Mo' Better Blues: differenze tra le versioni

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Levo l'informazione, anche se citata, perchè leggendo la pagina di Cole Porter è evidente che non c'entra proprio nulla con il film
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Per ''Mo' Better Blues'', Spike Lee aveva bisogno di un nuovo [[montatore]], poiché [[Barry Alexander Brown]], suo montatore di fiducia, stava girando un film. Lee chiamò così [[Sam Pollard]], che però rifiutò inizialmente la sua offerta, perché impegnato con un altro film. Spike Lee non si scoraggiò e dopo un mese lo richiamò, domandandogli se era ancora impegnato. I due s'incontrarono in un bar e trovarono un accordo.<ref name="libroAUTOBIOGRAFIA"/>
=== Sceneggiatura ===
Per documentarsi, Lee lesse l'autobiografia di Charles Mingus e quella di [[Miles Davis]]. Uno dei fatti narrati da Davis è stato citato nel film, nella scena in cui Bleek sgrida Shadows perché suona assoli troppo lunghi.<ref name="monografiaILCASTORO"/>
=== Cast ===
Spike Lee contattò [[Gregory Hines]] e [[Branford Marsalis]], per il ruolo di Shadow Henderson. Lee trovava interessante far recitare un vero musicista. Ma Marsalis rifiutò l'offerta, in quanto aveva poca esperienza nella [[recitazione]]. Comunque il musicista fece un [[cameo]], nel ruolo di se stesso. Il ruolo di Shadow andò così a Wesley Snipes, che aveva rifiutato un ruolo in ''Fa' la cosa giusta'', per interpretare un film sul baseball, ''[[Major League]]''.<ref name="libroAUTOBIOGRAFIA"/>
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Il film ebbe recensioni contrastanti. Nessuno contestò la riuscita del film come studio sul jazz, ma molti sembrarono preoccuparsi dei due manager ebrei del Beneath the Underdog, indecisi se il loro ritratto fosse [[antisemitismo|antisemita]] oppure no.<ref name="libroAUTOBIOGRAFIA"/> La Anti-Defamation League of B'nai B'rith giudicò l'insistere sull'avarizia dei due fratelli come uno dei più offensivi [[stereotipo|stereotipi]] sugli ebrei. John Turturro, che interpretò uno dei due fratelli, si dichiarò molto sorpreso per le lamentele dell'associazione. ''«Rimasi scioccato da quella reazione. Mia moglie è ebrea. Noi non ne abbiamo mai discusso come un problema. Sono stati i media a definire "tirchi bastardi" i fratelli Flatbush»'', dichiarò l'attore. L'avvocato di Spike Lee consigliò al regista di scrivere una lettera aperta al ''[[New York Times]]'', nella quale dichiarare di non essere antisemita, ma Lee si rifiutò: ''«Personalmente ritenevo fosse sciocco, e in parte anche buffo, sostenere che in tutta la storia musicale americana nessun ebreo avesse mai sfruttato un musicista afroamericano»'', dichiarò.<ref name="libroAUTOBIOGRAFIA"/>
 
In [[Europa]] il film è stato accolto dalla critica con molte riserve, ed è stato definito perlopiù come un lungo [[videoclip]].<ref name="monografiaILCASTORO"/>
 
Per Fernanda Moneta il film ''«non è una storia d'amore, bensì un film sulle relazioni: quella tra Bleek e il suo manager, suo padre, le sue donne, la sua band, la sua musica. Andando più in profondità, è un film sulla relazione tra Spike Lee e il jazz, suo padre, la sua ossessione per il cinema»''.<ref name="monografiaILCASTORO"/>
 
Tra chi non apprezzò il film ci fu anche la vedova di John Coltrane, a causa del linguaggio utilizzato, considerato da essa troppo volgare. Anche per questo motivo la vedova negò la possibilità di usare [[A Love Supreme]], titolo di un album dell'artista, come titolo del film. Questo rese vano parte del lavoro di [[merchandising]], che era stato impostato sullo slogan ''A Love Supreme - John Coltrane'' e su migliaia di magliette e poster che andarono al macero.<ref name="monografiaILCASTORO"/>
 
== Colonna sonora ==