Arte preistorica in Italia: differenze tra le versioni
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| Riga 15: Immagine:Scena_di_duello_R6_-_Foppe_-_Nadro_(Foto_Luca_Giarelli).jpg|Incisione rupestre di duello presso la Riserva naturale incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo </gallery> Con il termine '''neolitico''' che, etimologicamente non ha un grande significato, poiché coniato in epoca ottocentesca secondo criteri puramente tecnologici di composizione e taglio dei manufatti litici, si suole indicare per convenzione un periodo della preistoria databile all'incirca tra il X e il VI millennio da oggi. In Italia l'inizio della neolitizzazione viene comunemente fissato dagli studiosi alla fine del VII millennio e la sua conclusione al III con l'avvento dell'età del rame, cui seguiranno quelle degli altri metalli. Prima della scoperta della scrittura avvenuta in Mesopotamia (attuale Iraq) ad opera dei Sumeri, una delle prime forme espressive di comunicazione dell'uomo arcaico (homo sapiens), oltre al linguaggio, è stata il graffito su pietra. In verità gli studiosi non sono concordi nell'attribuire questa priorità ai semplici graffiti su roccia o alle pitture parietali realizzate nelle grotte. Merita perciò un cenno quella forma di espressione extralinguistica rappresentata dall'arte pittorica parietale in Italia meridionale il cui più importante esempio è costituito da migliaia di pittogrammi figurativi e simbolico-astratti, in ocra rossa e guano subfossile di pipistrello, presenti in una Grotta del basso Salento denominata dei Cervi per le molte scene di caccia a cervidi, databili tra i 6.000 e i 5.000 anni addietro. ==Civiltà villanoviana== | |||