Computer to plate: differenze tra le versioni

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Queste macchine hanno tecnologie diverse per quanto riguarda la sorgente laser. I CTP infatti possono avere un laser termico,, viola o UV con relative lastre dedicate. Nei modelli piu' evoluti la testa laser puo' essere interscambiabile permettendo di stampare qualsiasi tipo di lastra dopo una semplice e veloce calibrazione. La versione UV e' ritenuta quella piu' pratica oltre che conveniente perche' capace di incidere lastre convenzionali. L'automazione invece varia da manuale a completamente automatica (in quella automatica le lastre vengono 'alimentate' da appositi cassetti )con punzonatura della lastra e sviluppatrice completamente "in linea" per i modelli piu' sofisticati. Anche il gruppo tamburo in alcuni modelli di CTP e' intercambiabile e realizza formati di lastre variabili (520x540 mm, 675x750mm, 850x1050mm o superiori) incise con una risoluzione di 2.540 dpi.<br />
 
Il ''workflow'' e' un potente flusso di lavoro in piu' dei casi modulare, aperto e flessibile, sviluppato per ogni tipo di azienda grafica. Alcune sue funzioni sono : Il ''trapping'' (gestione delle sovrabbondanze), l'''imposition'', il ''colour managment'' (gestione profili colore), per citarne solo alcune, oltre che controllo automatico del file e certificazione pdf, gestione dell'inchiostrazione, gestione delle retinature, fino ad arrivare alla gestione della commessa vera e propria seguendo l'intero processo di produzione con il monitoraggio delle diverse fasi di lavoro.
 
"CTP FLESSOGRAFICO"
I CTP oltre che in campo tipolitografico hanno avuto la loro applicazione, nonostante i costi esosi, nel campo della stampa flessografica. La stampa flessografica, anche se necessaria e indispensabile (basti pensare agli 'shopper', i familiari sacchetti di 'plastica' in cui riponiamo la spesa )e' stata per molto tempo la cenerentola della 'qualita' di stampa. Oggi non e' piu' cosi', la produzione digitale di lastre flessografiche e' in questi CTP non solo veloce ( in paragone al metodo precedente), ma accurata nella definizione dei particolari mantenendo un perfetto 'registro' per quelle lavorazioni a piu' colori o in quadricomia.
Non e' esagerato, ed e' il parere di molti tecnici, affermare che la qualita' di stampa derivante, puo' competere in molte lavori con la definizione e la 'brillantezza' della stampa rotocalco. La confezione 'sgargiante' di una merendina , quella di prodotti surgelati e non, (pensate alla confezione delle patatine), sacchetti in carta o in propilene con brillanti e perfette stampe a colori, non meravigliatevi, se sono stampate da macchine flessografiche che usano lastre digitali flexo prodotte da un CTP flessografico. Alcuni di questi modelli sono 'poliedrici' e piu' 'flessibili' dei CTP di lastre offset. Infatti, oltre alle lastre flexo rendono possibile la lavorazione di lastre digitali tipolito e pellicole termiche ad ablazione.