Francesco Erizzo: differenze tra le versioni

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Anche se il doge spesso si faceva ritrarre con l’armatura ed in pose degne più d’un soldato che d’un governante, la Repubblica preferì cercare un po’ di tranquillità dopo i primi convulsi anni del secolo.<ref>Questa ''pax imperii'' è metaforicamente rappresentata in un fregio collocato nell'appartamento privato del doge Erizzo, a [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], opera del pittore veronese [[Giovanni Battista Lorenzetti]].</ref> Negli anni Trenta si sviluppò il gioco d’azzardo (ed i famosi ''Ridotti'', cioè case da gioco) ed i teatri ebbero nuova fortuna. La spensieratezza di quel periodo non venne turbata neppure dalla breve guerra contro lo Stato Pontificio che rivendicava il piccolo [[ducato di Castro]], compreso nei territori di [[ducato di Parma|Parma]]. Nel [[1644]] fu raggiunta una pace favorevole per Venezia (Castro rimase a Parma) la quale riabilitò un po' il nome della Repubblica che, in campo internazionale, iniziava ad offuscarsi.
 
La situazione precipitò quando, nel settembre del [[1644]] i [[Cavalieri di Malta]], sovente coinvolti nella guerra di corsa, avevano catturato un galeone turco carico di pellegrini diretti alla Mecca e si erano rifugiati a [[Candia]], dominio veneziano. Il sultano considerò la Serenissima responsabile e, pur in violazione dei patti, attaccò l’isola l’anno seguente. La guerra iniziò davvero male per la Repubblica, e il Senato, memore delle prodezze dell’Erizzo, lo nominò capitano generale nonostante le obiezioni di [[Giovanni Pesaro]], futuro doge. L’Erizzo, felice della nomina, iniziò prontamente ad organizzare la flotta ma ormai il suo fisico non era più adatto (aveva 78 anni) e gli sforzi lo indebolirono. Morì il 3 gennaio 1646, appena un mese dopo l'assunzione del nuovo incarico, senza aver potuto aiutare concretamente le sorti della città.
 
==Note==