Comunismo: differenze tra le versioni
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Nella fase storica descritta dal Manifesto (così come in tutte le opere di Marx e Engels), il [[capitalismo]] è qualitativamente connotato, come in (quasi) tutti i modi di produzione precedenti dalla dominanza di una classe sociale su un'altra (almeno). Nello specifico, la [[borghesia]] (i capitalisti), ossia la classe che detiene i mezzi di produzione e cioè le condizioni oggettive della produzione, estrinseca la propria dominanza sulla classe subordinata, il [[proletariato]], ossia coloro che devono vendere la propria abilità al lavoro in cambio della sussistenza (salario), attraverso lo sfruttamento di questi ultimi che si concreta nel pagamento di una parte della giornata lavorativa, mentre la restante parte - il pluslavoro, poi plusvalore - è la radice sociale del profitto. Nell'opera ''Das Kapital'' (''Il Capitale''), Karl Marx analizza come i capitalisti comprassero forza lavoro dai lavoratori ottenendo il diritto di rivendere il risultato dell'attività produttiva ottenendo così un ''profitto'' (vedi [[teoria del valore]] e [[teoria marxiana del valore]] per i dettagli). Per Marx se le classi lavoratrici di tutti i paesi prendessero coscienza dei loro comuni obiettivi, si unirebbero per rovesciare il sistema capitalista. Lo considerava, se lo svolgimento della storia avesse seguito la logica di una razionalità hegeliana, un risultato inevitabile di un processo storico in atto; potendosi comunque verificare, qualora il socialismo non fosse riuscito ad imporsi, l'imbarbarimento della società attraverso la rovina di ambedue le classi in lotta e di tutte le classi.
Dalle rovine del capitalismo sarebbe sorta una società in cui, dopo un periodo di transizione,
[[File:Genova-Scultore Gialdini-DSCF8391.JPG|thumb|right|250px|Il pugno alzato è uno dei simboli più noti del comunismo. Spesso è raffigurato anche nella [[scultura]], come in questa creazione di [[Alfonso Gialdini]].]]
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Il modello proposto da Bakunin era quello di una libera [[federazione]] di comuni, regioni e nazioni in cui i mezzi di produzione, collettivizzati, sarebbero stati direttamente nelle mani del popolo tramite un sistema di [[autogestione]].
Idee simili a quelle di Bakunin furono sviluppate da [[Pëtr Kropotkin]], suo connazionale, scienziato oltre che filosofo. Criticando il darwinismo sociale che fungeva da giustificazione alla competizione capitalistica e all'[[imperialismo]], nel suo saggio ''Mutual Aid'' ([[1902]]) Kropotkin si propone di dimostrare come tra le specie animali prevalgano la cooperazione e l'armonia (anche sul piano della sopravvivenza: la cooperazione porta a migliori risultati della lotta individuale darwinista). Proprio cooperazione ed armonia, senza necessità di una stratificazione gerarchica, dovrebbero essere i principi dell'organizzazione sociale umana. Kropotkin prende ad esempio le ''poleis'' greche, i comuni medievali ed altre esperienze storiche come esempi di società autogestite. L'[[etica]] non dovrebbe essere imposta dalle leggi dello [[Stato]] ma scaturire spontaneamente dalla comunità. Come Bakunin, Kropotkin si augura la scomparsa dello Stato e l'instaurazione di un comunismo [[federalismo|federalista]], autogestito e decentrato.
=== La Comune di Parigi ===
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Questa versione del marxismo rientra nella teoria detta '''[[leninismo]]'''.
La maggior parte dei socialisti rivoluzionari accettarono dopo qualche perplessità la proposta. Non mancarono però gli accesi critici di Lenin, come [[Rosa Luxemburg]] (oltre naturalmente ai comunisti libertari) che intravide l'involuzione dittatoriale che la Rivoluzione d'Ottobre stava prendendo sotto la direzione del partito bolscevico.
=== Stalin e l'URSS ===
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