Clone (informatica): differenze tra le versioni
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Quando [[IBM]] annunciò il suo [[PC IBM]] nel [[1981]], altre società quali, [[Compaq]], decisero di offrire dei cloni di quei PC, realizzati sia usando i componenti in commercio e la loro documentazione sia tramite l'[[ingegneria inversa]] per quei componenti che erano proprietari: i PC IBM utilizzavano, infatti, tutti componenti hardware normalmente disponibili eccettuato il [[BIOS]], che era proprietario. Il minor costo dei cloni IBM portò ad una larga diffusione di questi computer tanto che, negli [[anni 1990|anni '90]] non solo IBM aveva perso il predominio nel mercato dei [[personal computer]] ma il termine "clone", usato negli [[anni 1980|anni '80]] per indicare appunto un computer compatibile con il PC di IBM ma assemblato da un altro costruttore, sparì dall'uso comune sostituito dalla semplice parola "PC".
Nonostante sia ormai caduto in disuso, il termine "clone" si utilizza ancor oggi per indicare quei PC destinati al mercato di fascia bassa che non riportano nessun nome commerciale (es.: Acer, IBM, HP, Dell): in questo genere di computer rientrano
I "cloni" non devono essere confusi con i rifacimenti (in [[lingua inglese|inglese]] ''remake'') di vecchi computer (vedi [[Minimig]]): i cloni sono costruiti mentre l'originale è in vendita, per competere direttamente con esso; i rifacimenti sono, invece, riproduzioni di modelli vecchi o obsoleti non più in commercio
==Software==
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