Converbo: differenze tra le versioni
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Nella [[linguistica teorica]], un '''converbo''' è una forma [[modo indefinito|verbale indefinita]] che serve a esprimere [[subordinata|subordinazione]] [[avverbio|avverbiale]] , cioè nozioni come "quando", "perché", "dopo", "mentre".
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:“Non appena un essere umano incomincia a ridere, all'inizio il suo cuore batte forte e lentamente il ritmo del battito assume un'unica forma (continua).”
In questa frase, il converbo ''-megc'' denota che non appena la prima azione è stata incominciata/completata, incomincia la seconda azione. Così, la frase subordinata si può intendere come un avverbiale temporale. Non c'è alcun contesto in cui la struttura dell'argomento di un altro verbo o costruzione richiederebbe
:''Bi … hümüüs-ijn tatgalza-h-yg tevči-ž čada-h-güj gež '''aj-ž''' zar-ž ehel-sen.''
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:“Io ho iniziato i miei affari, proprio all'inizio temendo che … non sarei stato capace di sopportare l'esitazione della gente.”
Tale “polifunzionalità” è tutt'altro che rara, il giapponese e il coreano potrebbero fornire esempi simili, e la definizione della subordinazione pone ulteriori problemi. Ci sono, perciò, linguisti che suggeriscono che una limitazione del dominio del termine converbo agli avverbiali of the term non si adatta alla realtà della lingua (ad es. Slater 2003: 229).
== Bibliografia ==
*{{En}} Haspelmath, Martin & König, Ekkehard (ed.) 1995. ''Converbi nella prospettiva linguistica incrociata''. Berlino: Mouton de Gruyter.
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