Gneo Marcio Coriolano: differenze tra le versioni
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Secondo [[Tito Livio]]<ref>Tito Livo, [[Ab Urbe condita libri]], Lib II, par. 33</ref> a Gneo Marcio fu attributo il cognome a seguito della vittoria di Roma contro i Volsci di [[Corioli]], ottenuta anche grazie al valore del giovane patrizio; {{cn|secondo altri storici il cognome indica che la sua famiglia fosse originaria della città stessa}}.
=== L'Eroe della presa di Corioli ===
Nel [[494 a.C.]], consoli [[Postumio Cominio Aurunco]] e [[Spurio Cassio Vecellino]], a Roma, per quella che sarebbe stata ricordata come la prima [[secessio plebis|secessione]], la [[plebe]] si era ritirata sul [[Monte Sacro]].
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{{Quote|''....L'impresa di Marcio eclissò la gloria del console al punto che, se il trattato coi Latini, concluso dal solo Spurio Cassio in assenza del collega, non fosse rimasto inciso a perenne memoria su una colonna di bronzo, nessuno si ricorderebbe che Postumio Cominio combatté contro i Volsci''|[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], [http://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita/liber_II lib. II, par. 33]}}
=== Dai contrasti tra patrizie e plebei all'esilio ===
Intanto a Roma la prima [[secessio plebis]] e la conseguente mancata coltura dei campi aveva provocato un rincaroo del grano e la necessità della sua importazione. Sotto il consolato di [[Marco Minucio Augurino]] e [[Aulo Sempronio Atratino (console 497 a.C.)|Aulo Sempronio Atratino]], Coriolano s'oppose fortemente alla distribuzione del grano alla plebe, la quale lo prese in forte odio. Citato in giudizio dai [[tribuni della plebe]], egli non si presentò in giudizo ma s'esiliò volontariamente nella città di Corioli, ospite di [[Attio Tullio]], con il quale cominciò a tramare un attacco a Roma.
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