Utente:Jeanambr/Sandbox ter: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 46:
Chimène è sola in una sala della reggia ed è dilaniata dalle diverse passioni, l'amore, la vendetta, l'onore, ma prometto allo spirito del padre ucciso che lo vendicherà (scena 1). La ragazza viene raggiunta dal re che cerca di consolarla, come se fosse la figlia che ha perduto, che dichiara il proprio attaccamento per il suo defunto genitore, ma che rivela anche la stima che tutti hanno per Rodrigo, il solo in grado di prenderne il posto alla testa della lotta contro i [[Mori (storia)|Mori]]. Cionondimeno, il re le promette di catturare e punire l'assassino di suo padre (scena 2). Restata sola con le sue donne, Chimène rivela loro l'enorme, inestinguibile amore che continua a provare per l'assassino di suo padre: ella lo amava e lo adorava prima del duello funesto, e, ora che la sorte li ha divisi, la sua speranza è morta, ma il sua amore rimane. Ella comunque seguirà quello che l'onore le comanda e più amerà Rodrigo, più cercherà di punirlo (scena 3). La scena successiva è occupata da un drammatico duetto tra Chimène e il sopraggiunto Rodrigo: questi offre il suo petto all'amata e chiede da lei la morte, ma ella non riesce a tener fede alla sua promessa promessa di vendetta e i due si lasciano nella disperazione (scena 4). Restato solo Rodrigo fa propositi di morte (scena 5), finché viene sorpreso dal padre e dal suo seguito ed invitato a marciare contro l'esercito dei Mori che ha appena posto l'assedio alla città ed a morire, se mai, nobilmente per il suo paese e per il suo re: rianimato dalle parole del padre, Rodrigo si impegna a combattere e l'atto di chiude con un coro marziale (scena 6).
=== Atto secondo ===
In un ampio cortile della reggia il popolo è in preda al terrore (scemnascena 1), ed il re cerca di rassicurarlo invitando a cercare asilo nel palazzo, quando improvvisamente si intendono delle grida inaspettate di vittoria (scena 2). Un araldo entra allora in scena ed descrive nei dettagli l'avvenuta totale disfatta dei Mori, introducendo lo stuolo dei nemici fatti prigionieri, tra cui due re (scena 3). Al resovrano che chiede di chi sia il meditomerito della vittoria, un ufficiale annuncia che Don Diego vuole condurlo egli stesso alla sua presenza: il re comprende che si tratta di Rodrigo che viene acclamato come salvatore da tutto iloil popolo presente (scena 4). Rodrigo viene quindi introdotto dal padre e accolto tra le braccia del monarca, al quale dichiara che, disperato per la tragedia che lo divideha diviso da Chimène, aveva cercato la morte, ma l'aveva voluta cercare sul campo dell'onore lottando per il suo re. Il re cerca di consolarlo presagendo un possibile ripensamento dell'ancor innamorata ragazza di fronte al grande valore dimostrato dal suo amato. La scena si chiude di cori e danze di vittoria (scena 5). Al termine dei festeggiamenti rientra in scena Chimène che, appreso delle gesta di Rodrigo, teme per la sua vendetta: il re in effetti vorrebbe dichiarare Rodrigo al di sopra delle leggi, ma gli altri cavalieri di oppongono offrendosi a Chimène di sfidare in suo nome il Cid in una sorta di [[Ordalia|giudizio di Dio]], e si oppone anche il malaccorto Don Diego che, in nome dell'onore, rilancia il figlio sul campo di battaglia. Di fronte alla richiesta generale il re si inchina e consente a Chimène di accettare l'offerta di Don Sancio, altro cavaliere innamorato di lei, di rappresentarla nell'agone. Il re pone la condizione, nella costernazione della donna, che ella accetti la mano di chi risulterà vincitore (scena 6). Il popolo, rimasto solo, eleva un coro augurale per il ''Cid'' (scena 7).
===Atto terzo ===