'''Jacob Burckhardt''' ([[Basilea]], [[1818]]-[[1897]]) èfu uno storico [[Svizzera|svizzero]] tra i più importanti del [[XIX secolo]]. <br/>
criticoCritico nei confronti della moderna [[società industriale]] e contrario alle tendenze [[Idealismo|idealistiche]] e [[Storicismo|storicistiche]] dominanti il mondo accademico dell'epoca, elaborò un particolare approccio storiografico, chiamato ''Kulturgeschichte'' (storia della civiltà).<br/>
Fu autore di numerose opere, tra cui "[[L'età di Costantino il grande]]" (1852, ed.edizione it.italiana 1957), riguardante il problema della mutazione dalla [[Ellenismo|civiltà ellenistica]] a quella [[cristianesimo|cristiana]], e "[[La civiltà del [[Rinascimento]] in [[Italia]]".
Tra le opere pubblicatepostume doposi la morte troviamoricordano "[[Considerazioni sulla storia universale]]" e "[[Storia della [[Grecia antica|civiltà greca]]" (1898-1902, ed.edizione it.italiana 1955), in cui la civiltà greca è considerata il primo passo nel cammino storico di sviluppo dell'individualità e della spiritualità umana.
Burckhardt ebbe un ruolo marginale nel panorama dell'ottocento, fuma venne rivalutato tra le due [[guerra mondiale|guerre mondiali]] quando tornarono in auge le opere storiche di carattere [[scetticismo|scettico]] e [[pessimismo|pessimistico]] del secolo precedente.