Cardinal nipote: differenze tra le versioni

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[[Papa Clemente VI]] ([[1342]]-[[1352]]) fu colui che creò il maggior numero di cardinali nipoti, sei solo nel [[concistoro]] del [[20 settembre]] [[1342]], il più alto numero di cardinali nipoti creati contemporaneamente. La capitolazione del [[conclave]] del [[1464]] impose al papa eletto ([[Papa Paolo II|Paolo II]]) il limite di un solo cardinal nipote, assieme ad altre condizioni studiate per aumentare il potere del collegio cardinalizio a scapito di quello del papa<ref>Francis A. Burke-Young, 1998. "[http://www.fiu.edu/~mirandas/election-paulii.htm The election of Pope Paul II (1464)]".</ref>.
 
Il [[V Concilio Lateranense V]], nel [[1514]], affermò che la sollecitudine verso i parenti era raccomandabile per il cristiano, e la creazione di cardinali nipoti fu spesso consigliata o giustificata con la necessità di provvedere a familiari bisognosi<ref name="nepotism">Reinhard, Wolfgang, Levillain, ed., 2002. "Nepotism", pp. 1031–1033.</ref>. Un cardinal nipote, di regola, poteva aspettarsi incarichi remunerativi: ad esempio, [[Alessandro Farnese il Giovane|Alessandro Farnese]], cardinal nipote di [[papa Paolo III]] ([[1534]]-[[1549]]) deteneva simultaneamente 64 [[beneficio ecclesiastico|benefici]], in aggiunta alla carica di vice-cancelliere<ref>Ekelund et al., 2004, p. 703.</ref>.
 
[[Papa Paolo IV]] ([[1555]]-[[1559]]), in età avanzata, secondo l'opinione comune all'epoca, "era caduto quasi completamente sotto l'influenza del cardinal nipote"<ref>Setton, 1984, p. 639.</ref>: costui, [[Carlo Carafa (cardinale)|Carlo Carafa]], fu accusato nell'[[agosto]] del [[1558]] da un religioso [[teatini|teatino]] di aver sedotto una nobildonna [[roma]]na, Plautila de' Massimi, che era entrata in possesso di una notevole quantità di denaro e gioielli, ma le accuse furono respinte dal pontefice<ref>Setton, 1984, p. 711.</ref>. [[San Carlo Borromeo]], cardinal nipote di [[papa Pio IV]] ([[1559]]-[[1565]]), si era assicurato una posizione di preminenza sul ''secretarius intimus''<ref>Signorotto e Visceglia, 1998, pp. 173n, 175n.</ref>, e talvolta infatti il cardinal nipote era indicato come ''secretarius maior''<ref>Chadwick, 1981, p. 289.</ref>. Pio IV era noto per il suo nepotismo: tra il [[1561]] e il [[1565]] elargì più di 350.000 [[scudo (moneta)|scudi]] ai suoi parenti<ref name="ekelund"> Ekelund et al., 2004, p. 702.</ref>.
 
=== 1566-1692 ===
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[[Papa Gregorio XIV]] ([[1590]]-[[1591]]) inaugurò la pratica di creare cardinali nipoti la cui investitura formale coincideva ''de facto'' con la nomina, separandola così dalla prassi ordinaria seguita per gli altri cardinali<ref name="s144"/>, e, quando si ammalò, autorizzò suo nipote, il cardinale [[Paolo Emilio Sfondrati]], ad apporre il ''[[Fiat ut petitur]]'' sulle suppliche rivolte al papa, una prerogativa che fu successivamente tolta su pressione del Sacro Collegio<ref>Tizon-Germe, Anne-Cécile, Levillain (a cura di), "Gregory XIV", 2002, p. 666.</ref>. Paolo V, con ''[[motu proprio]]'' del [[30 aprile]] [[1618]], conferì formalmente al suo cardinal nipote la stessa autorità di cui [[papa Clemente VIII]] aveva investito [[Pietro Aldobrandini]], inaugurando quella che la storica Laurain-Portemer definisce "l'età classica" del [[nepotismo]]<ref>Signorotto e Visceglia, 2002, pp. 144–145.</ref>.
[[File:Medallion Ludovico Ludovisi Sant Ignazio.jpg|thumb|right|200px|Medaglione con il ritratto del cardinale [[Ludovico Ludovisi]], dettaglio dalla tomba di suo zio, [[papa Gregorio XV]], nella [[Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio|chiesa di S. Sant'Ignazio]], a [[Roma]]: Ludovisi, per l'enorme potere che aveva finito per acquisire, era noto come ''il cardinale padrone''.]]
Il nipote di [[papa Gregorio XV]] ([[1621]]-[[1623]]), il cardinale [[Ludovico Ludovisi]], il primo noto come ''il cardinale padrone''<ref>Williams, 2004, p. 103.</ref>, accumulò un'enorme mole di benefici, il vescovado di [[Bologna]], 23 [[abbazie]], la carica di prefetto del [[Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica]], la carica di vice-cancelliere di [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|Camerlengo di Santa Romana Chiesa]], e riuscì, alla sua morte, a ridistribuire gran parte di essi fra 17 dei suoi congiunti<ref name="h102"/>. Tutti questi benefici rendevano al Ludovisi più di 200.000 [[scudo (moneta)|scudi]] all'anno, tanto che [[Leopold von Ranke]] lo definì il più potente fra i cardinal nipoti della storia<ref>Leopold von Rankle, ''Storia ecclesiastica e politica dei papi durante i secoli XVI e XVII'', p. 307.</ref>. È da notare che ai cardinal nipoti venne concessa la ''[[facultas testandi]]'' per nominare eredi dei ricavi dei loro benefici anche parenti laici<ref name="h102"/>: [[papa Urbano VIII|Urbano VIII]] ([[1623]]-[[1644]]) riunì due commissioni speciali di [[teologo|teologi]], ed entrambe avallarono questa decisione<ref>[[s:en:Catholic Encyclopedia (1913)/Pope Urban VIII|Voce "Pope Urban VIII"]] nella ''Catholic Encyclopedia'' (1913).</ref>.
{{Rquote|left|Come Fabio Chigi, avevo una famiglia. Come [[papa Alessandro VII|Alessandro VII]] non più. Non troverete il mio nome da nessuna parte nei registri di battesimo di [[Siena]].|[[Papa Alessandro VII]]|nel [[1655]]: nel [[1657]] nominò due cardinali nipoti.<ref name="c305"/>}}
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[[Neri Maria Corsini]], cardinal nipote di [[papa Clemente XII]] ([[1730]]-[[1740]]), fu di gran lunga il più potente cardinal nipote del [[XVIII secolo]], anche per l'età avanzata e la [[cecità]] dello zio<ref name="c305"/>. Ma già [[papa Benedetto XIV|Benedetto XIV]] ([[1740]]-[[1758]]), successore di Clemente XII, viene descritto positivamente da [[Hugh Walpole]] come «...un prete senza indolenza né interesse, un principe senza favoriti, un papa senza nipoti»<ref name="wilcock1">John Wilcock, 2005. "[http://www.ojaiorange.com/popes/ad_1700-1800.php Popes and Anti-Popes]".</ref>; non a caso, egli preferì affidarsi alla collaborazione del suo Segretario di Stato, il cardinale [[Silvio Valenti Gonzaga]].
[[File:GiuseppePecciLeoXIII.jpg|thumb|right|Il cardinale [[Giuseppe Pecci (1807-1890)|Giuseppe Pecci]], fratello di [[papa Leone XIII]] ([[1878]]-[[1903]]).]]
[[Romoaldo Braschi-Onesti]], nipote di [[papa Pio VI]] ([[1775]]-[[1799]]), fu il penultimo cardinal nipote. La famiglia di Pio VI proveniva dalla [[nobiltà]] di [[Cesena]], ma la sua unica sorella aveva sposato un membro della modesta famiglia Onesti: perciò il cardinale incaricò un genealogista di scoprire qualche traccia di nobiltà anche dalla parte del padre e che portò a ipotizzare un'improbabile discendenza da [[Sansan Romualdo]]<ref>Valérie Pirie, 1965. [http://www.pickle-publishing.com/papers/triple-crown-pius-vi.htm ''The Triple Crown: An Account of the Papal Conclaves: XVIIIth Century: PIUS VI (BRASCHI)]'', Spring Books.</ref>.
 
Dopo il turbolento [[Conclave del 1799-1800|conclave del 1800]], [[papa Pio VII]] ([[1800]]-[[1823]]) abbandonò l'istituzione del cardinal nipote e mise le cure di governo nelle mani del Segretario di Stato, [[Ercole Consalvi]]<ref>Valérie Pirie, 1965. [http://www.pickle-publishing.com/papers/triple-crown-leo-xii.htm ''The Triple Crown: An Account of the Papal Conclaves: XIXth Century]'', Spring Books. p. 305.</ref>. Nel corso del [[XIX secolo]] solo un nipote di un papa, [[Gabriel della Genga Sermattei]], fu creato cardinale nel concistoro del [[1º febbraio]] [[1836]], ma non dallo zio, [[papa Leone XII|Leone XII]], bensì da [[papa Gregorio XVI]]<ref>{{en}} {{cita web|http://www.fiu.edu/~mirandas/bios1836.htm|''Consistory of February 1, 1836 (VIII)|12 giugno 2010}}</ref>.
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[[File:Raffael 040.jpg|thumb|left|200px|[[Papa Leone X|Leone X]] con i cugini [[papa Clemente VII|Giulio de' Medici]] (a sinistra, futuro Clemente VII) e [[Luigi de' Rossi]] (a destra), da lui creato cardinale, nel celebre quadro di [[Raffaello]].]]
 
Anche nel corso del XVIII secolo, il cardinal nipote era una figura chiave nel [[conclave]] successivo alla morte del papa suo zio, e attorno a lui si stringevano solitamente i cardinali desiderosi di mantenere lo ''[[status quo]]''<ref name="c305"/>. L<nowiki>'</nowiki>''Instruzione al cardinal Padrone circa il modo come si deve procurare una fazione di cardinali con tutti i requisiti che deve avere per lo stabilimento della sua grandezza'', scoperta nell'archivio della [[Chiesachiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli]], a [[Roma]], dispensa consigli ai cardinali nipoti per consolidare il proprio potere all'interno del collegio dei cardinali<ref name="s114">Signorotto e Visceglia, 1998, pp. 63-64.</ref>. Un altro testo, i ''Ricordi dati da Gregorio XV al cardinale Lodovisio suo nipote'', insegna come scalare le gerarchie della Curia<ref name="s93">Signorotto e Visceglia, 1998, pp. 31-34.</ref>.
 
Un'analisi dei cinque conclavi svoltisi tra il [[1605]] e il [[1644]] mostra che i cardinali nipoti generalmente non riuscirono a far eleggere i propri candidati, anche se il papa eletto era di solito un cardinale creato dal defunto pontefice<ref>Signorotto e Visceglia, 1998, p. 74.</ref>. Ben 9 dei 23 cardinali elettori riuniti nel [[conclave del 1492]] erano cardinali nipoti<ref>Francis A. Burke-Young, 1998. "[http://www.fiu.edu/~mirandas/election-alexandervi.htm The election of Pope Alexander VI (1492)]".</ref>.