napoli]], ma venne intercettato e sconfitto nella [[battaglia di Trafalgar]] il [[21 ottobre]] dalla flotta della marina britannica, al comando dell'[[ammiraglio]] [[Horatio Nelson]].<ref name=napo2/> Napoleone aveva inviato nove piani d'attacco differenti a Villeneuve, ma questo tentennò costantemente, provocando questo disastroso risultato.
 
Dopo questo contrattempo, Napoleone abbandonò momentaneamente il progetto di invasione e pose la sua attenzione nei confronti dei suoi nemici del Continente. L'esercito francese lasciò Boulogne e si trasferì in Austria.<ref name=napo2/>
 
La serie di conflitti navali e coloniali, compresa la cosiddetta "azione del 1805", dove tre [[Vascello|vascelli]] francesi attaccarono un vascello di linea ed uno da carico inglesi, portarono Napoleone alla decisione di annullare i suoi piani per invadere l'Inghilterra. Questo era anche un chiaro segno della nuova natura della guerra, caratterizzata inoltre da una certa "mondialità" portata dai conflitti nei Caraibi. L'unico precedente di un conflitto tanto ampio era stata la [[guerra dei sette anni]].
 
[[File:Austerlitz-baron-Pascal.jpg|thumb|left|[[Battaglia di Austerlitz]] ([[1805]])]]
 
Nell'aprile del 1805, il Regno Unito e la Russia firmarono un trattato per espellere i francesi da [[Olanda]] e [[Svizzera]]. L[Austria si unì all'alleanza dopo l'annessione di [[Genova]] da parte dei francesi e la proclamazione di Napoleone [[Regno d'Italia (1805-1814)|Re d'Italia]]. Gli austriaci cominciarono la guerra invadendo la [[Baviera]] con un esercito di circa 70.000 uomini sotto il comando di [[Karl Mack von Leiberich]] e l'esercito francese uscì da Boulogne alla fine di luglio del 1805 per affrontarli. Nella [[battaglia di Ulma]] ([[25 settembre]] - [[20 ottobre]]), Napoleone tentò di battere l'esercito di Mack con una brillante manovra avvolgente, forzando la sua resa senza sostanziali perdite. Con l'esercito principale dell'Austria battuto a nord delle [[Alpi]], un altro esercito a sud sotto il comando dell'[[Carlo d'Austria-Teschen|Arciduca Carlo d'Austria]], aveva affrontato l'esercito di [[Andrea Massena]] in Italia con risultati poco concludenti e Napoleone poté così occupare Vienna. Lontano dalle sue linee di rifornimento, in [[Moravia]], affrontò nella [[battaglia di Austerlitz]] un esercito austro-russo numericamente superiore al suo e lo sconfisse mentre era al suo comando [[Mikhail Kutuzov]] assieme agli imperatori [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]] e [[Alessandro I di Russia]]. L'esercito francese si mantenne inizialmente sulla difensiva nelle alture di Pratzen, invogliando così il nemico ad attaccare, ma proprio quando questo tentò la manovra di accerchiamento Napoleone dispose un attacco fulmineo che portò alla vittoria<ref name=napo2/> costata 7.000 perdite a fronte delle 25.000 subite dalla coalizione.
 
Dopo Austerlitz, l'Austria firmò il [[trattato di Pressburg]], lasciando la coalizione cedendo [[Venezia]] al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia napoleonico]] e del [[Tirolo]] alla Baviera. Con la ritirata dell'Austria dalla guerra, sopravvenne una stagnazione delle ostilità. L'esercito napoleonico aveva un record di vittorie imbattibili in terra, ma la forza principale dell'esercito russo non era entrata ancora in gioco.
 
 
 
Napoleone ritornò in patria nel 1799, lasciando la campagna d'Egitto al comando del suo vice, il generale [[Jean-Baptiste Kléber|Kléber]] che successivamente venne assassinato. Tornato a Parigi prese il controllo del Direttorio alleandosi con [[Roger Ducos|Ducos]] e [[Emmanuel Joseph Sieyès|Sieyès]]. Avverso ad ogni politica di pace, Napoleone simulò un attentato nei suoi confronti per ottenere l'appoggio militare e riuscì ad abolire il [[Consiglio dei Cinquecento]] facendosi nominare, il 9 novembre 1799, [[primo console]].<ref name=napo/>
 
L'offensiva delle forze austriache sul [[Reno]] ed in Italia si trasformò in una minaccia per la Francia, ma per sua fortuna, tutte le truppe russe erano state ritirate dal fronte. Napoleone riorganizzò la milizia francese e creò un esercito di [[Riserva militare|riservisti]] per appoggiare tanto gli sforzi sul Reno come in Italia. In tutti i fronti, l'avanzata dei 300.000 uomini dell'esercito francese trovò gli austriaci impreparati. In Italia, la situazione era tuttavia più delicata e Napoleone si vide obbligato a mobilitare l'esercito dei riservisti. Atteso al [[Colle del Moncenisio|passo del Moncenisio]], valicò invece la [[Alpi]] al [[Colle del Gran San Bernardo|passo del Gran San Bernardo]] e costrinse alla resa il [[Forte di Bard]] austriaco con un attacco a sorpresa.<ref name=napo/> Raggiunta Milano si batté con gli austriaci nella [[battaglia di Marengo]] il [[14 giugno]] del [[1800]] ed avrebbe potuto perdere la battaglia se non fosse stato per l'intervento del generale [[Louis Charles Antoine Desaix|Desaix]]<ref>Si dice che Desaix, giungendo sul campo di battaglia alle 14 abbia detto «Questa battaglia è persa, comunque resta il tempo per vincerne un'altra»</ref> che attaccò la retroguardia austriaca sconfiggendola.<ref name=napo/><ref>Desaix morì nella battaglia e fu commemorato da Napoleone con un'incisione sull'[[Arco di Trionfo (Parigi)|Arco di Trionfo]]</ref>
 
L'esercito francese soggiogò in breve tempo anche la Svizzera mentre sul Reno, invece, la decisiva battaglia giunse quando un esercito francese di 180.000 uomini affrontò 120.000 soldati austriaci nella [[battaglia di Hohenlinden]] il [[3 dicembre]]. L'Austria fu definitivamente sconfitta ed abbandonò il conflitto a seguito del [[trattato di Lunéville]], nel febbraio del [[1801]].
 
Il maggiore problema pendente di Napoleone era ora l'Inghilterra che rimaneva un'entità destabilizzatrice sulle potenze continentali, come dimostrò il fatto che propiziò la seconda coalizione attraverso il suo finanziamento, che teoricamente sarebbe potuto arrivare anche alle potenze nemiche della Francia. Napoleone era convinto che, senza una sconfitta britannica o un trattato col Regno Unito, non avrebbe potuto ottenere una vera pace. L'esercito britannico era una minaccia relativamente modesta per la Francia, ma la [[Royal Navy]] era una continua minaccia per la flotta francese e per le colonie nei [[Caraibi]]. In ogni caso, egli non fu capace di invadere la Gran Bretagna in maniera diretta. L'ammiraglio [[John Jervis|Sir John Jervis]], nominato Primo Conte di St Vincent in onore della storica [[battaglia di Capo San Vincenzo (1797)|battaglia di Capo San Vincenzo]], contro la squadra spagnola, affermò: «Io non dico, signori, che i francesi non vengano; dico solo che non verranno per mare», parole evidentemente ironiche visto che l'Inghilterra è un'isola (Napoleone però tra i suoi progetti più fantasiosi ipotizzò persino un'aggressione dal cielo a bordo di mongolfiere).
 
L'impossibilità dell'offensiva in Gran Bretagna fu chiara a seguito delle sconfitte subite dalla Francia in Egitto nella [[Battaglia del Nilo (1798)|battaglia del Nilo]] ([[1º agosto]] 1798) e della flotta alleata franco-spagnola nella [[battaglia di Trafalgar]] ([[21 ottobre]] [[1805]]), entrambe combattute dalla Royal Navy al comando dell'ammiraglio [[Horatio Nelson]]. Anche una spedizione francese che intendeva sbarcare in Irlanda venne facilmente contenuta. La spedizione doveva dare appoggio ad una ribellione promossa dalla [[Society of United Irishmen|Società degli irlandesi uniti]], gruppo rivoluzionario irlandese capitanato da [[Theobald Wolfe Tone]] che aveva promosso la [[Rivolta irlandese del 1798]]; per appoggiare questa ribellione la Francia inviò una squadra navale sotto falsi colori inglesi con un contingente dell'esercito comandato dal generale Humbert, che sbarcò a [[Killala]] con 1.150 uomini. I francesi con l'appoggio degli insorti ma dopo alcuni successi iniziali vennero sconfitti nella [[battaglia di Ballinamuck]]; non conoscendo l'esito della spedizione, i francesi inviarono una spedizione di rinforzo con 8.000 uomini comandata dal [[commodoro]] [[Jean-Baptiste-François Bompart]], che venne però inseguita da una squadra inglese comandata da sir [[John Borlase Warren]] e sconfitta nella [[battaglia di Tory Island]]<ref name = culture>{{cita web |url = http://www.culturenorthernireland.org/article.aspx?art_id=3270 | titolo = The Battle of Tory Island |publisher= www.culturenorthernireland.org | accesso = 3 novembre 2010 }}</ref>; il bilancio per i francesi fu di un [[vascello]] e 6 fregate catturate e forti perdite anche tra i soldati a bordo<ref name = Gardiner>{{cite book |last= Gardiner |first = Robert, ed. |authorlink= |year= 1997 |title= Nelson Against Napoleon: From the Nile to Copenhagen, 1798–1801 |publisher= Chatham |___location= London |isbn= 978-1557506429 }}pagg. 114-115</ref>. Wolfe Tone, catturato sulla ammiraglia francese ''Hoche'', si suicidò poco prima di essere impiccato<ref name = culture/>.
 
==== Lo scontro tra Regno Unito e Danimarca ====
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The Naval Paintings of Commodore Hans Peter Holm | editore = Dansk MilitaerHistorie | data = | url = http://www.milhist.dk/soldaten/holm/holm.htm | accesso = 2 novembre 2010 }}</ref>, finì quando la flotta inglese ottenne la vittoria nella [[battaglia di Lyngør]] ([[1812]]), nella quale fu distrutta l'ultima delle navi da guerra danesi, la [[fregata (nave)|fregata]] KDM <ref>KDM significa Kongelige Danske Marine - Marina di Sua Maestà danese</ref> ''Najaden'', varata appena otto mesi prima e comandata dallo stesso Holm, da parte del vascello da 64 cannoni HMS ''Dictator''<ref name = Dansk/>.
 
== Storia delle guerre napoleoniche ==
=== Il trattato di Amiens ===
{{vedi anche|trattato di Amiens (1802)}}
[[File:NapoleanCoronationDavid.jpg|thumb|right|Napoleone incorona nella [[cattedrale di Notre Dame]] di Parigi sua moglie [[Giuseppina di Beauharnais|Giuseppina]] davanti al Papa, opera di [[Jacques-Louis David]] ]]
 
Il [[Trattato di Amiens (1802)|trattato di Amiens]] ([[1802]]) diede come risultato la pace fra l'Inghilterra e la Francia, e significò il collasso finale della seconda coalizione. Tuttavia, non si considerò mai un trattato duraturo: nessuna delle parti era soddisfatta ed entrambe misero in atto delle inadempienze. Le ostilità ricominciarono il [[18 maggio]] [[1803]]. L'oggetto del conflitto cambiò e fu dettato dal desiderio di restaurare la monarchia in Francia e cacciare Napoleone.
 
Bonaparte dichiarò la costituzione dell'Impero il [[28 maggio]] del [[1804]] e fu incoronato imperatore, dopo essersi riappacificato con la [[Papa Pio VII]] grazie al [[concordato del 1801]], nella [[cattedrale di Notre-Dame]] di [[Parigi]] il [[2 dicembre]] dello stesso anno.<ref name=napo/>
 
=== Trafalgar e Austerlitz ===
{{vedi anche|terza coalizione}}
Napoleone studiò un'invasione dell'Inghilterra<ref name=napo2>{{cita web|nome=Antonio|cognome=Spoto|url=http://www.pdsm.altervista.org/napoleone2.html|titolo=Napoleone Bonaparte - 2ª parte|opera=pdsm.altervista.org|accesso=26 ott 2010}}</ref> e riunì un esercito di 180.000 uomini a [[Boulogne-sur-Mer|Boulogne]]. Tuttavia, doveva ottenere prima la superiorità navale per iniziare la campagna, o almeno, allontanare la flotta britannica dal [[La Manica|canale della Manica]]. Venne così elaborato un complesso piano per distrarre i britannici, minacciando i loro possedimenti nei Caraibi, ma questo piano cedette quando la flotta franco-spagnola al comando dell'ammiraglio [[Pierre-Charles Villeneuve|Villeneuve]] si ritirò dopo un'azione poco decisa nella [[battaglia di Capo Finisterre]] ([[1805]]). Villeneuve si vide bloccato a [[Cadice]] fino a che la flotta alleata uscì di nuovo il [[19 ottobre]] con destinazione [[Napoli]], ma venne intercettato e sconfitto nella [[battaglia di Trafalgar]] il [[21 ottobre]] dalla flotta della marina britannica, al comando dell'[[ammiraglio]] [[Horatio Nelson]].<ref name=napo2/> Napoleone aveva inviato nove piani d'attacco differenti a Villeneuve, ma questo tentennò costantemente, provocando questo disastroso risultato.
 
Dopo questo contrattempo, Napoleone abbandonò momentaneamente il progetto di invasione e pose la sua attenzione nei confronti dei suoi nemici del Continente. L'esercito francese lasciò Boulogne e si trasferì in Austria.<ref name=napo2/>
 
La serie di conflitti navali e coloniali, compresa la cosiddetta "azione del 1805", dove tre [[Vascello|vascelli]] francesi attaccarono un vascello di linea ed uno da carico inglesi, portarono Napoleone alla decisione di annullare i suoi piani per invadere l'Inghilterra. Questo era anche un chiaro segno della nuova natura della guerra, caratterizzata inoltre da una certa "mondialità" portata dai conflitti nei Caraibi. L'unico precedente di un conflitto tanto ampio era stata la [[guerra dei sette anni]].
 
[[File:Austerlitz-baron-Pascal.jpg|thumb|left|[[Battaglia di Austerlitz]] ([[1805]])]]
 
Nell'aprile del 1805, il Regno Unito e la Russia firmarono un trattato per espellere i francesi da [[Olanda]] e [[Svizzera]]. L[Austria si unì all'alleanza dopo l'annessione di [[Genova]] da parte dei francesi e la proclamazione di Napoleone [[Regno d'Italia (1805-1814)|Re d'Italia]]. Gli austriaci cominciarono la guerra invadendo la [[Baviera]] con un esercito di circa 70.000 uomini sotto il comando di [[Karl Mack von Leiberich]] e l'esercito francese uscì da Boulogne alla fine di luglio del 1805 per affrontarli. Nella [[battaglia di Ulma]] ([[25 settembre]] - [[20 ottobre]]), Napoleone tentò di battere l'esercito di Mack con una brillante manovra avvolgente, forzando la sua resa senza sostanziali perdite. Con l'esercito principale dell'Austria battuto a nord delle [[Alpi]], un altro esercito a sud sotto il comando dell'[[Carlo d'Austria-Teschen|Arciduca Carlo d'Austria]], aveva affrontato l'esercito di [[Andrea Massena]] in Italia con risultati poco concludenti e Napoleone poté così occupare Vienna. Lontano dalle sue linee di rifornimento, in [[Moravia]], affrontò nella [[battaglia di Austerlitz]] un esercito austro-russo numericamente superiore al suo e lo sconfisse mentre era al suo comando [[Mikhail Kutuzov]] assieme agli imperatori [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]] e [[Alessandro I di Russia]]. L'esercito francese si mantenne inizialmente sulla difensiva nelle alture di Pratzen, invogliando così il nemico ad attaccare, ma proprio quando questo tentò la manovra di accerchiamento Napoleone dispose un attacco fulmineo che portò alla vittoria<ref name=napo2/> costata 7.000 perdite a fronte delle 25.000 subite dalla coalizione.
 
Dopo Austerlitz, l'Austria firmò il [[trattato di Pressburg]], lasciando la coalizione cedendo [[Venezia]] al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia napoleonico]] e del [[Tirolo]] alla Baviera. Con la ritirata dell'Austria dalla guerra, sopravvenne una stagnazione delle ostilità. L'esercito napoleonico aveva un record di vittorie imbattibili in terra, ma la forza principale dell'esercito russo non era entrata ancora in gioco.