Computer to plate: differenze tra le versioni

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'''CTP FLESSOGRAFICO'''<br />
 
I CTP oltre che in campo tipolitografico, hanno avuto la loro applicazione, nonostante i costi esosi, nel campo della stampa flessografica. La stampa flessografica, anche se necessaria e indispensabile (basti pensare agli 'shopper', i familiari sacchetti di 'plastica' didei ogni supermercatosupermercati in cui riponiamoriporre la spesa) e' stata per molto tempo la cenerentola della "stampa di qualita'". Attualmente non e' piu' cosi', la produzione digitale di lastre flessografiche e' in questi CTP non solo veloce e salutare (in paragone al sistema precedente che richiedeva pellicola di fotocomposizione, 'esposizione' e quindi 'sviluppo' di lastre in fotopolimero in solventi puzzolenti e dannosi), ma accurata nella definizione dei particolari mantenendo un perfetto 'registro' per quelle lavorazioni a piu' colori e in quadricomia.
Non e' esagerato, ed e' il parere di molti tecnici, affermare che la qualita' di stampa derivante, puo' competere in molte lavori con la definizione e la 'brillantezza' della stampa rotocalco. I colori 'sgargianti' deella confezione di una merendina , quelli di prodotti surgelati e non (come le confezioni delle patatine), sacchetti in carta o in propilene con brillanti e perfette stampe, non meravigliatevi, sono stampate, il piu' delle volte, da macchine flessografiche su cui sono montate lastre digitali flexo prodotte dal relativo CTP flessografico. Alcuni modelli di questi CTP sono 'poliedrici' e piu' 'flessibili' di quelli che realizzano lastre offset. Infatti, oltre alle lastre flexo rendono possibile la lavorazione di lastre digitali tipolito e pellicole termiche ad ablazione.
 
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* [[Prestampa]]
* [[CMYK|Quadricromia]]
* [[Flessografia]]
 
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