Chiesa di Santa Maria della Carità (Brescia): differenze tra le versioni
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La struttura subì importanti rifacimenti dal [[1730]] in poi grazie all'interessamento del sagrestano Busi, nuovamente sostenuto dai fondi del popolo. L'altare maggiore viene sostituito da uno molto ricco e fastoso dei Calegari, in marmo, adornato da una elaborata balaustra sul davanti e, lateralmente, da due statue di Dionigi Cignaroli. Al centro fu posto l'affresco della Madonna della Carità. L'interno viene anche totalmente ridipinto: nel [[1731]] Giuseppe Orsoni affresca le pareti, mentre nel [[1733]] Bernardino Boni dipinge a olio le lunette sotto la cupola con i principali episodi della vita della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]]. Anche la cupola, nel corso del secolo, sarà affrescata da Ferdinando Cairo e Luigi Vernazal. Nel [[1744]] viene eretto il portale d'ingresso e, poco dopo, vengono posizionate, ai lati della facciata, le due statue di Antonio Ferretti e [[Calegari (famiglia)#Alessandro Calegari|Alessandro Calegari]]. Altre opera di rilievo è la posa del pavimento ad elaborati e complicati intarsi marmorei, conservatosi pressoché intatto. Nell'[[XIX secolo|Ottocento]] verrà installato, sulla cantoria in controfacciata, un organo Tonoli.
Alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] la giurisdizione della chiesa passò alle suore del vicino monastero del Buon Pastore, dal quale la chiesa prese il nome che tuttora la accompagna accanto a quello originale. Nel [[1998]] le suore si trasferirono a Mompiano e, su disposizione del [[vescovo]] Bruno Foresti, l'amministrazione della chiesa fu
Dal [[1567]] nel santuario si pratica la [[Celebrazione eucaristica|Santa Messa]] quotidiana, mentre la tradizione del [[Rosario]] risale al [[1693]].
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