Giuseppe Fenocchio: differenze tra le versioni

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Nell'anno [[1947]], mons. [[Raffaele De Giuli]], vescovo di Albenga-Imperia, lo designò suo [[vicario generale]], docente di teologia dogmatica nel corso teologico del seminario, assistente diocesano dell'[[Azione Cattolica]] e [[canonico]] teologo della chiesa [[cattedrale]] di San Michele, in Albenga.
 
Eletto da [[papa Pio XII]] vescovo di [[diocesi di Pontremoli|Pontremoli]] il [[10 dicembre]] [[1954]], fu consacrato l'[[11 febbraio]] [[1955]] dal vescovo di [[diocesi di Ventimiglia-Sanremo|Ventimiglia-San RemoSanremo]], mons. [[Agostino Rousset]], nella chiesa cattedrale di Albenga.
 
A [[Pontremoli]], favorì l'accesso all'istruzione, in particolare potenziando il [[liceo classico]] vescovile, aperto agli alunni esterni e fu vicino ai problemi della popolazione che numerosa, in quegli anni, emigrò dalla [[Lunigiana]] alla ricerca di migliori condizioni di vita, portando in un trentennio la diocesi da oltre 70.000 a circa 37.000 abitanti, che egli visitò assiduamente, anche con viaggi all'estero. Partecipò al [[Concilio Vaticano II]] e ne curò la prudente attuazione nella vita ecclesiale diocesana. Numerose le lettere pastorali, specialmente su temi spirituali cristiani. Il [[15 agosto]] [[1983]], per raggiunti limiti d'età, fu sostituito da mons. Bruno Tommasi.
 
Ritornò ad abitare ad Albenga: il vescovo, mons. [[Alessandro Piazza]], lo designò suo vicario episcopale per la formazione permanente del clero e lo incaricò di numerosi impegni pastorali. Dopo la morte, fu sepolto nella chiesa cattedrale di Pontremoli, per sua volontà: "ai piedi della Madonna del Popolo".