Utente:Franz van Lanzee/Sandbox 2: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Modifica su propria sandbox
Modifica su propria sandbox
Riga 2:
=== La prima coalizione ===
{{vedi anche|rivoluzione francese|prima coalizione}}
Gli eventi della [[rivoluzione francese]], e le mire espansionistiche avviate dal nuovo governo francese, avevano molto allarmato le principali potenze europee, timorose che gli effetti della rivoluzione si potessero estendere anche ai loro stati; a seguito della dichiarazione di guerra della Francia al [[Sacro Romano Impero Germanico]] del [[20 aprile]] [[1792]], [[Austria]], [[Prussia]], [[Gran Bretagna]], [[Spagna]], [[Portogallo]], [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] e [[Regno di Napoli]] diedero vita alla [[prima coalizione]] antifrancese, e la neonata Repubblica si ritrovò assalita su tutti i fronti. La guerra ebbe un andamento altalenante: dopo una serie di insuccessi iniziali, l'esercito francese passò al contrattacco ed inflisse numerose sconfitte ai coalizzati; il vecchio esercito regio, composto di soldati professionisti, venne rimpiazzato con un'armata composta da [[servizio militare|coscritti]], ed il [[Direttorio]] (l'organo di vertice istituito dopo il [[regime del Terrore]]) scatenò una guerra totale contro le potenze europee. Nel giro di pochi anni, la Francia si annettè i [[Paesi Bassi austriaci]] e la [[Renania]], invase le [[Repubblica delle Sette Province Unite|Province Unite]] e le le trasformò in uno [[stato fantoccio]] (la [[Repubblica Batava]]), obbligò la Prussia ad uscire dal conflitto e convinse la Spagna a passare dalla sua parte; una serie di [[Guerre di Vandea|violente rivolte realiste]] in [[Vandea]] vennero selvaggiamente domate tra il [[1793]] ed il [[1796]].
 
Durante la guerra della prima coalizione, si mise rapidamente in luce un giovane ufficiale d'artiglieria di origine [[Corsica|corsa]], in forza all'esercito rivoluzionario francese: [[Napoleone Bonaparte]]. Dopo essersi distinto nel'[[assedio di Tolone]] e nella repressione dell'[[Insurrezioneinsurrezione del 13 vendemmiaio anno IV|Insurrezione del 13 vendemmiaio]], il giovane Napoleone si vide assegnare il comando dell' ''Armata d'Italia'' il [[2 marzo]] 1796, con il compito di invadere la penisola e di assoggettarla alla Francia. Con una rapida azione, l'armata di Napoleone valicò le [[Alpi]] ed in un mese sconfisse ripetutamente le forze congiunte dell'Austria e del Regno di Sardegna, obbligando quest'ultimo a chiedere la pace e a ritirarsi dal conflitto nell'[[aprile]] del 1796; neutralizzato uno dei nemici della Francia, Napoleone si gettò quindi sugli austriaci, infliggendo loro una sconfitta dietro l'altra nelle battaglie [[Battaglia di Lodi|di Lodi]] ([[10 maggio]] 1796), [[Battaglia del Ponte di Arcole|di Arcole]] ([[17 novembre]] 1796) e [[Battaglia di Rivoli|di Rivoli]] ([[15 gennaio]] [[1797]]). Obbligata alla resa la piazzaforte austriaca di [[Mantova]], l' ''Armata d'Italia'' invase quindi il [[Tirolo]], arrivando a minacciare [[Vienna]]; fu Napoleone stesso, scavalcando il Direttorio, a negoziare il successivo [[trattato di Campoformio]] il [[17 ottobre]] 1797, con cui obbligò l'Austria a ritirarsi dalla coalizione e a riconosciere lo stato fantoccio instaurato dai francesi nel nord Italia, la [[Repubblica Cisalpina]]<ref name=napo>{{cita web|nome=Antonio|cognome=Spoto|url=http://www.pdsm.altervista.org/napoleone1.html|titolo=Napoleone Bonaparte - 1ª parte|opera=pdsm.altervista.org|accesso=25 ott 2010}}</ref>.
 
{{vedi anche|campagna d'Egitto}}
Riga 13:
La situazione volgeva contro la Francia anche in Europa: ai primi di gennaio del [[1799]] si formò una [[seconda coalizione]] antifrancese, che riuniva Gran Bretagna, Austria, Russia, Regno di Napoli ed [[Impero ottomano]]. Le truppe della coalizione iniziarono una serie di offensive contro i francesi in Egitto, in Germania, in [[Svizzera]] e soprattutto in Italia, dove un grosso esercito austro-russo guidato dal [[generale]] [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov|Suvorov]] colse un successo dopo l'altro, cancellando in pochi mesi tutte le conquiste fatte da Napoleone; in aggiunta a ciò, la Francia si trovava in [[bancarotta]] ed i partiti monarchici andavano acquisendo sempre più popolarità. Informato della gravità della situazione, Napoleone lasciò in gran segreto il suo esercito in Egitto, ed il [[9 ottobre]] 1799 rientrò in Francia, accolto entusiasticamente dalla popolazione. Avverso ad ogni politica di pace, il [[9 novembre]] seguente il generale, grazie all'appoggio datogli dai membri del Dirrettorio [[Roger Ducos|Ducos]] e [[Emmanuel Joseph Sieyès|Sieyès]], condusse un [[colpo di stato]] militare (il così detto "[[Colpo di Stato del 18 brumaio]]") che portò all'abolizione del Direttorio stesso ed all'istituzione del regime del [[Consolato (Francia)|Consolato]]; facendosi nominare [[primo console]], Napoleone era ora di fatto il padrone politico della Francia<ref name=napo/>.
 
La situazione militare andava intanto migliorando: sul finire del 1799, l'avanzata di Suvorov era stata bloccata nella [[seconda battaglia di Zurigo]] ad opera del generale [[Andrea Massena]], mentre l'[[invasione anglo-russa dell'Olanda]] si era conclusa con una cocente disfatta per i coalizzati; alla luce di queste sconfitte e dei continui dissidi con gli alleati britannici, lo [[zar]] [[Paolo I di Russia|Paolo I]] decise di ritirarsi unilateralmente dall'alleanza, lasciando la sola Austria a confrontarsi con i francesi sul continente. Napoleone riorganizzò rapidamente le forze francesi, e, affidato al generale [[Jean Victor Marie Moreau|Moreau]] il compito di trattenere gli austriaci in Germania, condusse un'armata di [[Riserva militare|riservisti]] in Italia contro le forze del generale [[Michael von Melas|Melas]]. Atteso al [[Colle del Moncenisio|passo del Moncenisio]], valicò invece le [[Alpi]] al [[Colle del Gran San Bernardo|passo del Gran San Bernardo]] il [[24 maggio]] [[1800]], e costrinse alla resa il [[Forte di Bard]] con un attacco a sorpresa<ref name=napo/>. Dopo aver catturato [[Milano]] senza combattere, l'armata di Napoleone affrontò gli austriaci nella [[battaglia di Marengo]] il [[14 giugno]] seguente: la battaglia iniziò male per i francesi, ed avrebbe potuto trasformarsi in una cocente disfatta per Napoleone se nel pomeriggio non fossero sopraggiunti i rinforzi capitanati dal generale [[Louis Charles Antoine Desaix|Desaix]]; la sua furiosa carica contro l'ala destra austriaca provocò la rotta dell'armata di Melas, anche se lo stasso Desaix rimase ucciso nelle fasi finali della battaglia<ref name=napo/>. Sebbene non decisiva ai fini del conflitto, la vittoria dei francesi a Marengo obbligò gli austriaci ad abbandonare per la seconda volta l'Italia. Il [[3 dicembre]] 1800, il generale Moreau ottenne finalmente una vittoria decisiva sugli austriaci nella [[battaglia di Hohenlinden]]; ormai allo stremo, il [[9 febbraio]] [[1801]] l'Austria si ritirò dal conflitto con la firma del [[trattato di Lunéville]].
 
=== Il trattato di Amiens ===
{{vedi anche|trattato di Amiens (1802)}}
Solo la Gran Bretagna (diventata, dal [[1° gennaio]] 1801 "Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda") rimaneva in armi contro la Francia. Una spedizione militare britannica riuscì a costringere alla resa le residue forze francesi in Egitto sul finire dell'agosto del 1801, ma i britannici non disponevano di forze di terra sufficienti per inisidiare il controllo francese sul continente; al tempo stesso, però, la netta superiorità acquisita dalla Royal Navy sul mare, ulteriormente rafforzata dopo la vittoria sulla flotta [[Danimarca|danese]] nella [[battaglia di Copenaghen (1801)|battaglia di Copenaghen]] ([[2 aprile]] 1801)<ref>[[#Gerosa1995|Gerosa 1995]], p. 284</ref>, precludeva ai francesi qualsiasi ipotesi di invasione delle isole britanniche: con circa 600 navi da guerra di vario genere che bloccavano con delle squadre di dimensioni variabili ogni base navale o porto di una certa importanza del territorio francese o da loro occupato, la flotta britannica impediva praticamente qualsiasi rifornimento o movimento della flotta avversaria e financo le più semplici operazioni di addestramento in mare, e contemporaneamente scortava imponenti convogli mercantili che rifornivano e trasportavano gli eserciti alleati impegnati nelle operazioni contro la Francia. Stante questa situazione di equilibrio, ai due contendenti non restò altro che la via dei negoziati; il [[25 marzo]] [[1802]] venne quindi firmato il [[trattato di Amiens (1802)|trattato di Amiens]], che sanciva la conclusione delle ostilità.
 
La pace di compromesso sancita ad Amiens lasciava scontenti entrambi i contendenti, che ben presto si rinfacciarono reciprocamente violazioni del trattato: da un lato, Napoleone influenzò pesantemente le elezioni tenutesi nella Repubblica Batava, oltre a farsi eleggere (con un vero e proprio [[diktat]]) presidente della [[Repubblica Italiana (1802-1805)|Repubblica Italiana]]<ref>[[Indro Montanelli]], ''Storia d'Italia'', vol. 4 ''1789 - 1831'', RCS Libri S.p.A., 2006, pp. 106-111. ISBN Non disponibile</ref>; dall'altro lato, il Regno Unito era riluttante a cedere la strategica isola di [[Malta]] per restituirla ai suoi precedenti proprietari, i [[Cavalieri Ospitalieri]]. La situazione si fece progressivamente insostenibile, ed il [[18 maggio]] [[1803]] il Regno Unito dichiarò formalmente guerra alla Francia<ref>[[#Gerosa1995|Gerosa 1995]], p. 292</ref>, dando così inizio alle "guerre napoleoniche" vere e proprie.
Riga 27:
Napoleone aveva impiegato il tempo concessogli dalla temporanea tregua con il Regno Unito per rinforzare il suo controllo politico sulla Francia: il [[18 maggio]] [[1804]] il Senato proclamò ufficialmente la costituzione dell'[[Primo Impero francese|Impero francese]], e Napoleone stesso si auto-incornò imperatore il [[2 dicembre]] seguente, dopo essersi riappacificato con il [[Papa Pio VII]] grazie al [[concordato del 1801]]<ref name=napo/>. Il nuovo scontro con il Regno Unito inizialmente si concretizzò in una serie di azioni navali, ma per la metà del 1804 Napoleone ammassò un'armata di 150.000 uomini a [[Boulogne-sur-Mer|Boulogne]], in vista di un'invasione delle isole britanniche<ref name=napo2>{{cita web|nome=Antonio|cognome=Spoto|url=http://www.pdsm.altervista.org/napoleone2.html|titolo=Napoleone Bonaparte - 2ª parte|opera=pdsm.altervista.org|accesso=26 ott 2010}}</ref>; per attraversare il [[La Manica|canale della Manica]], tuttavia, era necessario allontanare da esso le navi della Royal Navy, e per tale ragione il neo-imperatore elaborò un complesso piano per attirare verso ovest la flotta britannica<ref name=Chandler1990-pp6-8>[[#Chandler1990|Chandler 1990]], pp. 6-8</ref>.
 
Il [[30 marzo]] [[1805]], eludendo il blocco britannico, l'ammiraglio [[Pierre Charles Silvestre de Villeneuve|Villeneuve]] lasciò Tolone con una parte della flotta francese, e, dopo aver agganciato uno squadrone di navi spagnole alleate al largo delle coste iberiche, si diresse verso le [[Antille]]. Una volta in zona, l'ammiraglio doveva ricongiungersi con una seconda squadra salpata da [[Brest (Francia)|Brest]] e minacciare le locali colonie britanniche, al fine di attirarvi le navi della Royal Navy; fatto questo, la squadra franco-spagnola avrebbe riattraversato l'Atlantico, sgombrato la Manica e protetto l'attraversamento dell'armata francese. Villeneuve raggiunse la [[Martinica]] il [[12 maggio]], ma non vi trovò lo squadrone di Brest, rimasto bloccato dai britannici; informato dell'arrivo in zona della flotta dell'ammiraglio Nelson, Villeneuve salpò alla volta dell'Europa il [[9 giugno]], sempre inseguito dai britannici. Al suo rientro nelle acque europee, il [[21 luglio]] Villeneuve venne coinvolto in uno scontro violento ma non decisivo con uno squadrone britannico [[Battaglia di Capo Finisterre|al largo di Capo Finisterre]], e decise di ripiegare verso i porti spagnoli; contravvenendo alle istruzioni di Napoleone<ref name=Chandler1990-pp6-8/>, Villeneuvel'ammiraglio si diresse a sud verso il porto di [[Cadice]], dove rimase assediato dalla squadra di Nelson nel frattempo sopraggiunta.
 
L'imbottigliamento della flotta di Villeneuve comportò l'abbandono del piano di invasione delle isole britanniche<ref name=napo2/>, anche perché nuovi sviluppi stavano avendo luogo sul continente. L'instaurazione del regime imperiale aveva destato forti preoccupazioni nelle corti europee, timorose che ciò fosse il preludio ad una nuova fase di espansione francese; i rapporti sempre tesi tra Francia ed Austria peggiorarono decisamente dopo la decisione di Napoleone di incoronarsi sovrano del neo-costituito [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]], mentre il nuovo zar russo [[Alessandro I di Russia|Alessandro I]] era decisamente ostile nei confronti dell'imperatore<ref name=Chandler1990-pp6-8/>. Dopo lunghe negoziazioni e grazie alla mediazione del primo ministro britannico [[William Pitt il Giovane|William Pitt]], nell'aprile del 1805 Regno Unito, Austria, Russia e Regno di Napoli diedero vita alla [[terza coalizione]] antifrancese, ed iniziarono ad ammassare le forze in vista dell'imminente conflitto.
 
Le ostilità vennero aperte dall'Austria: il [[10 agosto]] 1805, un esercito austriaco sotto il generale [[Karl Mack von Leiberich|Mack]] invase la [[Baviera]], alleata dei francesi, e si attestò nei pressi di [[Ulma]], in attesa dell'arrivo dei russi del generale [[Michail Illarionovič Kutuzov|Kutuzov]], in lenta avanzata da est; Napoleone reagì rapidamente a questa minaccia, ed il [[25 agosto]] i primi reparti francesi lasciarono Boulogne alla volta della Germania meridionale. L'esercito francese era stato profondamente riorganizzato durante il periodo di pace<ref name=Chandler1990-pp25-27>[[#Chandler1990|Chandler 1990]], pp. 25-27</ref>: invece di essere divise in più armate indipendenti come ai tempi della rivoluzione, le truppe francesi erano ora riunite in un'unica ''[[Grande Armée]]'' sotto il diretto controllo di Napoleone; unità operative fondamentali erano i [[Corpo d'armata|Corpi d'armata]], comandati da un [[Maresciallo dell'Impero|Maresciallo]] o da un generale superiore, e comprendenti tutte le armi (fanteria, cavalleria ed artiglieria): ciascun corpo d'armata, la cui composizione non era mai fissa ma poteva mutare a seconda delle circostanze richieste, era una sorta di esercito in miniatura, capace di contenere da solo un avversario in attesa dell'arrivo di ulteriori forze<ref name=Chandler1990-pp25-27/>. Marciando separatamente ma in maniera strettamente coordinata, i sette corpi d'armata francesi piombarono inaspettatamente sulle forze di Mack da nord, aggirarono il loro fianco destro ed accerchiarono l'armata austriaca, [[Battaglia di Ulma|obbligandola alla resa]] il [[20 ottobre]]; in due settimane, senza mai doversi impegnare in battaglie di vaste proporzioni e perdendo solo 2.000 uomini, Napoleone aveva costretto alla resa la principale armata austriaca, prendendo quasi 60.000 prigionieri<ref name=Chandler1990-pp15-16>[[#Chandler1990|Chandler 1990]], pp. 15-16</ref>.
 
[[File:Austerlitz-baron-Pascal.jpg|thumb|left|La [[battaglia di Austerlitz]] ([[1805]])]]
Il successo di Ulma era stato netto, ma pochi giorni dopo la grande vittoria Napoleone ricevette pessime notizie provenienti dalla Spagna: il [[21 ottobre]], durante un maldestro tentativo di lasciare Cadice, Villeneuve era stato ingaggiato dalla flotta di Nelson e pesantemente sconfitto nella [[battaglia di Trafalgar]]; nonostante lo stesso Nelson fosse rimasto ucciso nello scontro, la flotta franco-spagnola era uscita semidistrutta dallo scontro, lasciando così la Royal Navy padrona dei mari ancora una volta<ref name=Chandler1990-pp15-16/>.
 
 
 
 
 
 
 
Nell'aprile del 1805, il Regno Unito e la Russia firmarono un trattato per espellere i francesi da [[Olanda]] e [[Svizzera]]. L[Austria si unì all'alleanza dopo l'annessione di [[Genova]] da parte dei francesi e la proclamazione di Napoleone [[Regno d'Italia (1805-1814)|Re d'Italia]]. Gli austriaci cominciarono la guerra invadendo la [[Baviera]] con un esercito di circa 70.000 uomini sotto il comando di [[Karl Mack von Leiberich]] e l'esercito francese uscì da Boulogne alla fine di luglio del 1805 per affrontarli. Nella [[battaglia di Ulma]] ([[25 settembre]] - [[20 ottobre]]), Napoleone tentò di battere l'esercito di Mack con una brillante manovra avvolgente, forzando la sua resa senza sostanziali perdite. Con l'esercito principale dell'Austria battuto a nord delle [[Alpi]], un altro esercito a sud sotto il comando dell'[[Carlo d'Austria-Teschen|Arciduca Carlo d'Austria]], aveva affrontato l'esercito di [[Andrea Massena]] in Italia con risultati poco concludenti e Napoleone poté così occupare Vienna. Lontano dalle sue linee di rifornimento, in [[Moravia]], affrontò nella [[battaglia di Austerlitz]] un esercito austro-russo numericamente superiore al suo e lo sconfisse mentre era al suo comando [[Mikhail Kutuzov]] assieme agli imperatori [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]] e [[Alessandro I di Russia]]. L'esercito francese si mantenne inizialmente sulla difensiva nelle alture di Pratzen, invogliando così il nemico ad attaccare, ma proprio quando questo tentò la manovra di accerchiamento Napoleone dispose un attacco fulmineo che portò alla vittoria<ref name=napo2/> costata 7.000 perdite a fronte delle 25.000 subite dalla coalizione.
 
Dopo Austerlitz, l'Austria firmò il [[trattato di Pressburg]], lasciando la coalizione cedendo [[Venezia]] al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia napoleonico]] e del [[Tirolo]] alla Baviera. Con la ritirata dell'Austria dalla guerra, sopravvenne una stagnazione delle ostilità. L'esercito napoleonico aveva un record di vittorie imbattibili in terra, ma la forza principale dell'esercito russo non era entrata ancora in gioco.
 
 
 
 
 
 
 
Anche una spedizione francese che intendeva sbarcare in Irlanda venne facilmente contenuta. La spedizione doveva dare appoggio ad una ribellione promossa dalla [[Society of United Irishmen|Società degli irlandesi uniti]], gruppo rivoluzionario irlandese capitanato da [[Theobald Wolfe Tone]] che aveva promosso la [[Rivolta irlandese del 1798]]; per appoggiare questa ribellione la Francia inviò una squadra navale sotto falsi colori inglesi con un contingente dell'esercito comandato dal generale Humbert, che sbarcò a [[Killala]] con 1.150 uomini. I francesi con l'appoggio degli insorti ma dopo alcuni successi iniziali vennero sconfitti nella [[battaglia di Ballinamuck]]; non conoscendo l'esito della spedizione, i francesi inviarono una spedizione di rinforzo con 8.000 uomini comandata dal [[commodoro]] [[Jean-Baptiste-François Bompart]], che venne però inseguita da una squadra inglese comandata da sir [[John Borlase Warren]] e sconfitta nella [[battaglia di Tory Island]]<ref name = culture>{{cita web |url = http://www.culturenorthernireland.org/article.aspx?art_id=3270 | titolo = The Battle of Tory Island |publisher= www.culturenorthernireland.org | accesso = 3 novembre 2010 }}</ref>; il bilancio per i francesi fu di un [[vascello]] e 6 fregate catturate e forti perdite anche tra i soldati a bordo<ref name = Gardiner>{{cite book |last= Gardiner |first = Robert, ed. |authorlink= |year= 1997 |title= Nelson Against Napoleon: From the Nile to Copenhagen, 1798–1801 |publisher= Chatham |___location= London |isbn= 978-1557506429 }}pagg. 114-115</ref>. Wolfe Tone, catturato sulla ammiraglia francese ''Hoche'', si suicidò poco prima di essere impiccato<ref name = culture/>.
 
==== Lo scontro tra Regno Unito e Danimarca ====
{{vedi anche|guerra delle cannoniere}}
[[File:Slaget på reden.jpg|thumb|left|[[Battaglia di Copenaghen (1801)]] ]]
Il regno unito di [[Danimarca-Norvegia]], che all'inizio si era dichiarato neutrale, trasse vantaggio dalla guerra attraverso il commercio e mise assieme un'armata navale per combattere la flotta inglese. A seguito dell'azione intimidatoria, nella [[battaglia di Copenhagen (1801)|battaglia di Copenhagen]], gli inglesi catturarono gran parte della flotta danese nella successiva [[battaglia di Copenaghen (1807)|battaglia di Copenaghen]]. Ciò condusse al ripristino della neutralità danese, ma questi ultimi si impegnarono in una guerriglia navale nella quale con piccole [[Cannoniera|cannoniere]] intendevano attaccare le navi inglesi, molto più numerose e potenti, che presidiavano le loro acque territoriali e quelle norvegesi.
 
La guerra delle cannoniere, sebbene i danesi ottenessero alcune vittorie come la cattura nel 1811 del brigantino HMS ''Manly'' da parte del brigantino danese ''Lolland'', al comando del capitano Hans Peter Holm<ref name = Dansk>{{Cita web | titolo =
The Naval Paintings of Commodore Hans Peter Holm | editore = Dansk MilitaerHistorie | data = | url = http://www.milhist.dk/soldaten/holm/holm.htm | accesso = 2 novembre 2010 }}</ref>, finì quando la flotta inglese ottenne la vittoria nella [[battaglia di Lyngør]] ([[1812]]), nella quale fu distrutta l'ultima delle navi da guerra danesi, la [[fregata (nave)|fregata]] KDM <ref>KDM significa Kongelige Danske Marine - Marina di Sua Maestà danese</ref> ''Najaden'', varata appena otto mesi prima e comandata dallo stesso Holm, da parte del vascello da 64 cannoni HMS ''Dictator''<ref name = Dansk/>.
 
 
 
 
 
 
 
 
L'imbottigliamento della flotta di Villeneuve comportò l'abbandono del piano di invasione delle isole britanniche<ref name=napo2/>, anche perché nuovi sviluppi stavano avendo luogo sul continente. L'instaurazione del regime imperiale aveva destato forti preoccupazioni nelle corti europee, timorose che ciò fosse il preludio ad una nuova fase di espansione francese; i rapporti sempre tesi tra Francia ed Austria peggiorarono decisamente dopo la decisione di Napoleone di incoronarsi sovrano del neo-costituito [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]], mentre il nuovo zar russo [[Alessandro I di Russia|Alessandro I]] eramostrava decisamenteun atteggiamento ostile nei confronti dell'imperatore<ref name=Chandler1990-pp6-8/>. Dopo lunghe negoziazioni e grazie alla mediazione del primo ministro britannico [[William Pitt il Giovane|William Pitt]], nell'aprile del 1805 Regno Unito, Austria, Russia e Regno di Napoli diedero vita alla [[terza coalizione]] antifrancese, ed iniziarono ad ammassare le forze in vista dell'imminente conflitto.
 
Le ostilità vennero aperte dall'Austria: il [[10 agosto]] 1805, un esercito austriaco sotto il generale [[Karl Mack von Leiberich|Mack]] invase la [[Baviera]], alleata dei francesi, e si attestò nei pressi di [[Ulma]], in attesa dell'arrivo dei russi del generale [[Michail Illarionovič Kutuzov|Kutuzov]], in lenta avanzata da est; Napoleone reagì rapidamente a questa minaccia, ed il [[25 agosto]] i primi reparti francesi lasciarono Boulogne alla volta della Germania meridionale. L'esercito francese era stato profondamente riorganizzato durante il periodo di pace<ref name=Chandler1990-pp25-27>[[#Chandler1990|Chandler 1990]], pp. 25-27</ref>: invece di essere divise in più armate indipendenti come ai tempi della rivoluzione, le truppe francesi erano ora riunite in un'unica ''[[Grande Armée]]'' sotto il diretto controllo di Napoleone; unità operative fondamentali erano i [[Corpo d'armata|Corpi d'armata]], comandati da un [[Maresciallo dell'Impero|Maresciallo]] o da un generale superiore, e comprendenti tutte le armi (fanteria, cavalleria ed artiglieria): ciascun corpo d'armata, la cui composizione non era mai fissa ma poteva mutare a seconda delle circostanze richieste, era una sorta di esercito in miniatura, capace di contenere da solo un avversario in attesa dell'arrivo di ulteriori forze<ref name=Chandler1990-pp25-27/>. Marciando separatamente ma in maniera strettamente coordinata, i sette corpi d'armata francesi piombarono inaspettatamente sulle forze di Mack da nord, aggirarono il loro fianco destro ed accerchiarono l'armata austriaca, [[Battaglia di Ulma|obbligandola alla resa]] il [[20 ottobre]]; in due settimane, senza mai doversi impegnare in battaglie di vaste proporzioni e perdendo solo 2.000 uomini, Napoleone aveva costretto alla resa la principale armata austriaca, prendendo quasi 60.000 prigionieri<ref name=Chandler1990-pp15-16>[[#Chandler1990|Chandler 1990]], pp. 15-16</ref>.
 
[[File:Austerlitz-baron-Pascal.jpg|thumb|left|La [[battaglia di Austerlitz]] ([[1805]])]]
Il successo di Ulma era stato netto, ma pochi giorni dopo la grande vittoria Napoleone ricevette pessime notizie provenienti dalla Spagna: il [[21 ottobre]], durante un maldestro tentativo di lasciare Cadice, Villeneuve era stato ingaggiato dalla flotta di Nelson e pesantemente sconfitto nella [[battaglia di Trafalgar]]; nonostante lo stesso Nelson fosse rimasto ucciso nello scontro, la flotta franco-spagnola era uscita semidistrutta dallo scontro, lasciando così la Royal Navy padrona dei mari ancora una volta<ref name=Chandler1990-pp15-16/>. In aggiunta a ciò, l'armata di Kutuzov era riuscita ad eludere l'inseguimento dei francesi ed a ritirasi in [[Boemia]], dove si ricongiunse con ulteriori forze russe giunte in rinforzo; la ''Grande Armée'' fu così costretta ad innoltrarsi nelle regioni interne dell'impero austriaco, distaccando numerose forze per proteggere le sue fragili linee di comunicazione. Il [[2 dicembre]] 1805 i due eserciti si affrontarono nella [[battaglia di Austerlitz]]: nonostante l'inferiorità numerica, i francesi arrestarono gli attacchi degli austro-russi contro il loro fianco destro, per poi sfondare al centro ed accerchiare l'ala sinistra nemica, spazzandola via. L'armata dei coalizzati uscì distrutta dalla battaglia, con la perdita di 27.000 uomini tra morti e prigionieri, contro la perdita di 9.000 uomini in campo francese<ref>[[#Chandler1990|Chandler 1990]], p. 83</ref>.
 
La battaglia di Austerlitz decise in pratica l'esito del conflitto: il [[4 dicembre]], stremata dalle sconfitte, l'Austria chiese ed ottenne un [[armistizio]], preludio alla firma del [[trattato di Pressburg]] il [[26 dicembre]] seguente: gli austriaci lasciarono la coalizione, cedendo il [[Veneto]] al Regno d'Italia ed il [[Tirolo]] alla Baviera.