Ramnete: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 70:
 
 
Orgoglioso e amante del fasto oltre che pessimo vaticinatore, Ramnete diventa oggetto dell'ironia di Virgilio, che gli riconosce tuttavia il sincero attaccamento a Turno e alla sua causa nel nome dell'amicizia fraterna: la grande costernazione che la sua morte suscita tra i [[Rutuli]] depone anch'essa per un riconoscimento di qualità positive, mancanti invece in Tolumnio, colui che sarà designato quale nuovo augure dell'esercito italico. Non deve sfuggire comunque il fatto che ''superbus'' nel poema non viene definito solo Ramnete ma anche il suo amico Turno quando sottrae il balteo all'ucciso Pallante per appropriarsene e metterlo in bella mostra. Memore di quel che gli aveva detto l'anima di suo padre [[Anchise ]](" ''Parcere subiectis et debellare superbos'' ", libro sesto del poema), Enea non risparmierà Turno dopo averlo sconfitto. Anche se la superbia in Turno e Ramnete non è sinonimo di tracotanza innata, di senso d'onnipotenza (di cui sono invece portatori altri nemici di Enea, come [[Mezenzio]], [[Tarquito]] e [[Numano]], cognato di Turno), ma essenzialmente una vanità che trae origine da stimoli legati al possesso: esibire i tappeti, ostentare un balteo. La totale assenza di qualsiasi forma di superbia è ciò che rende Enea diverso da Turno e Ramnete, mentre lo accomunano a loro tante virtù, prima fra tutte la reverenza verso gli dei.
 
L'episodio di Ramnete trova una corrispondenza nel decimo libro dell' ''[[Iliade]]'', dove il giovane re tracio [[Reso]] viene ucciso nel sonno con dodici dei suoi uomini da [[Diomede]]: comune a entrambi i personaggi è anche il dettaglio del respiro affannoso.