Ludwig van Beethoven: differenze tra le versioni

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{{quote|Caro Beethoven, Ella parte finalmente per Vienna per soddisfare un desiderio a lungo vagheggiato. Il genio di Mozart è ancora in lutto e piange la morte del suo pupillo. Presso il fecondissimo Haydn ha trovato rifugio, ma non occupazione; e per mezzo suo desidererebbe incarnarsi di nuovo in qualcuno. Sia Lei a ricevere, in grazia di un lavoro ininterrotto, lo spirito di Mozart dalle mani di Haydn.|Lettera del conte Ferdinand von Waldstein a Beethoven, ottobre 1792, citata in CARL DAHLHAUS, ''Beethoven e il suo tempo''}}
 
Nel [[1784]] viennevenne nominato nuovo Principe elettore l'[[Duca|arciduca]] [[Massimiliano di Lorena|Maximilian Franz d'Asburgo]], fratello dell'Imperatore [[Giuseppe II del Sacro Romano Impero|Giuseppe II]] e Gran Maestro dell'[[Ordine Teutonico]] che, dopo aver abolito la tortura e promesso una riforma giudiziaria, si occupa della nomina del nuovo Kapellmeister. Aumentò lo stipendio a Johan van Beethoven, nonostante avesse ormai perso quasi completamente la voce, e nomina Ludwig, diventato ormai suo [[Mecenatismo|mecenate]] al ruolo di [[Organo (musica)|secondo organista]] di corte con uno stipendio annuo di 150 fiorini. Nel [[1789]] s'iscrive all'Università di Bonn, fondata tre anni prima, per soddisfare quelle curiosità intellettuali indispensabili per chi, come lui, non si sente uno stipendiato di corte ma un artista indipendente. Beethoven venne notato dal [[conte]] [[Ferdinand von Waldstein]] e il suo ruolo si rivelerà determinante per il giovane musicista. Portò Beethoven una prima volta a [[Vienna]] nell'aprile [[1787]], soggiorno durante il quale avrebbe avuto un incontro fugace con Mozart<ref>Contrariamente a un'idea diffusa, Beethoven non riprese la lezione di Mozart. Una volta che ebbe avuto modo di ascoltare i suoi virtuosismi al pianoforte, Mozart ebbe a confidare: «fate attenzione a costui, farà parlare di sé in tutto il mondo» – [http://www.ac-dijon.fr/pedago/music/bac2002/mozart/annee87.html Accademia di Digione]</ref>. Ma soprattutto, nel luglio [[1792]], presentò Beethoven a [[Franz Joseph Haydn]] il quale, appena reduce da una tournée in [[Inghilterra]] si era stabilito a Bonn. Dopo un concerto tenuto in suo onore, impressionato dalla lettura di una [[cantata]] composta da Beethoven (probabilmente quella ''sulla morte di Giuseppe II'' WoO 87 o quella ''sull'arrivo di Leopoldo II'') pur essendo conscio e lucido sulle carenze avute sulla sua istruzione, Haydn lo invitò a proseguire gli studi a Vienna sotto la sua direzione. Cosciente di ciò che rappresentava a Vienna l'insegnamento di un musicista della reputazione di Haydn fu quasi costretto ad accettare. Infatti, quasi privato dei suoi legami familiari a Bonn (sua madre era morta di [[tubercolosi]] nel [[luglio]] [[1787]], seguita in settembre da quella della sorella di appena un anno e suo padre, devastato dall'alcoolismo, era stato messo in pensione nel 1789 ed era incapace di garantire la sussistenza della famiglia), Beethoven di fatto si era assunto il compito di essere a capo della famiglia a tutela dei fratelli Kaspar e Nikolaus.
Con il permesso dell'elettore – che gli promise in ogni caso di conservargli il posto da organista e lo stipendio – e raccolti in un album gli auguri degli amici, tra i quali la ventenne allieva Leonore Breuning che gli scrive versi di [[Johann Gottfried Herder]]: «Che l'amicizia con il bene cresca | come si allunga l'ombra della sera | finché sia spento il sole della vita» la mattina del [[3 novembre]] [[1792]] lasciò definitivamente Bonn e le rive del [[Reno]] per non farvi mai più ritorno, portando con sé una lettera di Waldstein rimasta famosa, nella quale il conte gli profetizzò, come in un ideale passaggio di consegne tramite Haydn, l'eredità spirituale di Mozart.