Semiramide: differenze tra le versioni
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[[Erodoto]] ([[V secolo a.C.]]) e il sacerdote babilonese Beroso ([[III secolo a.C.]]) sono {{cn|forse i più attendibili e obiettivi}}, e ne parlano come grande sovrana che durante il suo regno conquistò la [[Media (regione)|Media]], l'[[Egitto]] e l'[[Etiopia]], insieme a grandi opere di pace come l'edificazione delle mura e dei giardini pensili di [[Babilonia]], una delle sette meraviglie del mondo antico.
{{cn|Babilonia per i suoi liberi costumi in parte ancora matriarcali faceva parecchio scandalo alla Chiesa Cattolica}}, S. Giovanni non a caso nell'''[[Apocalisse]]'' definisce Babilonia "La Grande Meretrice". Per questo Semiramide già nel Medioevo divenne un esempio di licenziosità e crudeltà soprattutto per gli scritti di Orosio (V secolo) da cui prende spunto Dante per infilare la regina nel suo [[Inferno (Dante)|Inferno]] (Inf. V, 55-60). Anche [[Boccaccio]], nel ''[[De mulieribus claris]]'', la condanna come ambiziosa, libidinosa e crudele. Nel libretto dell'opera omonima di [[Rossini]] poi c'è un richiamo all'Orestiade in quanto Semiramide è colpevole dell'uccisione del re defunto ed è suo figlio che per errore la uccide.
[[Christine de Pizan]] nel libro ''La Città delle Donne'' nel [[XV secolo]] è l'unica dell'epoca che ne parla positivamente: la storia di Semiramide è inoltre il soggetto del dramma ''La hija del aire'' di [[Pedro Calderon de la Barca]].
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