Socrate: differenze tra le versioni
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→La scoperta dell'anima umana: Reintroduco altro riferimento cancellato ingiustificatamente |
la rimozione è già stata giustificata, le note sembrano dire l'opposto, per di più in un contesto che riguarda la concezione dell'anima non di Socrate ma di Platone |
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Alcuni interpreti hanno contestato questi esiti, in particolare la dottrina dell'anima andrebbe riportata esclusivamente al pensiero platonico secondo «la cosiddetta interpretazione "evolutiva" della filosofia platonica, cioè l’idea che nel suo lungo itinerario filosofico Platone avesse sviluppato e mutato, anche profondamente, il suo pensiero, passando gradatamente da una fase giovanile di preponderante impegno apologetico nei confronti di Socrate,<ref>«...il riconoscimento, nell’attività di Platone, di una fase letteraria giovanile, alla quale venivano fatti risalire quei dialoghi (Ippia minore, Liside, Carmide, Lachete, Protagora, Eutifrone, Apologia e Critone) nei quali manca ogni riferimento alla dottrina delle idee, qualsiasi indagine di filosofia della natura e di antropologia, non compare la dottrina dell’immortalità dell’anima e ci si limita a indagini morali, considerate tradizionalmente più proprie del Socrate storico» (G. Giannantoni, ''Dialogo socratico e nascita della dialettica nella filosofia di Platone'', ed. Bibliopolis 2005, p.18)</ref> di difesa della sua memoria e di riflessione appassionata sulla sua eredità filosofica, a una fase di progressivo distacco dal maestro (la fase della cosiddetta "crisi del socratismo"), fino alla conquista della sua piena maturità e originalità, caratterizzata dalla dottrina delle idee, dalla dottrina della natura e del destino dell’anima umana e dalla costruzione del suo grande edificio filosofico ed etico-politico».<ref>G. Giannantoni, ''Dialogo socratico e nascita della dialettica nella filosofia di Platone'', ed. Bibliopolis 2005, ''ibidem''</ref>
Secondo il ''Fedone'' di Platone, tuttavia, Socrate afferma che solo con la morte egli potrà raggiungere la piena autenticità del proprio essere, prescindendo quindi dal corpo e sottintendendo l'immortalità dell'anima,<ref>''Fedone'', 67 d-e.</ref> e così anche nell'''Alcibiade Maggiore'' egli intesse un dialogo volto a dinstinguere nettamente l'anima dal corpo.<ref>''Alcibiade Maggiore'', 128 e - 130 e.</ref> Di seguito uno stralcio:
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