Binago: differenze tra le versioni

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Seguendo una prassi già affermata in età sforzesca, il governo spagnolo procedette alla concessione a privati di gran parte delle terre del ducato di Milano.
Trasformando una località in feudo , gli spagnoli vendevano a un personaggio soltanto determinati diritti che erano essenzialmente onorifici, giurisdizionali e fiscali; non veniva, cioè, ceduta la proprietà del territorio né dei beni immobili che ne facevano parte. Il possesso era del tutto indipendente dall’istituzione feudale: a causa di ciò erano proprio, in molti casi, coloro che erano già grandi proprietari terrieri di una determinata località ad aspirare al titolo di feudatario.
Questo fu probabilmente anche il caso di Binago. Infatti, dopo essere passato in varie mani, il feudo venne ceduto il 9 novembre 1547 a Niccolò Castiglioni, membro di quella famiglia che da generazioni era legata da rilevanti interessi economici al paese e al suo territorio.
Binago divenne quindi feudo, e tale rimase fino all’abolizione del regime feudale. È difficile dire quanto fosse redditizio il suo possesso poiché la comunità, secondo quanto risulta da un censimento effettuato negli anni 1545-1546, risultava composta da 56 famiglie.
Non si hanno notizie sui legami che si crearono tra i feudatari e il paese: sappiamo soltanto che la dimora dei Castiglioni era probabilmente l’edificio, oggi occupato da una comunità di suore, che si affaccia sulla piazza centrale del paese.
Dopo varie vicende legate ai successori di Niccolò Castiglioni, nella prima metà del XVII secolo il feudo divenne appannaggio della famiglia dei [[Visconti]] di [[Cassano Magnago]], e tale rimase, a quanto pare senza ulteriori rivolgimenti, sino alla fine del periodo feudale.