Un simile controllo del Paese fu avvertito come inaccettabile da molti [[Egiziani]], che si unirono dietro un ostile Colonnello [[Orabi Pascià|Ahmad ʿUrābī]]. La cosiddetta "[[RivoltaRivoluzione di Urabi|rivoltarivoluzione di ʿUrābī]]" incendiò l'Egitto. Sperando che la rivolta potesse liberarlo dal controllo europeo, Ismāʿīl fece poco per contrastare ʿUrābī e cedette alle sue richieste di sciogliere il governo. La Gran Bretagna e la Francia presero la vicenda in modo assai serio e insistettero nel maggio 1879 perché fossero nuovamente insediati i ministri britannici e francese. Col Paese ampiamente sotto controllo di ʿUrābī, Ismāʿīl non poté non acconsentire, e aveva in effetti scarso interesse a far ciò. Gli europei effettuarono pressioni sul Sultano ottomano perché revocasse dal suo posto Ismāʿīl, e così avvenne. Ismāʿīl abbandonò la sua carica il [[26 giugno]] [[1879]]. Il più flessibile [[Tawfik Pasha|Tawfik]], figlio di Ismāʿīl, fu il suo successore. Ismāʿīl lasciò inizialmente l'Egitto alla volta di [[Napoli]], ma in seguito gli fu concesso dal [[Sultano ottomano]] di ritirarsi nel suo palazzo di Emirgan, sul [[Bosforo]]. Qui egli rimase, più o meno in condizione di prigionia dorata, fino alla sua morte. <br />