What'd I Say: differenze tra le versioni
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{{quote|(...) Temerariamente diversa, selvaggiamente sexy e favolosamente ballabile, appassionava gli ascoltatori. Quando arrivò alla radio, qualcuno la spense con disgusto, ma in milioni alzarono il volume al massimo e cantarono "Unnnh, unnnh, ooooh, ooooh" con Ray e le Raelets. Diede vita a milioni di feste, ad altrettante storie d'amore, e divenne una canzone con la quale passare l'estate.|Michael Lydon<ref name="lydon164"/>|(...) Daringly different, wildly sexy, and fabulously danceable, the record riveted listeners. When 'What'd I Say' came on the radio, some turned it off in disgust, but millions turned the volume up to blasting and sang 'Unnnh, unnnh, oooooh, oooooh' along with Ray and the Raelets. [It] became the life of a million parties, the spark of as many romances, and a song to date the Summer by.|lingua=en}}▼
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▲{{quote|(...) Temerariamente diversa, selvaggiamente sexy e favolosamente ballabile, appassionava gli ascoltatori. Quando arrivò
[[Immagine:Paul, George & John.png|thumb|right|200px|I [[The Beatles|Beatles]] sono tra gli artisti che più rimasero influenzati dal pezzo.]]▼
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La canzone non ebbe subito un grande effetto negli Stati Uniti, mentre era molto popolare in Europa. [[Paul McCartney]] ne rimase colpito a tal punto che capì di volere iniziare a lavorare nel campo musicale,<ref>[[#Bibliografia|Lydon, 1998]], pp. 164–165.</ref> mentre [[George Harrison]] la conobbe durante una festa in cui venne riprodotta per otto ore di fila.<ref name="evans111"/> Durante la loro permanenza ad [[Amburgo]], i [[The Beatles|Beatles]] la suonarono a ogni concerto con tanto di botta e risposta con il pubblico, ottenendo un grande successo. L'apertura di piano elettrico della canzone era per [[John Lennon]] una novità e tentò di ripeterla con la chitarra. Tempo dopo lo stesso Lennon attribuì a quell'[[intro]] la nascita delle canzoni caratterizzate da [[riff]] di chitarra.<ref name="evans112">[[#Bibliografia|Evans, 2007]], p. 112.</ref>
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Alla fine degli [[anni 1950|anni cinquanta]] il [[rock and roll]] stava vivendo un periodo difficile a causa di una serie di scandali e tragedie con i principali esponenti del genere come protagonisti, oltre all'assenza dalle scene di [[Elvis Presley]] perché in [[servizio militare]]: [[Buddy Holly]] perse la vita in un tragico incidente aereo nel [[1959]], seguito da quello in auto, altrettanto fatale, di [[Eddie Cochran]] nel [[1960]]; [[Chuck Berry]] era in carcere per atti sessuali con una minorenne<ref>{{Cita web|cognome=Weiner|nome=Eric|titolo=''The Long, Colorful History of the Mann Act''|data=11-03-2008|editore=npr.org|url=http://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=88104308|accesso=21-07-2010|lingua=en}}</ref> e [[Jerry Lee Lewis]] era al centro di uno scandalo mediatico dopo il suo matrimonio con una cugina tredicenne.<ref>{{Cita web|cognome=Connolly|nome=Ray|titolo=''Great Balls of Scandal: How Jerry Lee Lewis' marriage to a 13-year-old wrecked his career''|data=24-05-2008|editore=dailymail.co.uk|url=http://www.dailymail.co.uk/tvshowbiz/article-1021569/Great-Balls-Scandal-How-Jerry-Lee-Lewis-marriage-13-year-old-wrecked-career.html|accesso=21-07-2010|lingua=en}}</ref><ref>[[#Bibliografia|Larson, 2004]], p. 50.</ref> Per queste ragioni il 1958 e il 1959 sono spesso visti come due anni sterili per quanto riguarda il talento musicale. Il critico [[Nelson George]] pensa invece il contrario e usa Ray Charles e la sua canzone come esempi; George scrive che i temi nelle opere del cantante di [[Albany (Georgia)|Albany]] erano molto simili ai giovani ribelli resero popolare il rock and roll. Secondo lo scrittore, Charles «abbatté il limite tra palco e pulpito, ricaricò le preoccupazioni del blues con fervore trascendentale, unendo spudoratamente il sessuale allo spirituale. Rese così il piacere (soddisfazione fisica) e la gioia (illuminazione divina) sembrare una cosa sola e portò le realtà del peccatore del sabato sera e del fedele della domenica mattina in rauca armonia».<ref>[[#Bibliografia|George, 1988]], p. 70.</ref>
▲[[Immagine:Paul, George & John.png|thumb|
''What'd I Say'' è stata oggetto di [[cover]] da parte di molti artisti di diversi stili musicali. Elvis Presley la usò per una lunga scena di ballo nel film del 1964 ''[[Viva Las Vegas (film)|Viva Las Vegas]]'' e la pubblicò come singolo con la [[Viva Las Vegas (brano musicale)|canzone omonima]] come ''[[b-side]]''. [[Cliff Richard]], [[Eric Clapton]] con [[John Mayall & the Bluesbreakers]], [[The Big Three]], [[Eddie Cochran]], [[Bobby Darin]], [[Nancy Sinatra]], [[Sammy Davis Jr.]] e [[Johnny Cash]] fecero tutti una loro rivisitazione del pezzo.<ref>[[#Bibliografia|Evans, 2007]], p. 113.</ref> Jerry Lee Lewis ebbe molto successo con la sua interpretazione del 1961, che rimase otto settimane in classifica.<ref>Whitburn, Joel (2003). "Lewis, Jerry Lee", ''Joel Whitburn's top pop singles 1955–2002'', Billboard. ISBN 0-89820-155-1</ref> L'autore notò che molte delle stazioni radio che fino ad allora non avevano mai trasmesso la sua canzone iniziarono a farlo dopo la pubblicazione di cover da parte di artisti bianchi, suscitandogli qualche perplessità («come se il sesso bianco fosse più pulito di quello nero»), anche se successivamente iniziarono a mettere in onda anche la versione originale.<ref name="charles191"/>
<!--Charles later spoofed this double standard on the television comedy show ''[[Saturday Night Live]]'' in 1977. He hosted an episode and had the original band he toured with in the 1950s to join him. In one skit, he tells a producer that he wants to record the song, but the producer tells him that a white band named the "Young Caucasians", composed of beaming white teenagers are to record it first, which they do on the show, in a chaste, sanitized, and unexciting performance. When Charles and his band counter with their original version, [[Garrett Morris]] tell them, "Sorry. That'll never make it."<ref>Lydon, p. 330.</ref>-->
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