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I primi esempi di inchieste di giornalismo di precisione risalgono alla fine degli [[anni Sessanta]]. Nel [[1968]] uno staff di giornalisti del ''[[Detroit Free Press]]'', tra cui lo stesso Philip Meyer, vince il [[premio Pulitzer]] in giornalismo locale e Breaking news realizzando una inchiesta sulle cause delle rivolte dei neri di Detroit del [[1967]]<ref>[http://books.google.com/books?id=63nvmt4HqTEC&pg=PA176&lpg=PA176&dq=The+People+beyond+12th+Street;+A+Survey+of+Attitudes+of+Detroit+Negroes+after+Riot+of+1967&source=bl&ots=VntnPZecKe&sig=8rDVlSoUH5YhWqy-yUQhrf9E44I&hl=it&ei=tEVhTbrAPIr5sgbw6aG2CA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CCYQ6AEwAg#v=onepage&q=The%20People%20beyond%2012th%20Street%3B%20A%20Survey%20of%20Attitudes%20of%20Detroit%20Negroes%20after%20Riot%20of%201967&f=false "The People beyond 12th Street; A Survey of Attitudes of Detroit Negroes after Riot of 1967]", Detroit Free Press</ref>. Contro la teoria diffusa che la rivolta razziale coinvolgeva le persone più frustrate e disperate, il giornale confrontò i rivoltosi con i non rivoltosi, attraverso una ricerca analitica, dimostrando che la gente di colore che aveva frequentato corsi universitari aveva la stessa possibilità di partecipare alle rivolte di quelli meno istruiti. Il reportage che andò a sostenere le proprie idee con i dati è stato uno dei primi servizi in cui il giornalista stesso si fece sondagista per capire le cause di un fatto, tra l'altro realizzato un tale approfondimento in maniera molto rapida, e anche per questo vinse nel 1968 il Premio Pulitzer in giornalismo locale e breaking news<ref>[http://www.pulitzer.org/awards/1968 Premio Pulitzer in "Local General or Spot News Reporting" nel 1968] allo staff del ''Detroit Free Press'' per la copertura delle rivolte di Detroit del 1967, descritta a pagina 30 e 31 del libro di Philip Meyer "[http://books.google.com/books?id=fTvJ2hpCjM0C&pg=PA30&dq=giornalismo+e+metodo+scientifico&hl=it&ei=zghhTaGuEcjLtAaanKy1CA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CDIQ6AEwAA#v=twopage&q&f=false Giornalismo e metodo scientifico: ovvero il Giornalismo di Precisione]"</ref>.
 
Il Giornalismo di Precisione ha raggiunto la consacrazione come tipologia autonoma di inchiesta con due importanti reportage, entrambi vincitori del Premio Pulitzer. La prima è "Il colore dei soldi"<ref>[http://powerreporting.com/color/ The Color of Money, The Atlanta Journal and Constitutional, 1988]</ref> di [[Bill Dedman]] per il "[[The Atlanta Journal and Constitution]]" sui mutui per la gente di colore di [[Atlanta]], capitale della Georgia, vincitore del Premio Pulitzer nel 1989<ref>[http://www.pulitzer.org/awards/1989 Premio Pulitzer in "Investigative reporting" nel 1989]: Bill Dedman con il ''The Atlanta Journal and Constitution'' per l'inchiesta sui mutui alle persone di colore di Atlanta dal titolo ''[http://powerreporting.com/color/ Il colore dei soldi]''</ref>. Più delle importanti rivelazioni sulle banche e gli istituti di risparmio e prestito di Atlanta, che preferivano fare prestiti ai poveri indigenti bianchi, più che ai neri dei quartieri della middle-class, l'attenzione del pubblico fu calamitata dall'ampio uso di tavole, disegni e carte geografiche che mostravano le percentuali e le differenze tradei prestiti dati a bianchi e neri a seconda della zona della città. Per i cronisti che al tempo ancora guardavano con diffidenza ai computer e li usavano il meno possibile, Bill Dedman con il suo reportage è stato un antesignano.
 
La seconda inchiesta che consacra il giornalismo di precisione come nuovo modo di fare inchiesta è "What Went Wrong"<ref>[http://www.flickr.com/photos/juggernautco/2844893922/ What Went Wrong, Miami Herald, 1992]</ref> di Stephen Doig per per il ''[[Miami Herald]]'' sui danni causati dall'[[uragano Andrew]]<ref>[http://www.pulitzer.org/awards/1993 Premio Pulitzer in "Public Service" nel 1993]: Stephen Doig del Miami Herald per l'inchiesta sull'uragano Andrew dal titolo "[http://www.flickr.com/photos/juggernautco/2844893922/in/set-72157607210036175/ What Went Wrong]"</ref> che ha colpito [[Miami]] nel [[1993]]. Doig ha dimostrato che più della forza dell'uragano, a distruggere i tetti della città era stata la corruzione dei regolamenti nell'edilizi, che il giornalista aveva sottoposto ad una rigorosa verifica quantificata. Egli verificò che "Andrew" aveva portato via metà tetto della sua casa relativamente nuova. La verifica di Doig implicò la fusione di quattro basi di dati: i rapporti su 50.000 accertamenti, effettuati dalla contea, dei danni provocati dall'uragano; il ruolo delle imposte patrimoniali del 1992, con informazioni dettagliate sul tipo di abitazione, sul suo valore, e sull'anno di costruzione; il catasto della contea, con con informazioni sul tipo di costruzione e sui materiali usati per ciascun edificio; e la base di dati della contea riguardanti le aree edificabili (Building and Zoning database), con oltre 7 milioni di certificati di licenze edilizie e di ispezioni negli anni precedenti. Il "Miami Herald" pubblicò una mappa e un grafico che elencava 420 suddivisioni, mettendo a confronto la percentuaale di case ritenute inagibili e l'anno medio di costruzione. Un diagramma riassuntivo controllava la velocità del vento e mostrava, per esempio, che nelle aree con venti più lievi, da 85 a 127 miglia all'ora, la case costruite dopo il 1979, cioè quelle più nuove, avevano una probabilità maggiore di tre volte di essere resediventare inagibili rispetto a quelle costruite prima. Doig dimostrò così che la corruzione che si era creata nell'edilizia urbana aveva nel tempo costruito case sempre meno sicure e che potevano facilmente essere distrutte per un qualunque disastro naturale. Doig non andò semplicemente in giro, osservando che le case più nuove si trovavano in situazioni peggiori di quelle costruite parecchi anni prima, scrivendolo sul giornale, bensì dall'interno della sua redazione si procurò tutti i database di cui aveva bisogno per confrontare i dati al fine di dimostrare la sua tesi. Il modo di procedere di Doig è diventato l'esempio del tipo di servizio pubblico che offre il giornalismo di precisione<ref>[http://www.unc.edu/~pmeyer/carstat/ Corso di Philip Meyer e Steve Doig sugli strumenti statistici di supporto per il cronista]</ref>.
 
In tempi più recentissimirecenti, possiamo annoverare il reportage sugli abusi immobiliari in [[Florida]] del ''[[Sarasota Herald Tribune]]'', arrivato secondo nel [[2010]] al Pulitzer per giornalismo investigativo.
 
Nel [[1975]] è nata negli Stati Uniti una struttura, l'IRE (Investigative reporters and editors) che aiuta, sostiene e raccoglie le inchieste dei giornalisti che operano con le tecniche del giornalismo di precisione. L'Ire organizza seminari, assegna il premio Philip Meyer<ref>[http://www.ire.org/category/philip-meyer-journalism-awards Premio Philip Meyer, organizzato dall'IRE]</ref> annualmente alla miglior inchiesta di giornalismo di precisione e offre database, banche dati, numeri ed elaborazioni dei censimenti per i giornalisti che vi sono iscritti. A guidata da un comitato presieduto dal direttore della scuola di giornalismo dell'Illinois, Brant Houston.