Alberto Fassini: differenze tra le versioni

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Lo stabilimento padovano fu trasformato nel [[1916]] in ''Seta artificiale di Padova'', mentre quello pavese nel [[1919]] fu trasformato in ''Viscosa di Pavia''. Tra il [[1923]] e il [[1924]] trasfomò l'azienda padovana in [[Società Generale italiana della viscosa]] e creò altri stabilimenti tessili a [[Roma]], [[Rieti]] e [[Napoli]]. Il Gruppo Fassini fu tra le poche aziende del settore a resistere alla [[Crisi economica del 1929|grande crisi del 1929]], e ne uscì rafforzato negli [[anni 1930|anni trenta]].
 
Reduce della [[prima guerra mondiale]] (alla quale partecipò con il grado di [[ammiraglio]] della Marina), Fassini fu iscritto dal [[1921]] al [[Partito Nazionale Fascista]], divenne caporale d'onore del Fascio di [[Firenze]] dal 1924 e designato [[deputato]] alla [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera]] nella [[XXIX Legislatura del Regno d'Italia|XXIX Legislatura]]. Stretti furono i suoi rapporti con [[Benito Mussolini|Mussolini]]<ref>Cfr. M. Leone De Andreis, ''Capri 39'', Inedita, 2002, p. 269</ref>, e ciò gli consentì di essere tra i maggiori capitalisti dell'epoca e di avere molti incarichi, come quello di presidente della ''Federazione nazionale fascista produttori fibre tessili artificiali'' e della [[Compagnia italiana del turismo]] (CIT) nel [[1927]].
 
Oltre al tessile, Fassini ebbe interessi anche nel campo [[turismo|turistico]], [[alberghi|alberghiero]] e [[settore armatoriale|armatoriale]]. Dal [[1931]] fu presidente onorario dell'[[Italrayon]]; dal [[1933]] al [[1941]] fu presidente della [[Federazione Italiana Vela]] (FIV); dal [[1940]] fino alla morte fu presidente della ''CISA Viscosa'' (azienda creata assieme a [[FilippoFranco Marinotti]] l'anno prima) e membro del consiglio d'amministrazione della SNIA.
 
==Bibliografia==