Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Football Club Internazionale Milano/8: differenze tra le versioni

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:::Secondo me la scelta di Azrael è invece ottima. È molto meglio così, c'è anche un collegamento con la sezione in cui è stata messa quindi io sono favorevole a lasciare la citazione dov'è. --[[Utente:Aleksander Sestak|Aleksander Sestak]] ([[Discussioni utente:Aleksander Sestak|msg]]) 20:40, 31 gen 2011 (CET)
mi sembra importante spiegare che la norma sul tesseramento di extracomunitari violata nel caso Recoba era comunque illegittima perché in palese contrasto con la legge nazionale: per rispettare la norma sportiva l'Inter avrebbe dovuto commettere una discriminazione dei lavoratori extracomunitari severamente proibita dalla legge italiana allora vigente (legge 6 marzo 1998, n. 40). l'Inter e Recoba dovettero subire lo stesso sanzioni sportive (per un fatto - la falsificazione del passaporto - del tutto irrilevante dal punto di vista sportivo, al pari di una violazione dei limiti di velocità alla guida di autoveicoli per recarsi all'allenamento) solo perché i giudici sportivi, pur dovendo ammettere che nessuna norma sportiva specifica era stata violata dall'Inter, qualificarono comunque la condotta come genericamente sleale e poterono sanzionarla perché nel diritto sportivo esiste l'illecito atipico (e non vale invece la regola generale della tipicità degli illeciti propria dell'ordinamento penale), assecondando la prassi di severità della giustizia sportiva sinora seguita (si escludeva anche che l'illecito dovesse essere provato oltre ogni dubbio: il semplice sospetto era stato sufficiente a relegare il Genoa in serie C ancora in pieni anni 2000; solo quando si trattò di Calciopoli, e quindi di condannare Milan e Juventus, la giustizia sportiva divenne improvvisamente ipergarantista - le già tenuissime sanzioni alla Juventus vennero ulteriormente attenuate in considerazione della sua storia sportiva, quando proprio la storia sportiva della Juventus avrebbe dovuto invece aggravarle, dato che, a tacer d'altro, la società torinese era appena sfuggita alle sanzioni per il doping sistematico degli anni '90 soltanto grazie alla prescrizione, ed era quindi sostanzialmente recidiva nell'illecito sportivo).
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