Gneo Marcio Coriolano: differenze tra le versioni

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{{Quote|''....Il primo bersaglio fu Circei: ne cacciò i coloni romani e restituì la città, ora libera, ai Volsci. Quindi conquistò Satrico, Longula, Polusca, Corioli, Mugilla, tutte città recentemente sottomesse dai Romani. Poi riprese Lavinio e di lì, raggiungendo la via Latina tramite delle scorciatoie, catturò una dopo l'altra Corbione, Vetelia, Trebio, Labico, Pedo. Infine da Pedo marciò su Roma e si accampò presso le fosse Cluilie, a cinque miglia dalla città''|[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], [http://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita/liber_II lib. II, par. 39]}}
 
Qui, alle porte dell'Urbe al IV miglio della [[Via Latina]], dove si trovava il confine dell'''Ager Romanus Antiquus'' (nei pressi dell'attuale [[Via del Quadraro]]), mentre i consoli del [[488 a.C.]], [[Spurio Nauzio Rutilo|Spurio Nauzio]] e [[Sesto Furio Medullino Fuso|Sesto Furio]], organizzavano le difese della cittacittà, venne fermato dalle implorazioni della madre [[Veturia (matrona)|Veturia]] e della moglie [[Volumnia]], accorsa con i due figlioletti in braccio, che lo convinsero a desistere dal proprio proposito di distruggere Roma.
 
{{Quote|''....Coriolano saltò giù come una furia dal suo sedile e corse incontro alla madre per abbracciarla. Lei però, passata dalle suppliche alla collera, gli disse: «Fermo lì, prima di abbracciarmi: voglio sapere se qui ci troviamo da un nemico o da un figlio e se nel tuo accampamento devo considerarmi una prigioniera o una madre.''|[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], [http://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita/liber_II lib. II, par. 40]}}