Lidia Menapace: differenze tra le versioni

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La sua candidatura è stata resa possibile in sostituzione di [[Marco Ferrando]], il leader della minoranza di [[Rifondazione Comunista]], protagonista di una polemica che ne ha comportato la rimozione dalle liste del partito.
 
È autrice di numerosi libri tra cui: ''Il futurismo. Ideologia e linguaggio'' ([[1968]]); ''L'ermetismo. Ideologia e linguaggio'' (1968); ''Per un movimento politico di liberazione della donna'' ([[1973]]); ''La Democrazia Cristiana'' ([[1974]]); ''Economia politica della differenza sessuale'' ([[1987]]); ''Né indifesa né in divisa'' ([[1988]]); ''Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?'' ([[2000]]); ''Resisté'' ([[2001]]) e ''Nonviolenza'' ([[2004]]). Ha partecipato con un intervento al testo di Monica Lanfranco e [[Maria G. Di Rienzo]] "Donne disarmanti - storie e testimimonianze su nonviolenza e femminismo".
 
Poco dopo la nascita del governo Prodi è stata proposta alla presidenza della Commissione Difesa al [[Senato]], gesto considerato un affronto da alcuni elementi della [[Casa delle Libertà]] visto il suo antimilitarismo. Al posto della Menapace è stato però imprevedibilmente eletto il senatore De Gregorio ([[Italia dei Valori]]), sostenuto dall'opposizione. In un'intervista la Menapace ha affermato l'inutilità delle [[Frecce Tricolori]], definite inutilmente costose e inquinanti. Ultimamente è stata duramente contestata da alcuni settori del movimento pacifista per la sua scelta di votare il rifinanziamento della missione in Afganistan, posizione secondo i contestatori quantomeno incoerente verso i settori dell'opinione pubblica di cui ella diceva di volersi far interprete in campagna elettorale. Dal [[6 febbraio]] [[2007]] al [[28 aprile]] [[2008]] ha ricoperto la carica di presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'[[uranio impoverito]].