Arte preistorica in Italia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
si vabbé ma che c'entra con l'arte?? non sapevi dove appiccicarlo?
Riga 7:
 
==Neolitico==
Con il termine '''neolitico''' che, etimologicamente non ha un grande significato, poiché coniato in epoca ottocentesca secondo criteri puramente tecnologici di composizione e taglio dei manufatti litici, si suole indicare per convenzione un periodo della preistoria databile all’incirca tra il X e il VI millennio. Nel mondo europeo e africano il punto di partenza della neolitizzazione viene comunemente fissato alla fine del VII millennio e la sua conclusione al III con l’avvento dell’età del rame, cui seguiranno quelle degli altri metalli. Durante questo periodo si verificherà la prima grande rivoluzione umana: la scoperta dell’agricoltura e dell’addomesticamento di alcuni animali, oltre alla produzione della ceramica ed alla pratica della tessitura, che avranno come conseguenza primaria l’abbandono del nomadismo ed i ripari in grotta e lo stanziamento organizzato in villaggi.
Prima della scoperta della scrittura avvenuta in Mesopotamia (attuale Iraq) ad opera dei Sumeri, una delle prime forme espressive di comunicazione dell’uomo arcaico (homo sapiens), oltre al linguaggio, è stata il graffito su pietra. In verità gli studiosi non sono concordi nell’attribuire questa priorità ai semplici graffiti su roccia o alle pitture parietali realizzate nelle grotte.
Il 1° febbraio 1970 cinque membri del Gruppo Speleologico Salentino “P. De Lorentiis” di Maglie-Lecce in Puglia (S. Albertini, E. Evangelisti, I. Mattioli, R. Mazzotta e D. Rizzo) scoprirono una grotta naturale a Porto Badisco, una frazione di Otranto, lungo la litoranea salentina che porta a Santa Maria di Leuca. La Grotta si sviluppa lungo un percorso sotterraneo, di tre corridoi principali, pari a ca. 1500 m. Alla cavità ipogea (posta a 18 m nel sottosuolo) è dato il nome di ''Grotta dei Cervi'' per la presenza sulle pareti e sulle volte di circa 3000 ''pittogrammi'' in ocra rossa e guano nero di pipistrello raffiguranti molte scene stilizzate di caccia a cervidi, risalenti all’età neolitica e databili tra i 6.000 e i 5.000 anni addietro. Oltre alle scene venatorie, sono raffigurate immagini antropomorfe e zoomorfe stilizzate, oggetti d’uso, simboli magici e numerose forme geometriche emblematico-astratte sostanzialmente di difficile quanto impossibile decifrazione, anche se alcuni di essi ricorrono in tutto il mondo arcaico.
Il maggiore studioso dell’intero complesso pittorico della Grotta, Paolo Graziosi, a conclusione del suo lavoro di ricerca e di studio decennali, ha definito il sistema carsico del triplice sotterraneo “un grande santuario, un luogo di culto… uno dei più importanti e grandiosi monumenti d’arte pittorica parietale postpaleolitica d’Europa”. Oltre alla fondamentale consultazione della monografia di Graziosi, ''Le pitture preistoriche della grotta di Porto Badisco'', Firenze 1980, rist.anast. 2002, corredato da una esaustiva documentazione fotografica, e dello studio specifico sull’ambiente carsico ipogeo e sullo stato di conservazione delle pitture parietali di Fulvio Zezza, ''La Grotta dei Cervi sul Canale d’Otranto'',Lecce 2003, sull’argomento è consultabile senza oneri il recente sito sul web <-- [[www.lagrottadeicervi.it]] --> realizzato da Angelo Carcagni, secondo un metodo didattico-divulgativo e con una bibliografia essenziale aggiornata sul tema.
Il triplice sotterraneo, per non alterare il delicato microclima interno (umidità 92% - 100% e temp. 18°) che ha consentito per millenni la conservazione dei pittogrammi, e per evitare ad essi il triste destino di quelli di Lascaux ed Altamira depauperati dalle esalazioni di anidride carbonica dei visitatori e delle lampade a petrolio, è chiuso al pubblico ed agli stessi specialisti. Può essere tuttavia utile una visita al Museo di Paleontologia e di Paletnologia della vicina cittadina di Maglie che conserva, oltre a numerose illustrazioni, notevoli reperti trovati nell’antegrotta quali frammenti di ceramica, punte di lancia, oggetti in osso ed altro.
Alla fine di novembre 2010 il Consorzio preposto (SIBA di Lecce, CASPUR di Roma, NRC del Canada, Soprintendenza Archeologia di Puglia, Comune di Otranto) ha presentato al pubblico la prima realizzazione parziale (Zona V del 2° corridoio) del progetto, avviato nel 2003, di ricostruzione tridimensionale e di visualizzazione stereoscopica e interattiva attraverso il teatro virtuale in 2D e 3D del triplice sotterraneo della Grotta.
Nel frattempo è all’esame uno studio di prefattibilità da parte del Comune di Otranto per la realizzazione di un relativo Parco Archeologico, unitamente alla possibilità di una riproduzione fisica dei vani più significativi della Grotta dei Cervi, come si è fatto a Lascaux o ad Altamira.
 
 
 
{{vedi anche|Incisioni rupestri della Val Camonica}}
Risalgono a quest'epoca le prime [[incisioni rupestri della Val Camonica]], che nel corso dei secoli sarebbero arrivate a contare oltre centoquarantamila [[petroglifi]]<ref>{{cita web|url=http://whc.unesco.org/en/list/94|titolo=Scheda Unesco|accesso=01-04-2009}}</ref>.