Plotino: differenze tra le versioni

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E le Enneadi sono anche la via seguita dai filosofi neoplatonici che dall'Uno sono stati rapiti per tornarvi,dopo un inevitabile allontanamento.
Plotino nota che vi sono tre ipostasi, coeterne: la ''chora'' o materia platonica di cui è fatto il mondo sensibile e della molteplicità-spazialità indefinita, l'essere -pensiero e l'Uno. [[Aristotele]] e [[Platone]] non distinguevano chiaramente l'Uno dall'essere.
Tornando dall'Uno alla ''chora'', nell'estasi e prima ancora ragionando, si vede che l'Uno esce fuori di sè (anche lui in estasi) verosimilmente perchèperché è ridondante divenendo uno-che-è (ora predicabile e non più ineffabile).
L'essere guarda la bellezza, pienezza originaria dell'Uno (che diversamente dall'essere non solo è Tutto, ma è più del Tutto perchèperché ridondante), e non potendola più raggiungere pensa sè stesso che è il bene, nel circolo essere di pensiero - pensiero dell'essere coincidenza di pensiero ed essere e pensiero di pensiero di cui parlava Aristotele.
L'essere-pensiero è mondo intellegibile che solo con la nostra mente pensante può essere visto, non con i sensi del corpo; l'estasi-divisione dell'Uno arriva fino al mondo sensibile in cui è frantumata l'unità originaria. Le idee dell'essere si fondono qui con la ''chora'', la materia che per Platone è poter essere, via di mezzo fra essere (in quanto fa esistere il mondo sensibile) e non-essere (in quanto non è idea ed è quindi fuori da questo).
 
Il Sensibile è male non solo perchèperché l'essere è bene, come mostra Platone, e la ''chora'' di cui è fatto il sensibile è, almeno in parte non-essere e quindi male; ma anche perchèperché questa ''chora'' che non è ben comprensibile ma che e in sè nella sua vuotezza è comunque una, si fonde con le idee creando una molteplicità dispersiva.
Nell'essere ogni idea è tutte le altre, la chora è una anch'essa, ma il sensibile che ne è l'unione non è più Uno ma molteplice. Gli enti di questo mondo sono bene in quanto a immagine dell'essere, ma male in quanto non sono gli altri enti e non sono una cosa sola. È paradossale la natura non solo dell'uomo ma di ttutti gli enti come lui: proprietà dell'ente è essere se stesso e non essere gli altri enti, l'altro -da-sè, altrimenti non potremmo parlare di enti ma si parlerebbe solo di ente.
 
===Il male come diversità===
 
Il [[male]] esiste allora in senso relativo come il [[non-essere]], ma c'è. Il male di ogni ente, compreso l'uomo, è la diversità non essere gli altri enti; male che resterebbe anche se fossimo tutti uguali, perchèperché comunque il mio corpo non sarebbe il tuo, io non sarei te pur essendo due copie uguali. La soluzione non è conformismo, ma la fuga dal mondo (che è diversità); tema e scelta di rilievo nel medioevo, dovuta a guerre e situazioni storiche, trova però qui un contributo fondamentale nell'orientale alla vita monastica o alla solitudine dal mondo di molti posteri.
 
''Fuggi il molteplice'' (''Opheleie ta panta''= lett. "fuggi tutte le cose") è il motto del filosofo, come "conosci te stesso" lo era per [[Socrate]]: la fuga dal mondo non vuol dire impoveririsi, ma un arricchirsi ritrovando dentro di noi l'Uno che è il mondo e molto più. Perciò la fuga dal mondo non vuol dire tanto abbandonare ogni bene, che poi si ritrova molto più nell'Uno, ma fuggire il molteplice. È molto vicino all'evangelico impoverirsi per ritrovare Dio, ma il filosofo resta da solo sebbene mostri al mondo la via all'Uno.
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Inizia nel tempo di Plotino l'intensa attività della [[patristica]] cristiana, nel tentativo di dare alle comunità cristiane una [[filosofia]] e [[teologia]] conciliabili con la [[religione]] e nello stesso tempo all'altezza della filosofia antica. Più di altri filosofi vicino alla nascente teologia cristiana, per Plotino è l'essere che tiene in vita il mondo e ci aspetta: l'Uno vuole questo, ma è anche costretto a farlo e, l'uomo è l'unico essere libero che può tornare all'Uno.
 
Gli altri enti vorrebbero, non bastandogli il poco essere e bene che hanno dentro di se: tutti guardano all'Uno, anche l'essere, e l'uomo che unicamente può arrivarvi gli ha invece voltato le spalle. Gli altri, lottano perchèperché non hanno le ali per volare: forse anche alcuni uomini, assomigliando le Enneadi a un percorso per inziati.
 
Ma mentre per [[Sant'Agostino (filosofo)|Sant'Agostino da Ippona]] Dio punisce l'uomo per questo voltaspalle e gli lancia la Croce di Cristo come zattera di salvataggio, in Plotino l'uomo ha le forze per salvarsi. Fa la differenza e la polemica fra i due filosofi, quello che difendeva l'antichità e l'altro il cristianesimo, motore di futuri tentativi di sintesi come quello di [[San Tommaso d'Acquino]].