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Il proverbio era già noto in ambiente greco. Nell'<nowiki></nowiki>''[[Antologia Palatina]]'' sono conservati i versi: «I benefici più dolci sono i più rapidi: se tardano, / diventano senza significato e sgraditi».<ref>Antologia Palatina, 10, 30: «Ὠκεἶαι χάριτες γλυκερώτεραι' ἥν δὲ βραδύνῃ, / Πᾶσα χάρις κενεή, μηδὲ λέγοιτο χάρις».</ref> Poiché in greco χάρις significa tanto «dono» che «grazia», la sentenza citata da [[Ausonio]] «Ἁ χάρις ἁ βραδύπους ἄχαρις χάρις», cioè «un dono in ritardo è un dono sgradito», contiene una triplice ripetizione della parola che egli, nella sua traduzione latina, moltiplica a effetto: «Gratia quae tarda est, ingrata est, gratia. Namque / cum fieri properat, gratia grata magis».<ref>Ausonio, ''Epigrammi'', 85: «Il dono che viene dato tardi è un dono sgradito. Perciò, se viene dato presto, il dono è più gradito». Una seconda traduzione di Ausonio - ''Epigrammi'', 86 - è «Si bene quid facias, facias cito. Nam cito factum / gratum erit, ingratum gratia tarda facit».</ref>
La necessità di aiutare sollecitamente gli amici in difficoltà è espressa da [[Euripide]] per bocca di [[Ettore (mitologia)|Ettore]] nel ''[[Reso]]'': «Odio aiutare in ritardo gli amici».<ref>Euripide, ''Reso'', 373: «Μισὦ φίλοισιν ὕστερον βοηδρομεἶν».</ref>
== Note ==
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