Satana: differenze tra le versioni
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Nel [[cristianesimo|mondo cristiano]] Satana, iconograficamente designato come ''Angelo del male'', è la figura in netta contrapposizione con Dio.
La storia riportata dalla Bibbia cristiana e dagli scritti dei Padri della Chiesa,è che in origine Satana fosse l'Arcangelo più bello, più splendente e più vicino a Dio, chiamato infatti Lucifero (dal latino Luciferus: "portatore di luce),che però, proprio per questa sua vicinanza, credette d'essere non solo come Dio, ma più potente dell'Onnipotente stesso, peccando cosi di superbia e ribellandosi al volere di Dio ("Similis ero Altissimo", Isaia 14,14). Raduna a sè un terzo delle schiere angeliche e muove guerra contro l'Onnipotente, che ovviamente lo vince e lo precipita dal Cielo insieme ai suoi angeli devoti. La loro caduta dura 9 giorni, ed infine l'Inferno si spalanca sotto di loro, inghiottendoli. Lontani dalla luce divina, i meravigliosi angeli si mutano in orridi demoni, e da allora il solo scopo del demonio, invidioso e furente, è quello di trascinare gli uomini, novelli e privilegiati figli di Dio, nella sua dimora di disperazione per l'eternità. La dettagliata e straordinaria storia di Satana è narrata dal poeta inglese John Milton nel poema epico "Paradiso Perduto" ("Paradise Lost",1658), che racconta esattamente della ribellione e della guerra in Cielo, della caduta, della Creazione del mondo (posteriore alla caduta di Satana) e dell'uomo, e infine della tentazione e della caduta di Adamo ed Eva. Il nome [[Lucifero]], letteralmente "portatore di luce", mette in evidenza quanto fosse influente tra le schiere celesti prima della sua caduta, tenendo particolarmente conto che all'interno delle gerarchie angeliche il massimo grado lo ricoprivano i Serafini, creature capaci di ricevere in sommo grado il fuoco magnifico del Signore e di trasmetterlo ai Cherubini. Inoltre, anche la descrizione dell'incontro all'Inferno di [[Dante]] e [[Virgilio]] con Lucifero, che è posto nel punto più profondo dell'abisso: "Lo 'mperador del doloroso regno da mezzo 'petto uscia fuori e la ghiaccia; e più con un gigante io mi convegno, che i giganti non fan con le sue braccia: vedi oggimai quant'esser dee quel tutto ch'a cosi fatta parte si confaccia. S'el fu si bel com'elli è ora brutto, e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, ben dee da lui procedere ogne lutto. Oh quanto parve a me gran maraviglia quand'io vidi tre facce a la sua testa! L'una dinnanzi, e quella era vermiglia; l'altr'eran due, che s'aggiungnieno a questa sovresso 'l mezzo di ciascuna spalla, e sé giugnieno al loco de la cresta: e la destra parea tra bianca e gialla; la sinistra a vedere era tal, quali vegnon di là onde 'l Nilo s'avvalla. Sotto ciascuna uscivan due grand'ali, quanto si convenia a tanto uccello: vele di mar non vid'io mai cotali. Non avean penne, ma di vispistrello era lor modo; e quelle svolazzava, si chè tre venti si movean da ello: quindi Cocito tutto s'aggelava. Con sei occhi piangea, e per tre menti gocciava 'l pianto e sanguinosa bava. Da ogne bocca dirompea co' denti un peccatore, a guisa di maciulla, si che tre ne facea dolenti. A quel dinanzi il mordere era nulla verso 'l graffiar, che tal volta la schiena rimanea de la pelle tutta brulla." (Inf., canto XXXIV, vv.28-60)
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[[Agostino di Ippona|Sant'Agostino]] si interrogò a lungo sul problema del male, sulla natura del male. Per quel che riguarda il male morale: non si tratta di scegliere tra un bene e un male, bensì di decidersi tra un bene inferiore e uno superiore, in quanto nulla di ciò che è stato creato da Dio può essere detto cattivo, a meno che non ci si voglia assurgere a giudici della creazione. Non si può scegliere il male: si può solo scegliere male. Il peccato è un disordine dell'anima che invece di rivolgersi a ciò che è migliore, più elevato, si abbassa.
==Bibliografia==
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