Computer to plate: differenze tra le versioni

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'''HARDWARE E WORKFLOW del CTP'''<br />
L'hardware del CTP e' composto dalla macchina fisica vera e propria, paragonabile a una ingombrante stampante laser o ad un grosso plotter (come illustrato dai due modelli in questa pagina) e da un computer che la controlla. Il vero cuore del sistema rimane pero' il suo ''workflow'' assai complesso, modulare e sofisticato, oltre che costoso. Il ''workflow'' infatti deve contenere tutti i ''profili colore'' per il realizzo delle quattro lastre di quadricromia e deve poter fare una serie di operazioni piu' avanti specificate.<br />
Queste macchine hanno tecnologie diverse per quanto riguarda la sorgente laser. I CTP infatti possono avere un laser termico,, viola o UV con relative lastre dedicate. Nei modelli piu' evoluti la testa laser puo' essere interscambiabile permettendo di stampare qualsiasi tipo di lastra dopo una semplice e veloce calibrazione. La versione UV e' ritenuta quella piu' pratica oltre che conveniente perche' capace di incidere lastre convenzionali. L'automazione invece varia da manuale a completamente automatica (in quella automatica le lastre vengono 'alimentate' da appositi cassetti )con punzonatura della lastra e sviluppatrice completamente "in linea" per i modelli piu' sofisticati. Anche il gruppo tamburo in alcuni modelli di CTP e' intercambiabile e realizza formati di lastre variabili (520x540 mm, 675x750mm, 850x1050mm o superiori) incise con una risoluzione di 2.540 dpi. I modelli piu' costosi hanno anche una cassatti<br />
 
Il ''workflow'' e' un potente flusso di lavoro in piu' dei casi modulare, aperto e flessibile sviluppato per ogni tipo di azienda grafica con funzioni come il ''trapping'', l'''imposition'' e il ''colour managment'' per citarne solo alcuni